Per le Cooperative d’abitazione svizzere non è vero che l'iniziativa in votazione il 9 febbraio costerebbe 120 milioni all'anno, come scritto nell'opuscolo
L’Iniziativa «Più abitazioni a prezzi accessibili» non costa 120 milioni, l'opuscolo della Confederazione è sbagliato. È quanto sostiene la sezione della Svizzera italiana delle Cooperative d’abitazione svizzera (Cassi).
"Nell’opuscolo delle spiegazioni sull'iniziativa popolare 'Più abitazioni a prezzi accessibili', la Cancelleria federale fa dichiarazioni fuorvianti", si legge in un comunicato stampa. "Parla di circa 120 milioni di franchi di costi annuali per l’attuazione. Questo è errato. Si tratta di prestiti rimborsabili che fruttano interessi e grazie ai quali il Governo federale addirittura ci guadagna. Inoltre, l’opuscolo federale parte dal presupposto che per costruire più abitazioni senza scopo di lucro è necessario soprattutto un sostegno finanziario. Anche questo è sbagliato. L'iniziativa chiede principalmente di poter avere a disposizione i terreni. Ciò è possibile con gli strumenti di pianificazione territoriale che non costano nulla alle autorità pubbliche. È scandaloso che i documenti ufficiali di voto diano un'impressione sbagliata". E ancora: "Anche se tecnicamente si tratta di una spesa quando il denaro federale viene spostato in un fondo di proprietà federale, è fuorviante parlare di costi". Quanto alle opportunità di guadagno per la Confederazione, si nota che "nel 2017, dal Fonds de Roulement per committenti di utilità pubblica sono confluiti nella cassa della Confederazione interessi attivi dell’importo di 3,8 milioni di franchi".
"Nella sua stima dei costi – prosegue il comunicato – il Consiglio federale parte dal presupposto che per la realizzazione dell'iniziativa sarebbero necessari in primo luogo prestiti per committenti senza scopo di lucro. Il suo calcolo: se il dieci per cento delle case di nuova costruzione – attualmente circa 5.000 abitazioni – dovesse beneficiare di un simile prestito, sarebbe necessario un numero cinque volte superiore di prestiti e il fondo dovrebbe essere ricaricato con circa 120 milioni di franchi all'anno. Ciò dà l'impressione che le costruzioni di nuove abitazioni senza scopo di lucro dovrebbero essere tutte sostenute con prestiti".
"Invece – spiega la Cassi – per raggiungere l'obiettivo del 10%, sono necessarie soprattutto misure di pianificazione territoriale: ad esempio, zone in cui è imposta una certa percentuale di alloggi di pubblica utilità o un bonus di maggiore sfruttamento per progetti con un'elevata percentuale di alloggi di pubblica utilità. Inoltre, i comuni dovrebbero essere in grado di introdurre un diritto di prelazione per l'acquisto di siti idonei da dare poi in diritto di superficie ai committenti di alloggi senza scopo di lucro. Questi strumenti sono molto efficaci e non comportano costi per le autorità pubbliche".
Sempre secondo Cassi sarebbe fuorviante anche il video informativo della Confederazione sull’iniziativa è fuorviante:
"Qui non si parla esplicitamente di costi, ma piuttosto di 120 milioni di franchi che la Confederazione dovrebbe mettere a disposizione. Anche in questo caso, non si menziona il fatto che questi prestiti sono rimborsabili e rendono interessi. Inoltre, si afferma che il favoritismo nei confronti delle cooperative sarebbe un’interferenza nel mercato e penalizzerebbe i privati. Ma i committenti di utilità pubblica sono imprese private tanto quanto lo sono gli altri fornitori di beni immobili. Inoltre, alcuni termini sono tradotti in modo errato. Invece di 'cooperative d'abitazione', nella versione in italiano vengono definite 'cooperative edilizie'. Questo è un punto particolarmente delicato, proprio perché in Ticino le cooperative d’abitazione sono ancora poco conosciute".