Sci

Lara Gut-Behrami campionessa del mondo in superG

La 29enne ticinese imita quanto fatto da Michela Figini nel 1985 a Bormio (in discesa) e si prende l'oro a Cortina davanti alla connazionale Corinne Suter

11 febbraio 2021
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Medaglia d'oro, titolo di campionessa del mondo. La prima se la leverà (forse) stasera, il secondo non glielo toglierà più nessuno, inciso nel dna di un'atleta che sull'Olympia delle Tofane ha compiuto un altro passo nella storia dello sci alpino ticinese, svizzero e mondiale. Sì, Lara Gut-Behrami ce l'ha fatta e con una dimostrazione di forza come solo i più grandi campioni, nel superG di Cortina si è presa quel titolo mondiale che ancora le mancava, lei che tra Mondiali (7 partecipazioni, 3 argenti e 2 bronzi) e Olimpiadi (2, un terzo posto a Sochi 2014) in carriera aveva già raccolto sei medaglie, ma mai del metallo più prezioso.

Stavolta però niente e nessuno ha potuto fermare la ticinese, di gran lunga la migliore a interpretare le sinuosità di un pendio ai piedi delle Dolomiti finalmente soleggiato – la gara, inizialmente prevista martedì, ha aperto una rassegna iridata fino a oggi bloccata dal maltempo –, anche se spazzato da un vento che non ha però disturbato più di tanto le concorrenti. Di certo non la 29enne di Comano, scesa con il numero sette – e addosso la pressione della favorita numero uno dopo le quattro vittorie consecutive in superG in Coppa del mondo – e subito velocissima, con il vantaggio sulla connazionale Corinne Suter (in quel momento al comando) che è gradualmente salito, passando dai 20 centesimi del primo intermedio ai 62 del terzo. Poi, il fatidico numerino ha iniziato a scendere ma in maniera controllata, con la vincitrice della Coppa del mondo 2016 che è sembrata gestire la seconda parte di gara e così il vantaggio al traguardo si è attestato a 34 centesimi sulla connazionale e 47 sull'americana Mikaela Shiffrin (a proposito di campionesse, la statunitense è arrivata a Cortina con soli cinque giorni di velocità nelle gambe in questa stagione e non si è giocata l'oro fino all'ultimo solo per un grandissimo errore poco dopo il minuto di gara).

Una classifica bellissima per i colori ticinesi e rossocrociati che si è cristallizzata, con solo la campionessa olimpica della disciplina, la ceca Ester Ledecka, capace di far correre un piccolo brivido lungo la schiena delle atlete sul podio passando con il miglior tempo al primo intermedio, salvo poi perdere terreno lungo la sua discesa e chiudere quarta a 53 centesimi da una Gut-Behrami che è diventata la seconda ticinese della storia a laurearsi campionessa del mondo dopo l'oro in discesa conquistato da Michela Figini nel 1985 a Bormio (Doris De Agostini dal canto suo si era messa al collo il bronzo nel 1978 a Garmisch-Partenkirchen). E la prima svizzera a mettersi al collo l'oro iridato in superG dal 1987, quando in occasione del debutto della disciplina ai Mondiali di Crans-Montana Maria Walliser si era imposta davanti alla stessa Figini.

Lara: ‘Sono rimasta sorpresa dalla neve’

«È meglio aspettare fino alla fine, in passato è già successo di perdere la vittoria per pochi centesimi, spero che stavolta basti», le prime parole rilasciate da Lara alla Rsi quando ancora dovevano scendere 21 delle 43 atlete al via, anche se le migliori erano già al traguardo. Dove la stessa ticinese, al termine della sua discesa, non è sembrata del tutto soddisfatta della sua prestazione... «Quando ai Mondiali arrivi in fondo e vedi il numero uno davanti al tuo nome è sempre positivo, ma in gara sono rimasta un po' sorpresa dalla neve. Dopo aver guardato le altre scendere ho provato a stringere le linee ma a volte il piede scivolava e non ero così contenta, anche se ho capito che è una sensazione condivisa anche dalle altre atlete, sono stati giorni complicati e la pista si è rivelata più difficile di come ce l'aspettavamo».

L'emozione di papà Pauli

«Si chiude un cerchio – le parole colme di emozione di Pauli Gut, papà e allenatore di Lara –. È una grandissima soddisfazione dopo così tanti anni e così tante gare. È bellissimo, ma l'oro non era diventato un'ossessione, stavamo bene anche senza visto tutto quello che aveva fatto e vinto. Siamo andati avanti cercando di fare sempre il meglio e pensando più al processo che al risultato. Ed è andata bene».

La sensazione che prevale? «Orgoglio. Per tutto quanto fatto. E soprattutto da papà è stato un grande privilegio poter seguire mia figlia in questa avventura di 25 anni, siamo cresciuti assieme e questa è la cosa più bella».

Terza medaglia mondiale per Suter, Gisin paga un erroraccio

Corinne Suter ha dal canto suo pagato (nella corsa all'oro) una partenza un po' incerta, che non le ha comunque impedito di mettersi al collo la sua terza medaglia iridata dopo l'argento e il bronzo conquistati rispettivamente in discesa e sempre in superG ai Mondiali di Are di due anni fa. Un risultato che le dà fiducia e soprattutto le toglie un bel po' di pressione in vista della discesa di sabato, nella quale sarà ancora tra le favorite al successo.

Avrebbe forse potuto giocarsi un posto sul podio anche Michelle Gisin, ma l'obvaldese ha commesso a sua volta un grave errore dopo circa 40 secondi di gara che l'ha relegata all'ottavo rango a 89 centesimi dalla vetta e a 42 dal terzo posto.

Ha invece mancato la top-10 di 21 centesimi la quarta e ultima rossocrociata in gara, Priska Nufer.

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