Tennis

E il mondo impazzì per i Fedal. Così Rafa e Roger, i migliori nemici, sono diventati una coppia da sogno (video e foto gallery)

25 settembre 2017
|

Cosa sia, nessuno lo ha forse capito davvero. E però, visto il pienone e l'entusiasmo sugli spalti della O2 Arena di Praga, ma soprattutto le numerosissime reazioni sui social, alla Laver Cup tanto voluta da Roger Federer un merito va dato: quello d'esser stata una grande vetrina del tennis e aver mostrato un altro volto di questo sport.
Uno sport che non prevede pareggio e che dunque fa di chiunque sia dall'altra parte della rete, un rivale da battere, per non essere a propria volta battuti. Uno sport che, però, ti 'costringe' a riconoscere i meriti dell'avversario quando è lui ad avere la meglio; ché nel tennis va così: alla fine, vince sempre il migliore. 

Forse nessuno o quasi ha capito davvero cosa sia, ma la Laver Cup un pezzetto di storia l'ha già consegnata agli annali del tennis. Ha creato la coppia da sogno, mettendo in campo due che in carriera se le sono sportivamente date di santa ragione. Roger Federer e Rafael Nadal, la bellezza di 35 Slam in due (19 uno e 16 l'altro), una delle rivalità più belle del tennis – "in campo era così prima, sarà così anche dopo, ha affermato il renano, ma questi giorni insieme sono stati fantastici” –, giocando in doppio assieme, hanno fatto impazzire il mondo. I Fedal, come già venivano chiamati da separati, ora sono ancora più legati uno all'altro.


Sarà anche che la Laver Cup è una gigantesca macchina da soldi, ma confessiamo che vedere i due migliori nemici parlottare e ridere ed esultare e fremere uno di fianco all'altro, è una di quelle immagini che mai avremmo pensato di vedere ma che, diventata realtà, abbiamo capito che abbiamo sempre desiderato.

Certo, si dirà – e s'è detto –: il tennis è altro. Chi in questo evento vede solamente un'enorme operazione commerciale (dietro c'è Team 8, l'agenzia di management creata nel 2013 dal basilese e dal suo agente Tony Godsick, e il sostegno di alcuni degli storici sponsor di Federer), obietta che in palio non ci sono coppe 'vere' e i punti raccolti non fanno classifica. I più scettici spiegano la partecipazione, oltre che dello svizzero, di ben quattro top ten tra cui addiruttura il numero uno al mondo, con i sicuramente lautissimi ingaggi ricevuti.
Sarà che 'sti campioni hanno accettato di giocare (anche) per (i tanti) soldi, ma da inguaribili romantici nel gesto di Rafa il guerriero, che ancora oggi ha postato sui suoi canali social una foto del Team Europe dicendosi felicissimo per la vittoria, vogliamo credere a una gioia sincera; nei suoi 'Vamooos!' urlati al tetto della O2Arena di Praga, tanta voglia di vincere una seppur 'finta' coppa.

Forse nessuno ha davvero capito cosa sia davvero, la Laver Cup. Qualunque cosa sia, qualunque futuro abbia – sempre che lo abbia, un futuro, in uno degli sport più conservatori –, ci ha regalato momenti quasi surreali (Rafa che dispensa consigli tattici a Roger, impegnato in singolare), ma soprattutto un abbraccio tra i più 'improbabili': quello con cui lo spagnolo ha quasi travolto lo svizzero dopo la vittoria, decisiva, contro Kyrgios (al minuto 1'55").

O Rafa ha voluto attentare alla schiena di Roger, oppure la Laver Cup, qualunque cosa sia, è stato uno spot ideale per l'ingessato tennis. Una boccata d'ossigeno, in tempi in cui la sola competizione a squadre, la pur antica e prestigiosa Coppa Davis, è in piena crisi d'identità.
Poi certo, da oggi si ricomincia con le partite vere, la caccia ai punti veri e alle coppe che contano. Ma chi ha detto che il tennis non possa essere anche questo? Una competizione 'strana', una coppia 'improbabile', un abbraccio che è un po' un sogno.

 

Il risultato

Per la cronaca: è finita 15 a 9 per gli europei. Il risultato è meno netto di quanto sembra, visto il bizzarro sistema di punteggio, pensato per far durare più a lungo possibile la suspence: le partite giocate al venerdì valgono un punto, quelle di sabato 2 punti e i match della domenica addirittura 3. Per aggiudicarsi il trofeo dedicato a Rod Laver, che non si è perso uno scambio, occorrono 13 punti.

Le regole

Si affrontano due squadre – Europe e The World –, composte da sei giocatori ognuna e capitanate da una leggenda del tennis; rispettivamente Björn Borg e John McEnroe in questa prima edizione. Sotto la bandiera europea c'erano Rafael Nadal (Atp 1), Roger Federer (2), Sascha Zverev (4) Marin Cilic (5), Dominic Thiem (7) e Tomas Berdych (19); per il resto del mondo sono scesi in campo John Isner (17), Nick Kyrgios (20), Jack Sock (21), Denis Shapovalov (52) e Frances Tiafoe (73).

Si svolgerà tutti gli anni (a eccezione dell'estate in cui si disputano le Olimpiadi) due settimane dopo la fine degli Us Open. Si giocherà alternativamente tra Europa e resto del mondo; l'edizione 2018 è prevista all'United Center di Chicago.

Dura tre giorni: il venerdì e sabato si gioca in day e night session, la domenica solamente di giorno. Si disputano 4 partite al giorno (3 singolari e un doppio); ognuno gioca almeno un singolare nei primi due giorni, nessuno però più di due durante la competizione. Almeno 4 giocatori devono scendere in campo per i doppi; nessuna coppia può essere schierata due volte, salvo in caso di risultato in parità (12 a 12) la domenica.

Si gioca su superficie in duro, indoor oppure in una struttura dotata di copertura.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔