Svizzera

Dieci anni dopo il processo Swissair. Gli ultimi tre Ceo vivono all'estero

(Keystone)
6 giugno 2017
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Dieci anni fa, il 7 giugno 2007, è stato pronunciato il verdetto del più grande e costoso processo economico mai visto in Svizzera: tutti i 19 imputati nel caso del fallimento della compagnia aerea nazionale Swissair venivano assolti.

A dieci anni di distanza il liquidatore sta tuttora cercando di restituire la maggior parte dei soldi ai creditori e molte questioni restano ancora aperte. Il 'grounding' di Swissair nell’ottobre 2001 vedeva infrangersi un mito elvetico. Insieme a migliaia di impieghi venivano persi anche diversi miliardi di franchi. “Complessivamente i creditori hanno chiesto tra i 15 e i 20 miliardi di franchi”, ha detto Karl Wüthrich in un’intervista rilasciata all’ats. L’avvocato e liquidatore si occupa della liquidazione di SAirGroup Holding, come anche delle filiali SAirlines, Swissair e Flightlease.

In seguito al fallimento e dopo un lungo e costoso processo il 7 giungo di dieci anni fa, davanti a 300 persone il presidente del tribunale del distretto di Bülach (ZH), Andreas Fischer, emetteva il verdetto: nessuno dei capi d’accusa nei confronti degli ex dirigenti di Swissair veniva considerato e gli imputati venivano indennizzati per 3 milioni di franchi. Al termine di tre lunghe giornate di requisitoria, il Ministero pubblico aveva chiesto pene di prigione tra 6 a 28 mesi e aliquote giornaliere che andavano da 90 a 360 per un massimo di oltre un milione di franchi. Lungo 100 pagine l’atto di accusa riguardava in particolare reati di amministrazione infedele, cattiva gestione, falsità in documenti e false indicazioni su attività commerciali.

Il processo è durato 29 giorni dal 16 gennaio al 9 marzo 2007 e ha visto succedere quattro procuratori e tre giudici. Principale accusato l’ultimo presidente della direzione di SAirGroup Mario Corti era l’unico a rischiare la reclusione. Il procuratore chiedeva per lui 28 mesi di cui sei da scontare e aliquote giornaliere per un totale di 1,08 milioni di franchi. Il processo conclusosi con il verdetto di giugno non ha permesso di rispondere a tutte le domande in sospeso. La giustizia non ha trovato colpevoli e gli interventi alle Camere federali sono rimasti vani.

...e che fine hanno fatto gli ultimi tre Ceo?

Philippe Brüggisser, numero uno di SAirGroup dal 1997 al gennaio 2001, vive oggi in Florida, dove lavora come consulente nel settore del trasporto aereo, stando al suo profilo sulla rete sociale LinkedIn. Era stato l’ideatore dell’aggressiva strategia di espansione che aveva portato Swissair a comprare compagnie straniere.

Dopo Brüggisser le redini del gruppo erano state assunte da Eric Honneger, ex consigliere di stato zurighese e presidente del consiglio di amministrazione, che aveva esercitato un doppio mandato. Honneger rimase per poco. In seguito ha raccolto la sua esperienza – dubbi, delusioni, perdita di reputazione e di amicizie – in un libro. Dal 2012 gestisce un albergo in Austria. Contattato dall’Ats, non ha voluto tornare sul processo, perché sono ancora pendenti cause civili in relazione a SAirGroup.

Mario Corti è stato Ceo da marzo 2001 al momento del fallimento, circa sei mesi più tardi. L’ex ambasciatore e responsabile delle finanze di Nestlé ha partecipato attivamente al processo del 2007. “Non esisteva e non esiste alcun dubbio che un salvataggio del gruppo Swissair fosse assolutamente possibile anche dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre”, ha dichiarato retrospettivamente nel 2011 sulla 'SonntagsZeitung'. Emigrato negli Stati Uniti già prima del processo, lavora dal 2003 a Boston come indipendente, secondo il suo profilo LinkedIn.

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