Svizzera

Aggressione alla moschea di Winterthur, si apre il processo

In dieci (tra cui un minorenne) attaccarono due fedeli. Compariranno domani davanti al Tribunale distrettuale

30 settembre 2018
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Si apre domani davanti al Tribunale distrettuale di Winterthur il processo a dieci presunti aggressori di due fedeli dell’ex moschea An’Nur, avvenuta nel novembre 2016. Tutti dovranno rispondere di aggressione, sequestro di persona, minaccia, coazione e lesioni personali. Gli imputati sono nove adulti e un minorenne. Per quest’ultimo l’udienza si svolgerà a porte chiuse e i giornalisti non saranno ammessi.

I fatti risalgono al 22 novembre del 2016, quando due frequentatori della moschea sono stati picchiati e minacciati da un gruppo di uomini. Uno dei due è stato obbligato ad ingoiare una banconota da 10 franchi "per aver venduto la sua religione in cambio di denaro". Gli aggressori erano convinti che i due avessero trasmesso informazioni a un giornalista su un controverso sermone tenuto un mese prima da un 25enne imam etiope. Nella predica tenuta il 21 ottobre 2016, l’imam aveva sostenuto, davanti a una sessantina di persone, che i musulmani che non pregano in comunità andrebbero "banditi, respinti, evitati e calunniati fino al loro ritorno". E nel caso dovessero perseverare con questo comportamento, andrebbero addirittura uccisi. Per quel sermone, il predicatore etiope è stato condannato lo scorso mese di novembre a 18 mesi di detenzione con la condizionale e a 10 anni di espulsione dalla Svizzera.

Il processo che si apre domani dovrebbe durare diversi giorni visto l’elevato numero di imputati. La sentenza sarà resa nota il 23 ottobre. I dieci, non avendo la nazionalità svizzera, rischiano tutti l’espulsione. La moschea An’Nur, che ha chiuso i battenti nel giugno dello scorso anno, era considerata un luogo di radicalizzazione islamica. Secondo varie fonti, sarebbero almeno cinque i ragazzi partiti dalla città zurighese verso la Siria per la jihad, la guerra santa islamica, nelle file dell’Isis.

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