Il Taf respinge il ricorso contro la campagna 'Love Life'

Nel luglio 2014, tramite i loro rappresentanti legali, 35 bambini e ragazzi di età compresa tra i 4 e i 17 anni avevano inoltrato all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) un’istanza mediante la quale chiedevano di sospendere la campagna «Love Life – nessun rimpianto». Questa comprendeva la diffusione di spot alla televisione, al cinema e sul sito web, nonché l’affissione di 2mila manifesti. Vi venivano mostrate immagini e filmati raffiguranti atti sessuali.

In una sentenza risalente al 25 aprile ma pubblicata soltanto oggi, il Tribunale amministrativo federale (Taf) ha respinto il ricorso inoltrato dai 35 bambini e ragazzi contro la decisione dell'UFSP di non entrare nel merito della loro istanza.

I giudici non hanno “riconosciuto ai ricorrenti un interesse degno di protezione a ottenere la sospensione della campagna rispettivamente a far accertare l’illiceità”, si legge in una nota. 

Il Tribunale è giunto alla conclusione che a causa dell’ampia risonanza della campagna, i ricorrenti avrebbero potuto far valere un interesse degno di protezione soltanto se fossero particolarmente toccati rispetto alla collettività in generale. Nel caso in questione, sottolinea il Taf,  i ricorrenti non hanno sufficientemente dimostrato l’esistenza di un simile interesse.

Rispetto ad altri bambini e ragazzi e ai loro genitori, i ricorrenti non subiscono uno specifico pregiudizio e pertanto non sono particolarmente toccati, argomentano i giudici. Il Tribunale ha segnatamente ritenuto che i danni alla salute fatti valere dai ricorrenti e che sarebbero da ascrivere all’esposizione alla campagna «Love Life» sono troppo vaghi e inoltre non resi abbastanza verosimili. Dei generici pericoli potenziali non sono sufficienti. Per questo motivo mancano le basi per far entrare l’UFSP in materia sul ricorso.

La sentenza può essere impugnata dinanzi al Tribunale federale.