Svizzera

Le zone 30 escono dai quartieri

Il Tribunale federale: riduzione della velocità possibile anche lungo le strade principali. Comuni e cantone faranno di più contro l'inquinamento fonico?

4 aprile 2018
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Rendere la strada più sicura, migliorare la qualità di vita degli abitanti: è la duplice motivazione che ha spinto nel 2015 il Cantone di Basilea-Città a inserire la Sevogelstrasse – asse di transito principale in un quartiere residenziale basilese – in una zona 30. Il Tribunale federale (Tf) gli ha dato ragione. La scorsa settimana, respingendo un ricorso dell’Automobile club svizzero (Acs), i giudici losannesi hanno adottato una decisione di ampia (benché per ora solo potenziale) portata. La sentenza, da un lato potrebbe accelerare l’istituzione di ulteriori zone a velocità limitata altrove in Svizzera; dall’altro, incoraggiare chi intende avvalersi della nuova possibilità di denunciare città, comuni e cantoni che negli ultimi trent’anni non hanno fatto abbastanza – ad esempio creando zone 30 – per proteggere gli abitanti dal rumore generato dal traffico.

Il Tf – ne hanno riferito in questi giorni diversi media d’Oltralpe – ha in sostanza stabilito che le cosiddette ‘strade orientate al traffico’ (gli assi principali destinati al transito veicolare) non devono per forza sottostare al limite generale di 50 km/h. Laddove il rumore è eccessivo e se la sicurezza degli utenti (bambini che si recano a scuola ecc.) può essere migliorata, anche su queste arterie stradali – e non soltanto su quelle ‘orientate all’insediamento’, o di quartiere – il limite di velocità può essere ridotto a 30 km/h. La “decisione guida” adottata dal Tribunale federale consentirà già nei prossimi mesi di ridurre significativamente il rumore lungo la Sevogelstrasse, ha scritto in una nota il Dipartimento delle costruzioni e del traffico del Cantone di Basilea-Città. In tal modo le esigenze poste dall’ordinanza contro l’inquinamento fonico (Oif) saranno soddisfatte, rimarca ancora il dipartimento cantonale.

Nel corso degli anni, in effetti, le zone 30 (quando non 20) – caldeggiate dagli amministratori comunali, oggetto un po’ ovunque di ricorsi da parte delle associazioni di difesa degli automobilisti – sono state utilizzate in Svizzera anche in chiave di lotta all’inquinamento fonico. Sono considerate sempre più – non esclusivamente nei quartieri residenziali, molti dei quali già trasformati in zone 30 e dove quindi il potenziale di attuazione si è ormai assottigliato – come uno degli strumenti più efficaci per proteggere gli abitanti dal rumore eccessivo. E, dunque, come una via che permette a costi relativamente contenuti di rientrare nei parametri stabiliti dall’Oif.

Città, comuni e cantoni hanno avuto trent’anni di tempo per risanare le loro strade. Il termine concesso dall’ordinanza del dicembre 1986 è scaduto pochi giorni fa, il 31 marzo 2018. Da allora chi vive lungo una strada dove i valori limite vengono superati può fare causa ai proprietari, ovvero in primo luogo a cantoni e comuni. L’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) calcola che a questi ultimi e alla Confederazione potrebbero giungere richieste di indennizzo per complessivi 19 miliardi di franchi, ha ricordato giorni fa ‘10 vor 10’. La Lega svizzera contro il rumore – ha dichiarato all’emissione della tv svizzerotedesca Srf il suo presidente, Peter Ettler – conta di riunire nei prossimi mesi almeno 300 persone, tra proprietari di immobili e inquilini, per avviare e portare fino al Tribunale federale tre cause pilota volte a creare giurisprudenza in questo campo.

Nonostante gli sforzi intrapresi e le centinaia di milioni spese, il traffico stradale resta di gran lunga la fonte principale di rumore in Svizzera. Stando all’Ufam, una persona su cinque durante il giorno e una su sei la notte è esposta al proprio domicilio – principalmente in città e negli agglomerati urbani – a un livello di rumore del traffico stradale dannoso o molesto. L’Ufam stima in 900mila gli appartamenti o le unità abitative esposte al rumore del traffico stradale durante il giorno (800mila circa la notte). Il Ticino non fa eccezione. Si calcola che più del 30% degli abitanti sia esposto a immissioni foniche generate dal traffico stradale superiori ai valori limite. Quasi 350 km di strade cantonali e circa 70 di strade comunali necessiterebbero di un risanamento in tal senso, indicava lo scorso anno il Dipartimento del territorio.

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