Olaf Swantee risponde alle nostre domande. E sulle partite di hockey promette: ‘Saremo super-attenti alle sensibilità ticinesi’.
Le frequenze millimetriche del 5G? «Dal punto di vista odierno non credo che in Svizzera le useremo, non ne abbiamo bisogno». Così il Ceo di Sunrise Olaf Swantee in una intervista esclusiva rilasciata alla ‘Regione’ durante una visita alla newsroom. «Sono una persona pragmatica: in Svizzera esistono grandi blocchi di frequenze a disposizione della telefonia nelle bande già assegnate. Inoltre un terzo della popolazione è già allacciata alla fibra e un altro terzo ha una connessione via cavo, per cui a breve e medio termine non vedo necessità di usare le onde millimetriche. L’ho pure detto al capo dell’Ufficio federale delle comunicazioni». Onde millimetriche su cui si concentrano in particolare (ma non solo) le critiche di chi si oppone alla nuova tecnologia di comunicazione mobile. Swantee, a capo di Sunrise dal 9 maggio 2016, non si sottrae alle domande.
Sul 5G bisogna innanzitutto considerare due cose: la prima è che permette di accogliere molte più connessioni rispetto a prima. In secondo luogo la nuova tecnologia garantisce tempi di risposta molto più brevi. Sarà la prima rete utile a connettere anche le macchine. Nel lungo termine questo permetterà l’uso efficiente di energia elettrica e pesticidi, mentre nel corto termine potremo portare internet veloce a quel quarto di popolazione elvetica che oggi usa ancora l’Adsl. Come Sunrise, ci stiamo proprio concentrando sulle aree rurali, anche perché la legge svizzera sulle antenne è stringente e diventa così più difficile convertire le reti già congestionate dei centri città. Non dimenticheremo certo le aree urbane, ma lì l’adozione sarà più lenta.
Bisognerà convertire vecchie antenne e installarne di nuove, mentre parte della popolazione chiede prudenza...
È importante capire che stiamo applicando il 5G nelle regole del 4G e del 3G. Chi oggi dice che ha paura del 5G, dice di aver paura di tutta la telefonia mobile e dei WiFi. Inoltre è importante dire che non stiamo usando onde sperimentali.
Oggi i dati trasmessi raddoppiano ogni 15 mesi e siamo già oltre il 90% di saturazione della rete. L’altra soluzione sarebbe quella di installare molte altre antenne. Ci rendiamo conto però che è impossibile triplicare gli impianti. Non avrebbe senso. Per questo chiediamo un po’ più di capacità per le antenne attuali, pur restando a un terzo rispetto al limite consigliato dall’Oms. In questo modo rispettiamo il principio della precauzionalità.
Il Consiglio degli Stati ha detto no per due volte per un solo voto, mentre il Consiglio nazionale e il Consiglio federale hanno chiesto un adeguamento.
A chi è sinceramente preoccupato è però fondamentale spiegare che il 90% delle emissioni arrivano dal telefonino e che, se le antenne installate sono buone, le radiazioni sono minori. Su questo tema purtroppo girano molte notizie false. Tra queste, quella secondo cui in Svizzera si usano le frequenze sperimentali. È falso. Si dice anche che costruiremo solo nuove antenne, ma in questa prima fase invece useremo quelle esistenti fin quando sarà possibile e soprattutto ne faremo un uso migliore. Inoltre si dice che andremo fuori dai limiti, ma non è vero.
Certo: daremo qualsiasi supporto alle organizzazioni obiettive. Ci sono ricerche da 22 anni nel campo delle radiofrequenze e fino ad ora nessun ricercatore ha trovato una connessione causa-effetto tra radiazione e delle malattie laddove i limiti di protezione sono rispettati. Questo non vuol dire che si debba smettere di cercare. Ci tengo che i miei tre milioni di clienti stiano bene. Tra questi ci sono anche i miei figli, peraltro.