Svizzera

Abbuffata di votazioni popolari per i cittadini svizzeri

Alle urne nel 2020 si decidono le sorti di numerosi progetti di revisione costituzionale e legislativa. Alcune iniziative potrebbero superare l'esame.

(Keystone)
2 gennaio 2020
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Nessuna delle 16 iniziative popolari sottoposte a popolo e cantoni nel corso della legislatura appena terminata è stata accolta; e solo due della decina di referendum lanciati contro modifiche di legge varate dal Parlamento tra il 2015 e il 2019 hanno superato lo scoglio delle urne. La ‘finestra di opportunità’ per la democrazia diretta apertasi a inizio secolo (e che nelle legislature 2007-2011 e 2011-2015 consentì l’approvazione di quasi una iniziativa all’anno in media) si è richiusa, affermava agli inizi del 2019 Claude Longchamp. L’Udc – spiegava in un’intervista alla Srf il noto politologo – nel 2015 ha riavuto il suo secondo consigliere federale; la sfiducia nelle istituzioni alimentata dalla sua politica d’opposizione si è attenuata; e il Parlamento ha imparato la lezione, ricorrendo più spesso a controprogetti indiretti che tagliano l’erba sotto i piedi alle iniziative popolari.

Nella legislatura 2019-2023 questa ‘finestra di opportunità’ tornerà a dischiudersi? È poco probabile. Non solo per le ragioni addotte da Longchamp. Delle 32 iniziative popolari attualmente nel ‘pipeline’ della politica federale (che sia allo stadio della raccolta delle firme, in attesa di un messaggio del Consiglio federale o già al vaglio del Parlamento), alcune – perlomeno sulla carta – sembrano poterla spuntare: è il caso, ad esempio, dell’Iniziativa per i ghiacciai, che gode di un ampio e trasversale sostegno tra i partiti, oppure di quella detta ‘anti-burqa’. Tuttavia, buona parte dei testi sottoposti al voto pare destinata a essere respinta.

Vita dire per le iniziative popolari

La storia insegna: le iniziative popolari – che richiedono la doppia maggioranza di popolo e cantoni – hanno vita dura. Il fatto che nei prossimi quattro anni un numero elevato di progetti verranno sottoposti a votazione (o potrebbero esserlo), non significa per forza che la quota di quelli che supereranno il verdetto popolare aumenterà. L’Udc, in perdita di velocità, ha già preannunciato di voler dare battaglia sul fronte della democrazia diretta, a cominciare dal referendum contro la futura legge sul CO2; e i Verdi potrebbero essere tentati di giocare con maggior decisione la stessa carta, per profilarsi a sinistra nei confronti del Ps e anche per alzare la posta in vista di un loro ingresso in Consiglio federale. Ma nemmeno questo basta per pronosticare il ritorno di un’epoca d’oro per iniziative popolari e referendum.

Restiamo ai numeri, dunque. Trentadue, come detto, le iniziative popolari pendenti al momento (più una sulla quale si vota il 9 febbraio: quella per ‘Più abitazioni a prezzi accessibili’). A queste richieste di modifica costituzionale vanno aggiunti sette referendum su progetti legislativi votati dal Parlamento: concernono l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento, la legge sulla caccia (secondo i promotori, il quorum delle 50mila firme è già stato raggiunto), le deduzioni fiscali per le spese di custodia dei figli da parte di terzi (idem), l’identità elettronica (idem), le due settimane di congedo paternità (a una decina di giorni dalla scadenza del termine per la raccolta, mancano ancora 18mila firme, hanno riferito i promotori al ‘Blick’ negli scorsi giorni) e il diritto d’autore. Il 9 febbraio, inoltre, si vota sull’estensione della norma antirazzismo per impedire discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, contro la quale l’Unione democratica federale ha lanciato il referendum.

Abbuffata quest'anno

Il 2020 sarà un ‘Super-Abstimmungsjahr’, un anno di votazioni super, secondo il ‘Blick’: 16 gli oggetti che potrebbero essere sottoposti al giudizio del ‘sovrano’, mai così tanti dal 2000. Alcuni appuntamenti sono considerati dei veri e propri spartiacque. È il caso della votazione (17 maggio, verosimilmente) sull’iniziativa Udc per un’immigrazione moderata: auspica la fine della libera circolazione, e dall’esito del voto dipenderanno in buona parte le sorti del futuro accordo quadro con l’Ue, intesa sulla quale il popolo potrebbe essere chiamato a dire la sua ancora nel corso di questa legislatura. Altro momento cardine: il voto (probabilmente il 27 settembre) sul credito da sei miliardi di franchi per l’acquisto di nuovi aerei militari. Sempre nell’ambito della difesa: si voterà anche su un giro di vite per rendere meno attraente il servizio civile, se l’annunciato referendum andrà in porto.

Quasi certa, a questo punto, anche la votazione (in settembre o novembre) sull’iniziativa ‘per imprese responsabili’. In ambito agricolo, i cittadini saranno chiamati a statuire su due iniziative volte a vietare o a ridurre l’uso di pesticidi. Non è escluso che in novembre siano inserite in agenda anche le iniziative ‘per più trasparenza nel finanziamento della politica’, ‘sì al divieto di dissimulare il proprio viso’ e ‘per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico’.

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