Svizzera

Uccise nel 2013 la giovane Marie, internato a vita in prima istanza. Oggi il processo d'appello 

1 settembre 2016
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Claude D., 40 anni, aveva ucciso nel 2013 la 19enne Marie a Payerne (VD). In primo grado era stato condannato all’ergastolo e all’internamento a vita. Una pena molto dura che aveva fatto discutere. Oggi La Corte d'appello del Tribunale cantonale vodese lo giudicherà nuovamente.

Per il processo d’appello è stata prevista una sola giornata. La sentenza dovrebbe essere comunicata domani.

I difensori di Claude D. avevano depositato a fine aprile una richiesta d’appello sostenendo che si è trattato di un omicidio intenzionale e non di un assassinio, reato più grave nel codice penale. A loro avviso, la condanna dovrebbe essere al massimo di 20 anni di prigione e non l’ergastolo. Contestano pure l’internamento a vita inflitto al loro assistito.

Il 24 marzo scorso, durante la lettura della sentenza di primo grado, il presidente del Tribunale della Broye aveva definito Claude D. un "serial killer" che "non può essere sottoposto a lungo termine a una terapia, perché il rischio di recidiva è estremamente elevato".

Claude D. aveva conosciuto Marie quando stava espiando – con un braccialetto elettronico – una condanna a 20 anni di reclusione inflittagli per aver ucciso la sua ex compagna a colpi di pistola. Il 13 maggio 2013 costrinse la ragazza a salire sulla sua automobile e la portò in un bosco di Torny-Le-Grand (FR), vicino a Payerne, dove la strangolò. L’uomo venne arrestato il giorno seguente dopo un inseguimento da parte della polizia.

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