Svizzera

Armi vietate, sequestri raddoppiati alle nostre dogane

L'Amministrazione federale pubblica i dati per il 2018: tante armi, stabili le persone ricercate, diminuiscono i migranti e si conferma il problema della sicurezza dei mezzi pesanti

Ti-Press
1 marzo 2019
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Forte aumento della confisca di armi l'anno scorso alle frontiere elvetiche. L'Amministrazione federale delle dogane (Afd) ha sequestrato 8'251 armi vietate, una cifra quasi raddoppiata rispetto al 2017 (4'263). È quanto emerge dal bilancio annuale pubblicato oggi.

Ma quali armi transitano attraverso le nostre frontiere? Si è trattato in primo luogo di coltelli illegali, manganelli e armi analoghe, che sono stati scoperti nel traffico postale. Stando all'Afd, la sensibile progressione è dovuta, da un lato, al boom del commercio online e, dall'altro, anche ad operazioni di controllo mirate. Nel 2018 i doganieri hanno inoltre sequestrato 1'868 documenti falsificati, ovvero un po' meno rispetto all'anno precedente.

Le guardie di confine hanno peraltro fermato complessivamente 24'750 persone ricercate (25'700 nel 2017), di cui 8'053 segnalate per l'arresto. Per quanto riguarda invece il traffico pesante, l'Afd è intervenuta in 38'722 casi poiché ha constatato autocarri con lacune nell'ambito della sicurezza e conducenti non idonei alla guida o che non rispettavano i periodi di riposo prescritti.

Migrazione illegale in calo

In materia di migranti, la situazione alle frontiere svizzere si è nuovamente “distesa”: il numero di soggiorni illegali è sceso a 16'543, rispetto alle 27'300 presenze irregolari registrate nel 2017 e alle 48'838 del 2016. Il lavoro sporco fatto in Libia evidentemente paga, al punto che la stessa Afd parla di “chiusura definitiva della rotta del Mediterraneo”.

Quasi 23 miliardi di introiti

Dal canto loro, gli introiti globali dell'Afd sono saliti a 22,933 miliardi di franchi, ovvero 451 milioni in più rispetto al 2017 (22,482 miliardi). Quasi la metà delle entrate (10,896 miliardi) proviene dalla riscossione dell'Imposta sul valore aggiunto (IVA) all'importazione. Il rimanente scaturisce dall'imposta sugli oli minerali, da quella sul tabacco, nonché dalla tassa sul traffico pesante e dai dazi all'importazione.
 

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