Svizzera

No Billag, Leuthard contro il 'Piano B' di Usam

Tv a pagamento? "In questo tipo di emittenti l’informazione non è prioritaria. Sono cinema, sport e sesso che vanno per la maggiore"

15 gennaio 2018
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"Si può affermare quel che si vuole, ma bisogna attenersi ai fatti". È quanto afferma la consigliera federale Doris Leuthard, intervistata sull’iniziativa "No Billag" con particolare riferimento al Piano B del direttore dell’Unione svizzera arte e mestieri (Usam), Hans-Ulrich Bigler. Un Piano B che dovrebbe garantire l’esistenza della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) anche in caso di approvazione dell’iniziativa il 4 marzo. Proposte che prevedono la vendita di abbonamenti tematici (calcio, sci, hockey) e per fasce orarie, l’aumento della pubblicità e il sovvenzionamento pubblico di alcune trasmissioni.

"Il volume globale della pubblicità è stagnante da anni e la stampa scritta patisce per il trasferimento degli annunci verso i media online e le finestre pubblicitarie delle reti televisive estere. Non vedo come emittenti private che si rivolgono a un pubblico limitato potrebbero accaparrarsi una parte supplementare del mercato pubblicitario", ha fatto notare la consigliera federale. "Quanto alla possibilità di sovvenzionare alcuni programmi televisivi – aggiunge la consigliera federale – la responsabile Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (atec) ha ricordato che il testo dell’iniziativa non solo vieta la riscossione di un canone, ma anche la concessione di sovvenzioni a TV e radio. Inoltre stralcia le disposizioni che permettono di sostenere le minoranze linguistiche. Il solo fatto di chiedere nuove sovvenzioni dimostra che in Svizzera il finanziamento esclusivamente commerciale non è possibile"

Un cenno, poi, alla regolamentazione oltre confine. "In tutti i paesi europei esiste un sistema misto, le PayTV sono invece la regola negli Stati Uniti e in Australia, che dispongono di un mercato estremamente più grande del nostro", ha spiegato la Leuthard precisando che "in questo tipo di emittenti l’informazione non è prioritaria, sono cinema, sport e sesso che vanno per la maggiore. Contrariamente all’iniziativa contro l’immigrazione di massa, il cui testo era poco chiaro e lascia margine di manovra al parlamento, quello di No Billag è esplicito. La situazione è simile a quanto avvenuto con l’iniziativa sulle residenze secondarie che limita al 20% il loro numero: il tetto massimo dev’essere rispettato e non ci sono scappatoie".

"Il "Piano B" presentato la scorsa settimana si basa in gran parte su un articolo della "Weltwoche"", ha fatto notare ancora la consigliera federale. A suo avviso Bigler sta conducendo una "faida personale" dopo l’approvazione in votazione popolare, nel giugno del 2015, della nuova Legge federale sulla radiotelevisione. "Il direttore dell’Usam si è battuto in prima linea contro il testo sostenendo che avrebbe fatto aumentare il canone di migliaia di franchi. In realtà il canone è sceso, i tre quarti delle piccole e medie imprese saranno esentate e solo poche grandi aziende dovranno pagare di più rispetto ad oggi", ha concluso Doris Leuthard.

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