Svizzera

Un accordo mette tutto... a Posta

CarPostal indennizzerà per 6,2 milioni di euro tre imprese di trasporto concorrenti in Francia

carpostal.fr
26 giugno 2018
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Altra dimissione nel Consiglio di amministrazione (Cda) della Posta, dopo lo scandalo AutoPostale: oggi Susanne Blank ha annunciato di lasciare l’azienda in occasione dell’assemblea generale. Nello stesso giorno, l’azienda ha reso noto che la filiale francese CarPostal ha raggiunto un accordo transattivo nell’ambito del contenzioso per concorrenza sleale che durava da anni.

Nella vertenza legale che vedeva coinvolti  CarPostal France e CarPostal Interurbain e tre concorrenti locali nel trasporto di passeggeri (Cars Faure, Cars Berthelet e Réunir Dauphiné), le parti si sono accordate su un’indennità di 6,2 milioni di euro (circa 7,1 milioni di franchi) a favore di queste ultime. Ora il caso è chiuso.

Le tre imprese di trasporto locali avevano accusato CarPostal France di poter offrire prezzi troppo bassi, grazie a sovvenzioni illecite di provenienza elvetica. Il 23 settembre 2017 il Tribunale commerciale di Lione aveva condannato AutoPostale Svizzera a pagare 10,6 milioni di euro alle aziende concorrenti. L’azienda elvetica aveva poi deciso di ricorrere contro la sentenza della Corte francese. 

In passato AutoPostale aveva sempre negato di aver colmato le perdite in Francia con soldi elvetici ma il recente scandalo che ha visto la filiale della Posta protagonista in Svizzera con procedimenti di sovvenzionamento analoghi ha rimesso in dubbio tale asserzione.

Sempre oggi durante l’assemblea generale della Posta, Susanne Blank ha annunciato le sue dimissioni dal Cda. Si tratta della terza testa a cadere in questo mese, dopo quelle della Ceo Susanne Ruoff e del vicepresidente del Cda, il ticinese Adriano Vassalli. Blank, delegata del sindacato transfair, era stata oggetto di “pesanti accuse d’inadempimento”, si legge in un comunicato. L’ormai ex membro del Cda è stata incolpata dal ‘Blick’ di essere stata a conoscenza della nota interna risalente al 2013 a proposito delle irregolarità contabili riscontrate in relazione ai sussidi ottenuti da AutoPostale per il traffico regionale. Blank le definisce “false accuse” e con le sue dimissioni vuole “mettere fine a false speculazioni” e consentire alla Posta “un nuovo inizio”.

L’assemblea generale della Posta ha inoltre eletto Peter Hug nel Cda – sostituirà Andreas Schläpfer, che lascia per raggiunti limiti di età – e ha approvato i tetti di retribuzione per il 2019: l’importo complessivo degli onorari del Cda non potrà superare gli 1,09 milioni di franchi. Nello specifico, quello del suo presidente ammonterà al massimo a 255mila franchi, mentre la retribuzione totale della direzione del gruppo (Ceo incluso) sarà limitata a 6,10 milioni.

 
Il governo solettese: stop alla chiusura di uffici postali

Il Gran Consiglio solettese si oppone unanime allo smantellamento di uffici postali: con i voti di tutti i 96 deputati presenti (su 100) ha approvato ieri un’iniziativa cantonale da sottoporre al parlamento federale.

Nel Canton Soletta pesa la minaccia di una chiusura su 21 uffici postali, secondo i dati resi noti l’anno scorso, e per altri 23 la Posta ha fornito una garanzia che non va oltre il 2020. L’iniziativa cantonale mostra i sentimenti che prevalgono nel cantone riguardo al taglio radicale previsto dall’ex regia federale, ha affermato il presidente della commissione che ha presentato l’iniziativa al plenum, Edgar Kupper (Ppd). La legge sulle poste e la relativa ordinanza vanno rivedute in modo che “la pressione per una ottimizzazione economica nel settore della rete degli uffici postali vada ridotta”, chiede l’iniziativa cantonale elaborata dal Consiglio di Stato solettese su richiesta del parlamento. Essa esige pure che l’offerta di prestazioni di servizio pubblico sia per lo meno mantenuta e che la velocità di un adeguamento tenga conto dei bisogni della popolazione.

Il Gran Consiglio ticinese aveva adottato per primo nel 2016 (con 77 voti a zero e due astensioni) un’iniziativa cantonale mirante a rafforzare la posizione dei comuni nei negoziati con la Posta, permettendo loro in particolare la via del ricorso fino al Tribunale amministrativo federale. L’iniziativa aveva in seguito ottenuto il sostegno dei Cantoni Vallese e Ginevra mediante risoluzioni. Il Gran Consiglio di Basilea Città ha approvato lo scorso novembre una sua iniziativa cantonale per una moratoria sulla chiusura di uffici postali in tutta la Svizzera.

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