Svizzera

Adeline, troppa autonomia nel centro di reinserimento

Pubblicato il rapporto della Commissione d'inchiesta parlamentare di Ginevra chiamata a fare luce sulle circostanze dell'assassinio della socioterapeuta

Keystone
18 aprile 2018
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Troppa autonomia per il centro della Pâquerette nel caso Adeline. È quanto emerge dal rapporto pubblicato oggi dalla Commissione d’inchiesta parlamentare di Ginevra, chiamata a far luce sulle circostanze dell’assassinio della socioterapeuta nel settembre del 2013.

Il centro di reinserimento sociale, chiuso dal momento della tragedia, si trovava nel carcere di Champ-Dollon a Ginevra. L’obiettivo dell’unità era di preparare la liberazione dei detenuti pericolosi incarcerati da anni. Per favorire ciò venivano organizzate uscite accompagnate, ed è proprio durante una di queste che Adeline è stata sgozzata da Fabrice A.

Nelle conclusioni del rapporto, la commissione ritiene che l’inchiesta "ha rivelato un funzionamento meno idilliaco rispetto al ritratto fatto poco dopo il dramma, con l’esistenza di conflitti interni e incidenti più o meno gravi, il tutto con una cancellazione progressiva delle autorità di vigilanza".

Anche la collocazione fisica della Pâquerette ha posto problemi: la struttura apparteneva all’Ospedale universitario di Ginevra (HUG), sebbene si trovasse all’interno del carcere di Champ-Dollon. Questa integrazione è stata "fonte di numerosi conflitti tra le due amministrazioni", rileva la commissione nelle sue conclusioni.

La Pâquerette era poco sorvegliata e c’erano poche direttive, indica la commissione. Nel corso del tempo, il centro si è evoluto verso un funzionamento autarchico largamente sconnesso dal sistema, ritiene la commissione.

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