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Jonas e il tris di ‘Diavoli’ sullo scacchiere elvetico

Aspettando la Danimarca, Siegenthaler racconta della sua stagione oltre Atlantico e della ‘convivenza’ con Meier, Schmid e Hischier

Il thailandese... rossocrociato
(Keystone)
17 maggio 2024
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Praga – Questione di prospettive. Se all’altro capo dell’Atlantico c’è un Tom Fitzgerald – il General Manager dei New Jersey Devils – che mastica amaro, da questa parte dell’oceano, e più precisamente a Praga, c’è un Patrick Fischer che se la ride. Perché l’eliminazione della franchigia dai playoff di Nhl ha fatto ‘guadagnare’ tre importanti pedine sul suo scacchiere: Akira Schmid e, soprattutto, Nico Hischier e Jonas Siegenthaler. «Visto come erano andate le cose la stagione precedente, avevamo iniziato il campionato 2023/24 con grandi aspettative – racconta quest’ultimo. Purtroppo però le cose non sono andate così: non siamo stati all’altezza delle aspettative... Alti e bassi si sono alternati durante la stagione, e contro squadre come San José e Anaheim, in cui dovevamo vincere, abbiamo perso preziosi punti, che poi ci sono mancati per accedere ai playoff. Non ci è mancato molto, ma non ce l’abbiamo fatta. Nelle due precedenti stagioni avevamo compiuto un passo avanti, mentre nell’ultima abbiamo fatto su e giù. Dobbiamo prenderla come una lezione: siamo una squadra giovane e possiamo ancora crescere. Ciò che conta è l’esperienza».

Per il numero 97 della Nazionale di Fischer, la stagione appena andata agli archivi oltre oceano è però stata caratterizzata da diversi infortuni, fra cui una commozione cerebrale: «Effettivamente, sotto questo aspetto non è stato un anno particolarmente felice. Due infortuni, un piede rotto da un tiro e la commozione cerebrale rimediata dopo una carica di Matt Rempe (New York Rangers): è un tipo che gioca forte e duro. Uno che, con tutto il rispetto che nutro per lui, fa valere tutta la sua stazza (109 kg per 189 cm, ndr). Con i suoi 21 anni è ancora giovane, ma anche lui imparerà... Tra New Jersey Devils e New York Rangers le sfide sono sempre ’calde’, un po’ come un derby tra Zurigo e Kloten degli anni passati. Sono partite dure, ma belle da giocare».

Ai Devils, Jonas Siegenthaler è arrivato con l’intenzione di restarci a lungo, visto che due anni fa aveva firmato un contratto valido fino al 2028: «Mi trovo molto bene con questa squadra e sono contento alla prospettiva di giocare ancora quattro stagioni lì». In New Jersey era sbarcato dopo aver vestito la maglia dei Washington Capitals, con cui il 27enne zurighese aveva esordito sulla ribalta della Nhl... «A Washington andava tutto bene. Ma con l’arrivo di Zdeno Chára, che mi ha quasi rubato il posto, le cose sono cambiate. A complicare il tutto ci si è messo il coronavirus, che ha ridotto il numero di partite: ho dunque capito che per la mia crescita personale sarebbe stato meglio cambiare aria. Ora, con i Devils, tutto va per il meglio: per me è stata la migliore soluzione che potessi prendere». In New Jersey, Siegenthaler è andato a... rinfoltire la colonia rossocrociata, che comprende pure Timo Meier, Nico Hischier e Akira Schmid. «Sì, è qualcosa di speciale: quasi la metà degli svizzeri che calcano la scena della Nhl giocano qui. È una cosa più unica che rara, e penso che difficilmente si potrà ripetere anche in futuro. Siamo consapevoli di vivere una situazione più unica che rara, e ci godiamo questo momento».

La ‘colonia svizzera’ del New Jersey: un unicum forse irripetibile

Come vive la ‘colonia svizzera’ del New Jersey? «Quando siamo in trasferta, Nico, Timo e io andiamo sempre a mangiare assieme, ogni tanto anche con altri giocatori. Soprattutto gli svedesi. I miei migliori amici, in ogni caso, restano Nico e Timo. L’ho visto a Zurigo, in gara 7 della finale, e gli ho scritto per sapere come andava dopo l’operazione. Ci teniamo regolarmente in contatto e in estate ci vediamo».

Il Mondiale

‘Dobbiamo focalizzarci unicamente sul presente’

Quest’anno, al Mondiale la Svizzera ha potuto contare su un effettivo ‘nordamericano’ quasi al gran completo fin dal suo primo match: dopo l’arrivo di Fiala a inizio settimana, all’appello mancano solo Pius Suter e, appunto, l’infortunato Meier. «Sicuramente è un bel vantaggio per Fischer. L’anno scorso eravamo arrivati tardi, dopo la quarta partita. Adattarsi alla pista e al sistema dell’allenatore non è mai facile, ma prima si arriva, meglio è».

Un altro unicum è il fatto che in rossocrociato, quest’anno ci sono due capitani della Nhl: Roman Josi a Nashville e Nico Hischier in New Jersey: «Il capitano è visto come il leader, un giocatore che deve dare l’esempio, dentro e fuori dal ghiaccio. E, sicuramente, averne due di Nhl nella selezione non fa che aumentarne il valore».

Per Jonas Siegenthaler, Nico Hischier è una ‘vecchia conoscenza’: che tipo è? «Lo conosco da quando avevamo 16 anni. Quando lo hanno nominato capitano ha dovuto pure lui imparare ad atteggiarsi di conseguenza, a sentirsi addosso questi nuovi panni: non è sempre evidente sopportare sulle proprie spalle il peso che implica una carica come questa. Ma negli ultimi anni è maturato anche in questo senso, e ora si sente più a suo agio nel ruolo. Ad ogni modo, con l’esperienza diventi anche più maturo, anche senza la ‘C’ o la ‘A’ sulla maglia: anch’io cerco di fare la mia parte, motivando i difensori sia durante l’allenamento, sia in partita. Trovo che sia importante che tutti si sentano a loro agio. Dobbiamo restare un gruppo unito, perché solo così si può andare lontano».

Alla quarta partecipazione ai Mondiali (2021, 2022, 2023 e 2024), cosa pensa Jonas Siegenthaler della rosa di cui dispone Fischer, completata, come detto, in corso d‘opera dall’arrivo di Kevin Fiala giusto in tempo per la partita con la Cechia? «Ho molta fiducia in questo gruppo. Ma dobbiamo prendere partita per partita, e martedì, al termine della prima fase, vedremo dove saremo in classifica. Sappiamo che siamo una squadra forte, che può puntare al primo posto di girone, ma non dobbiamo focalizzarci su quell’obiettivo. Dobbiamo restare concentrati sul presente, senza guardare avanti o indietro. In questo ci aiuta anche il nostro preparatore mentale, Stefan Schwitter, con cui abbiamo lavorato, anche ’off-ice’, in piccoli gruppi. Un passo alla volta: il prossimo avversario sarà la Danimarca, e solo dopo penseremo a quello seguente, il Canada... E per la Finlandia, martedì, c’è ancora tempo: prima avremo anche un giorno, lunedì, per rifiatare.

Dalla Nhl... alla Thailandia

E dopo i Mondiali, cosa farà Jonas Siegenthaler? «Finito il torneo, andrò nel nord della Thailandia, per un campo di allenamento di hockey con una sessantina di ragazzi: quando hanno saputo che sarei arrivato, erano entusiasti, al punto che riuscivano a stento a dormire. Questo mi fa davvero piacere». In virtù delle sue origini thailandesi, Siegenthaler è una sorta di ambasciatore dell’hockey in quel Paese: «Sono l’unico giocatore della Nhl con radici thailandesi: laggiù l’hockey è ancora uno sport di nicchia, ma sta crescendo, e pure l’interesse che suscita tra la gente del posto. La gente apprezza il mio impegno a questo campo: ricevo spesso mail da genitori di questi piccoli discatori per ringraziarmi dell’impegno e per dirmi che il loro figlio ha iniziato a giocare a hockey grazie a me . Poi, terminato anche quello, staccherò la spina e farò un po’ di vacanza».

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