laR+ Pechino 2022

Mida Jaiman: d’oro è l’occasione, non la medaglia

La 19enne leventinese lunedì in gigante e mercoledì in slalom difenderà i colori del suo paese di origine, la Thailandia, ai Giochi olimpici

4 febbraio 2022
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Lunedì mattina, poco dopo le 3 di notte in Svizzera (le 10.15 a Pechino), Lara Gut-Behrami si lancerà nello slalom gigante sulle nevi (artificiali) di Yanqing in quelli che saranno i suoi terzi Giochi olimpici, con la speranza di aggiungere una o più medaglie al bronzo conquistato in discesa nel 2014 a Sochi. In quegli stessi istanti, chissà cosa passerà per la testa di Mida Jaiman, 19enne cresciuta ammirando le gesta della campionessa partita alla conquista del mondo dagli stessi pendii airolesi sui quali lei, thailandese di nascita ma adottata da una coppia leventinese, ha imparato a sciare. Fino a ritrovarsi pure lei a Pechino, dove difenderà i colori del suo paese di origine in gigante e in slalom.

«Non sto ancora realizzando bene, d’altronde sono fatta così, spesso mi rendo conto solo all’ultimo delle cose e anche stavolta mi sa che andrà in questo modo, probabilmente realizzerò bene dove mi trovo solo quando sarò al cancelletto di partenza – ci racconta l’atleta di TiSki, per la quale la possibilità di gareggiare per la Thailandia e quindi prendere parte ai Giochi è nata la scorsa estate grazie proprio ai contatti tra la Federazione ticinese e quella del paese asiatico –. Partecipare alle Olimpiadi è il sogno di ogni atleta che fa competizione a un certo livello. Spesso è destinato a rimanere tale, a volte invece accade qualcosa che lo rende più concreto e poi lo trasforma in realtà. Ed è quello che è successo a me, quando mi si è presentata questa possibilità l’ho colta subito, non c’era molto da pensarci. Anche perché oltre a permettermi di prendere parte a un evento del genere, è un’occasione per riavvicinarmi al mio Paese d’origine, che per ora, pur essendo per me importante, non conosco molto».

Da quel momento, la ragazza di Catto, che dopo aver concluso la scuola per sportivi d’élite di Tenero ha iniziato a lavorare per la Valbianca (la ditta che gestisce gli impianti di Airolo ed è attiva nello sviluppo turistico della regione), ha adattato la sua vita in funzione dell’appuntamento a cinque cerchi. Tra novembre e dicembre ha svolto uno stage sugli sci con la nazionale thailandese, mentre a gennaio è tornata ad allenarsi con TiSki tra Svizzera e Italia. Il 28 è poi partita per Pechino, dove si trova da circa una settimana… «All’arrivo in aeroporto mi sono ritrovata di fronte solo persone bardate dalla testa ai piedi con tute, guanti e quant’altro per precauzione contro il Covid e ammetto che inizialmente è stato strano, ora però ci ho fatto l’abitudine. E devo dire che nonostante queste e altre misure di protezione, l’accoglienza è stata calorosa, sono tutti molto disponibili e organizzati, per cui non posso lamentarmi».

Certo è che per una cresciuta in Leventina, ritrovarsi a sciare in un comprensorio – il National Alpine Skiing Center, che comprende 7 piste da sci per un totale massimo di circa 900 metri di dislivello, realizzato ex novo a partire dal 2015 e completato nel 2019 – che vanta una media di precipitazioni nevose a inverno di 5 centimetri, deve fare un certo effetto… «Avevo già visto delle foto per cui un po’ sapevo cosa aspettarmi, ma vederlo dal vivo fa effettivamente un po’ strano, praticamente c’è solo una striscia bianca di neve in mezzo a una natura molto secca».

Al via con umiltà: ‘Ci tengo ad arrivare al traguardo’

Come detto Mida sarà già in pista lunedì in gigante, ma è tra le porte strette (il 9 febbraio, mercoledì) che la ticinese spera di esprimere tutto il suo potenziale. Che non per forza si traduce in un obiettivo a livello di posizione in classifica, a maggior ragione in una stagione in cui in gara ha fin qui faticato ad arrivare al traguardo… «Lo slalom è la mia disciplina preferita e quella a cui tengo di più. Non sono la Shiffrin e non ambisco a qualcosa di importante come una medaglia, ma ho anche io i miei piccoli grandi obiettivi. Uno su tutti: portare a termine le gare. Spesso non arrivo in fondo e per me sarebbe davvero importante riuscire a farlo qui. Tutto quello che arriverà in più, posto che proverò a fare del mio meglio, sarà ben accetto. È una questione più mentale che di tecnica, perché i mezzi per fare bene li ho, ma ci vuole anche la consapevolezza e la tranquillità per farli fruttare. Un mio modo per provare ad arrivare pronta alla gara è cercare di immaginarmi in anticipo tutto quello che potrebbe succedere, in modo da non venir travolta dagli eventi e dalle emozioni. Per il momento sta andando bene, anche se con il primo allenamento di gigante – andato anche bene, la pista è parecchio difficile ma sono riuscita a fare quello che dovevo – l’adrenalina è già salita parecchio».

A proposito di Shiffrin e compagnia, com’è ritrovarsi a fianco di campioni che fino all’altro giorno vedevi solo in televisione? «È molto interessante e stimolante, posso approfittarne per “studiarli” in pista ma non solo, anche in altri aspetti della gestione della loro vita da sportivi e della giornata. È un’occasione unica. Non ho ancora visto Lara Gut-Behrami, ma sono nello stesso stabile della squadra svizzera per cui ho già incontrato Michelle Gisin e in mensa ho visto anche Wendy Holdener. Sono pure riuscita a scambiare due parole con Mikaela Shiffrin e ho fatto il viaggio in bus con Dominik Paris. Penso sia anche questo il bello delle Olimpiadi, il fatto che grandi campioni e atleti giovani e non professionisti come me possano incontrarsi e condividere dei momenti. Sono davvero grata di poter vivere tutto questo».

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