Svizzera

Secondo giorno di sciopero all'Ats

Nessuna apertura al dialogo da parte della direzione e del Cda. I giornalisti si fermano anche oggi

31 gennaio 2018
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Chiedevano al Consiglio di amministrazione (Cda) di avviare, a partire dalle 13 di ieri, “trattative serie” sulle richieste della redazione (cfr. articolo sotto). Non se n’è fatto nulla: nessun incontro, nemmeno con la direzione dell’azienda, nella quale comunque la fiducia “è andata persa”. E così le giornaliste e i giornalisti dell’Ats hanno deciso di proseguire lo sciopero “a tempo indeterminato” proclamato a stragrande maggioranza lunedì sera e iniziato ieri mattina. Si andrà avanti anche oggi; e magari oltre, fino a quando sul tavolo non vi saranno “concrete offerte” da parte della direzione o del Cda, si legge in un comunicato diffuso in serata dal sindacato Syndicom.

Lo sciopero – il primo nella ultracentenaria storia dell’Ats, fa seguito a quello di avvertimento di martedì scorso – è iniziato alle 6.30. Un paio d’ore dopo assemblea all’Hotel National, poi attorno a mezzogiorno corteo fino a Piazza federale. Ad accompagnare le collaboratrici e i collaboratori dell’Ats, alcuni esponenti della politica federale (i consiglieri nazionali socialista Matthias Aebischer ed ecologista Regula Rytz, tra gli altri) e dei sindacati. Numerosi gli attestati di solidarietà, tra i quali quelli della consigliera federale Doris Leuthard e della sezione ticinese del Ps.

Finora è servito a poco. L’invito ad aprire “trattative serie” sulla ristrutturazione non è stato raccolto ieri dai vertici aziendali. Il presidente del Cda, Hans Heinrich Coninx, ha lasciato trapelare che una riunione potrebbe tenersi nei prossimi giorni. Le misure decise (licenziamenti compresi) entrano in vigore domani.

Syndicom stila malgrado tutto un bilancio positivo: “Il primo giorno di sciopero ha ottenuto l’effetto desiderato. A causa dell’interruzione del lavoro la direzione dell’Ats ha potuto garantire solo un servizio di emergenza [pochissime le notizie inviate in lingua tedesca, nessuna in italiano, ndr]; l’eco mediatica è stata enorme e la solidarietà del tutto positiva”.

L’agenzia di stampa ha annunciato l’8 gennaio che avrebbe dovuto procedere a una profonda riorganizzazione. Nonostante il rinnovo dei contratti con i maggiori clienti, prevede per il 2018 un crollo del fatturato a causa delle forti pressioni sui prezzi che hanno portato i vertici aziendali a concedere a tappeto sconti del 10%. Sullo sfondo, la prevista fusione con l’agenzia fotografica Keystone. In totale spariranno a breve 35 posti a tempo pieno (8 i licenziamenti, per 4,3 posti a tempo pieno) su 180. La misura tocca in totale oltre 80 persone. Verrà smantellata la redazione economica, quella estera verrà ridimensionata.

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