Svizzera

A Berna una tassa contro i rifiuti in città

Per diminuire la spazzatura, takeaway, chioschi, negozi di alimentari e bar che generano immondizia dovrebbero contribuire ai costi di smaltimento

26 febbraio 2019
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Chi inquina paga. Basandosi su questo principio previsto dalla Legge federale sulla protezione dell’ambiente, la Città di Berna intende introdurre una tassa per finanziare, in parte, lo smaltimento dei rifiuti accumulati nello spazio pubblico. E a pagarla non saranno i cittadini (che già vi contribuiscono con le imposte), ma takeaway, chioschi o negozi di generi alimentari, così come organizzatori di grandi eventi o distributori di giornali gratuiti. Insomma coloro che generano indirettamente i rifiuti che poi vengono gettati nei cestini o per starda.

Contro la dispersione di contenitori, piatti o posate di plastica, oppure cicche di sigarette o giornali, si attuano principalmente due misure: la prevenzione, con campagne di sensibilizzazione, o la repressione, multando chi getta rifiuti per strada (il cosiddetto littering). Ora, per la prima volta in Svizzera, Berna vorrebbe introdurre una tassa che si basa sul principio di causalità: chi genera più immondizia, dovrà anche pagare di più. La tassa “è semplicemente un altro tassello del puzzle per ridurre i rifiuti nello spazio pubblico e per finanziare lo smaltimento in modo equo”, afferma, da noi contattata, la municipale bernese Ursula Wyss, che ieri ha presentato il progetto alla stampa. I costi per lo smaltimento dei rifiuti (sia quelli gettati correttamente nei cestini, sia quelli buttati in strada), a Berna ammontano a circa 11 milioni di franchi all’anno. Con questo progetto la Città calcola di raccogliere circa 3,4 milioni di franchi. Il resto sarà finanziato, come oggi, attraverso le imposte.

Concretamente saranno sottoposti alla tassa rivenditori al dettaglio, negozi di alimentari, chioschi, panetterie, così come takeaway, bar, locali notturni, distributori di giornali gratuiti, eventi con più di mille persone e così via. L’ammontare della tassa – che potrà raggiungere pure cifre nell’ordine di migliaia di franchi – dipenderà dal fatturato dell’impresa e dal tipo di rifiuti che genera.

Ma in questo modo non c’è il rischio di un aumento dei prezzi? “Qualcuno deve finanziare lo smaltimento dei rifiuti nello spazio pubblico”, risponde Wyss. Indipendentemente dal fatto se a farlo saranno i rivenditori o chi compra i prodotti, tale sistema sarà “più equo”, rispetto al modello odierno nel quale “sono esclusivamente i contribuenti della città di Berna” a pagare. Inoltre, i clienti possono anche scegliere di comperare prodotti presso aziende che limitano la produzione di rifiuti, “ad esempio attraverso stoviglie riutilizzabili. Con tali misure – aggiunge la municipale bernese –, i rivenditori possono ridurre la tassa” e quindi di fatto limitare i costi.

Infatti, ad esempio un takeaway che offre bicchieri, posate e piatti riutilizzabili (con un deposito per incentivare i consumatori a restituirli), dovrà pagare meno. Anche le aziende con un proprio servizio di pulizia o di smaltimento, che mettono a disposizione cestini della spazzatura, oppure che organizzano campagne di sensibilizzazione potranno beneficiare di una riduzione sulla tassa. Vi sono poi altre misure incentivanti, rispettivamente disincentivanti, previste: chi rinuncerà a vendere sigarette riceverà un sconto del 20% sulla tassa. Mentre chi venderà alcolici dopo le 20 verrà penalizzato con un malus del 20 per cento.

Il progetto è stato posto ieri in consultazione per tre mesi. Vi saranno numerose critiche, in particolare dal Plr e dalle organizzazioni economiche che già nel 2014 – quando ne è stata presentata una prima bozza – avevano indicato che si sarebbero battuti con tutti i mezzi a loro disposizione contro questa tassa. Se verrà lanciato un referendum l’ultima parola potrebbero poi averla i cittadini.

Il progetto prende spunto da una sentenza del 2012 del Tribunale federale (Tf): respingendo un ricorso proprio di Berna, i giudici di Losanna avevano deciso che la Città non poteva riscuotere una tassa per lo smaltimento dei rifiuti dai proprietari di immobili, come faceva da diversi anni. Il Tf aveva però pure stabilito che i costi di smaltimento per il littering non devono ricadere per forza interamente sui contribuenti, ma che tale spesa può essere finanziata anche attraverso il principio di causalità: ovvero, chi inquina paga.

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