Non basta la solida prova dei biancoblù, battuti nell’ennesimo all’overtime dallo Zurigo. Virtanen: ‘Ma abbiamo disputato una partita molto solida’
Ambrì – Porta la firma di Malgin la beffa. Che arriva a metà del prolungamento. L’ennesimo, ma ormai ciò non fa appunto quasi più notizia parlando dei biancoblù, arrivati con questo a quota diciannove e a 12 (in 19 partite) sul ghiaccio della Gottardo Arena.
«È un peccato, perché questa partita abbiamo avuto la possibilità di vincerla, tanto nei tempi regolamentari quanto nel supplementare: invece siamo usciti sconfitti, ed è una sconfitta dura da digerire», si rammarica a fine partita Jesse Virtanen. Già: nell’ultima sfida della stagione regolare con i campioni svizzeri, i biancoblù di Luca Cereda si devono accontentare di un punto. Un bottino un po’ misero considerato quanto mostrano a partire dalla seconda pausa, quando per parecchi minuti dettano il ritmo delle operazioni, non riuscendo però, colpevolmente, a prendere il largo dopo la rete iniziale di Heed. I leventinesi sono poi bravi pure a riprendere subito i Lions dopo che a una dozzina di minuti dal sessantesimo Rohrer aveva regalato ai suoi il loro primo vantaggio della serata, innescato però da un malinteso a centro pista tra Kubalik e Isacco Dotti. Il provvisorio 2-2 lo firma proprio il 33enne di Rauma, che interrompe così un digiuno di due mesi in fatto di reti: «È bello aver ritrovato la via del gol, ci voleva. In generale, abbiamo avuto altre chance per segnare; abbiamo disputato una partita molto solida, in cui ognuno ha lavorato molto duro, come avevamo fatto anche a Berna: abbiamo affrontato due delle migliori squadre del torneo e abbiamo raccolto punti, e questa è una bella iniezione di fiducia».
I biancoblù provano poi con insistenza a chiudere i conti prima della fine dei tempi regolamentari, ma un po’ per bravura della difesa avversaria (su tutti il solido Hrubec fra i pali), e un po’ anche per mancanza della necessaria lucidità al momento di finalizzare l’azione, i loro intenti non vanno a buon fine. Decisivo è dunque un overtime che vede prima i biancoblù costretti a soffrire in una sorta di boxplay a 2 contro 3 quando Heed perde il suo bastone, poi inconcludenti quando sulla ripartenza il terzetto leventinese fa girare il disco davanti e dietro la porta di Hrubec, con Weber che pure rompe il suo di bastone, senza mai riuscire a tirare verso di lui. Sul nuovo ribaltamento di fronte Malgin non spreca la sua di occasione: game over.
«Contro Berna prima e Zurigo oggi abbiamo disputato due ottime partite, facendo quattro punti: se siamo riusciti a disputare partite così contro due big, non vedo perché non possiamo farlo anche nelle sfide con gli avversari diretti che ancora ci attendono, a cominciare da quella di mercoledì contro l’Ajoie», tiene dal canto suo a sottolineare un Philippe Maillet in crescendo nelle ultime partite. «Sì, ultimamente ho ottime sensazioni e con i miei compagni di linea c’è una buona alchimia: cerchiamo di dare il massimo e creare il ‘momentum’ a nostro favore».
L’Ambrì Piotta, tramite licenza B, ha prestato al Visp Rocco Pezzullo. Il 23enne difensore, da subito a disposizione dei vallesani, potrà comunque essere richiamato in Leventina in caso di necessità.
Poco prima di metà partita, eccezion fatta per qualche fischio all’indirizzo del poker arbitrale dalla condotta di gara non ineccepibile, dalle tribune parte un applauso convinto. Quello, per contro, è tutto per i biancoblù, che al rientro sul ghiaccio dopo la prima pausa sembrano essersi trasformati in una squadra di… domatori, con i Lions che per la prima metà della frazione centrale per lunghi tratti si ritrovano schiacciati nel loro settore difensivo. All’Ambrì Piotta manca però quel pizzico di fortuna per raccogliere i frutti di quanto (parecchio) seminato, a immagine del bastone di Virtanen che si spezza in due al momento di scoccare la bordata dalla linea blu con i leventinesi in powerplay. Un’altra volta, dopo un tiro di Maillet troppo alto a ridosso del portiere avversario, è il palo a dire di no agli uomini di Cereda, e stavolta in particolare a Heed. Con lo svedese che, però, una manciata di secondi più tardi trova il pertugio giusto per finalmente battere il portiere slovacco dei campioni svizzeri, sbloccando lo 0-0 iniziale e spezzando quello che con l’andar dei minuti stava sempre più assumendo le parvenze di un sortilegio.