Svizzera

Argovia, opposizione al provvedimento per il ricovero dei poveri

Si temono internamenti forzati. Ma il Consiglio di Stato minimizza: si tratta solo di creare le migliori condizioni per aiutarli

(archivio Keystone)
3 settembre 2019
|

Nel cantone Argovia vi è opposizione nei confronti del provvedimento del Consiglio di Stato che prevede il ricovero di persone indigenti in istituti. Gli oppositori temono un uso arbitrario dell'articolo in questione, per cui ne chiedono l'abrogazione.

Il governo cantonale deve cancellare immediatamente nell'ordinanza l'articolo preoccupante e giuridicamente problematico, hanno chiesto oggi diverse persone davanti all'edificio del parlamento ad Aarau. L'articolo suona "inquietante". Apre le porte all'arbitrarietà ed è insostenibile, è stato sottolineato durante l'azione di protesta pianificata dall'organizzazione di aiuto svizzerotedesca con sede a Zurigo UFS (Unabhängige Fachstelle für Sozialhilferecht) specializzata nel diritto relativo all'aiuto sociale. L'azione è stata sostenuta da due deputati del PPD e del PEV.

Con questo articolo l'esecutivo fornisce la possibilità ai Comuni di mettere in istituti persone unicamente a causa della loro povertà, denuncia l'UFS in un comunicato. Invece di aiutarle, lo Stato "mette sotto tutela, stigmatizza, emargina e priva dei loro diritti" queste persone, secondo l'organizzazione. Gli oppositori hanno lanciato online una petizione - "Armenhäuser Nein!" - che esige la soppressione dell'articolo.

Il passaggio incriminato nell'ordinanza sulla legge cantonale relativa all'aiuto e alla prevenzione sociale è il seguente "Persone bisognose in diversi ambiti della loro vita possono essere poste in un alloggio per applicare misure di assistenza e di integrazione adeguate". L'articolo, approvato a metà gennaio dall'esecutivo cantonale, è entrato in vigore in marzo.

In una presa di posizione il Dipartimento della sanità e socialità (DGS) ha relativizzato le critiche. Il Consiglio di Stato ha semplicemente posto le basi giuridiche per poter fornire assistenza sociale, in determinate circostanze, sotto forma di alloggio.

Il governo cantonale non ha mai avuto l'intenzione di effettuare collocamenti con la forza in istituzioni e strutture. Tali misure sono ancora di competenza della Confederazione nell'ambito della protezione dell'infanzia e degli adulti.

Secondo l'esecutivo, l'ottenimento dell'assistenza sociale sotto forma di alloggio costituisce una restrizione indiretta alla libera scelta di residenza. Tale restrizione è possibile solo con una base giuridica corrispondente. Per poter collocare i rifugiati della procedura accelerata in alloggi cantonali, l'ordinanza è stata adattata.

Tuttavia, il nuovo regolamento non si applica solo ai rifugiati della procedura accelerata, ma anche ad altre persone che ricevono assistenza sociale e che hanno bisogno di sostegno in vari ambiti della vita. Se l'assistenza sociale deve essere fornita sotto forma di alloggio, occorre in ogni caso verificare se la misura è nell'interesse pubblico e proporzionata, rileva l'autorità cantonale.

In internamento amministrativo coatto in Argovia da bambina, Gabriella Merlini-Pereira si batte contro questo articolo: ha letto la sua lettera aperta al governo durante l'azione di protesta di questa mattina. "Forse non sono coscienti del potenziale arbitrale che si nasconde dietro questo articolo", dichiara nello scritto. "Si discriminano così persone fragili".

L'articolo crea le condizioni per "nuovi interventi massicci" sulla libertà personale e sulla libertà di movimento. "Nel 1965, quando avevo 18 mesi la nostra famiglia allora domiciliata a Wohlen (AG) è stata divisa", scrive ancora Merlini-Pereira.
 
 

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔