Svizzera

Premi malattia, ennesimo salasso scongiurato?

Secondo i calcoli di Santésuisse, nel 2018 i costi per gli assicuratori sono aumentati dello 0,47%. Negli ultimi 22 anni non si è mai andati sotto l'1%

archivio Ti-Press
4 febbraio 2019
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Gli svizzeri potranno forse risparmiarsi il prossimo anno l'ennesimo salasso sul fronte dei premi malattia: secondo i calcoli di Santésuisse, citati oggi dal "Tages-Anzeiger" ripreso da altri giornali Tamedia, nel 2018 i costi per gli assicuratori sono aumentati dello 0,47% soltanto rispetto all'anno prima.

Nel 2017 l'aumento era stato del 3% e negli ultimi anni si era registrata una media del 4-5%, nota il giornale, rilevando che dall'entrata in vigore dell'assicurazione di base obbligatoria nel 1996 soltanto in una occasione, nel 2006, si è registrata una crescita inferiore al 2% e che mai si è andati sotto l'1% negli ultimi 22 anni.

Fatto ancora più notevole risulta lo sviluppo singolo: ogni persona assicurata ha causato l'anno scorso in media alle casse malattia costi di 3852 franchi, ossia lo 0,24% in più soltanto rispetto al 2017. Negli anni precedenti, nota l'autore dell'articolo, l'aumento percentuale era stato dieci volte maggiore.

Le possibili ragioni di questo rallentamento citati dall'associazione degli assicuratori malattia Santésuisse sono vari. Uno è il nuovo tariffario medico (Tarmed) imposto nell'autunno 2017 dal consigliere federale Alain Berset, ministro della sanità e delle assicurazioni sociali, ed entrato in vigore il primo gennaio 2018. Un altro è il ribasso di diversi farmaci molto venduti, esso pure ordinato dalla Confederazione.

La direttrice di Santésuisse Verena Nold - intervistata dal "Tages-Anzeiger" - mette comunque in guardia da una eccessiva euforia: l'effetto sui costi del nuovo Tarmed è ancora da valutare pienamente perché il riveduto tariffario non ha avuto applicazione immediata e potrebbero ancora esserci spiacevoli sorprese.

"Molti ospedali hanno avuto bisogno di mezzo anno per adeguare i loro sistemi di conteggio", afferma Verena Nold: "Temiamo che parecchie bollette dell'anno scorso siano state ritardate e debbano ancora arrivare". La bassa percentuale di aumento dei costi indicata potrebbe dunque "rivelarsi ingannevole".

Un timore condiviso anche da Adrien Kay, portavoce dell'Ufficio federale della sanità pubblica, a sua volta interpellato dal giornale. L'effetto reale delle misure prese potrà essere valutato solo a metà anno. Bisognerà dunque ancora aspettare alcuni mesi prima che possa confermarsi un alleviamento del consueto "shock" che da anni giunge puntuale in autunno, quando vengono annunciati i premi malattia per l'anno successivo.

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