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Lo Zugo si fa sbranare dai Leoni in tre minuti

Sotto 1-0 dopo un quarto d’ora, lo Zsc ribalta la serata grazie alla penalità inflitta ad Hansson, mentre il Friborgo s'impone grazie a un tocco di Bykov

E mercoledì si ricomincia
(Keystone)
1 aprile 2024
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Se non bisogna vendere la pelle degli orsi prima di averli ammazzati, a maggior ragione vale per quella dei Leoni. Anche quando sembrano assonnati. Come quelli di Marc Crawford, che nel primo periodo di un’intensa semifinale dimostrano di soffrire la verve di uno Zugo che sin dalle prime battute li mette sotto pressione, tanto che secondo logica – infatti Kovar e compagni hanno il miglior powerplay di questi playoff, nonostante la sua percentuale in regular season fosse la peggiore tra tutte (solo il 15,44%) – gli ospiti aprono le marcature al 14’39’’, con un polsino sotto l’asta di un Niklas Hansson non certo abituato a simili sensazioni, visto prima di allora aveva segnato tre sole volte in stagione. Lo stesso Hansson, tra l’altro, sarà pure l’uomo che segnerà le sorti del match, purtroppo per lui in negativo.

Nonostante tutto, in quei primi venti minuti le occasioni migliori sono zurighesi, con Malgin che centra il palo al 3’27’’ e poi Trutmann trova la traversa al 9’53’’, prima che negli istanti precedenti l’intervallo ci provino anche Fröden, Andrighetto e Malgin, senza successo. Di ritorno dagli spogliatoi, esattamente come nel primo tempo sono inizialmente Simion e compagni a farsi preferire, e il brutto quarto d’ora per i Leoni dura una decina di minuti, con gli ospiti che possono giocare per la seconda volta in situazione di superiorità numerica (al 29’05’’, quando Marti spiaccica Schlumpf sulla balaustra). Tuttavia, non soltanto in quei due minuti lo Zugo non cava un ragno dal buco, ma offre pure su un piatto d’argento a Fröden il disco del 1-1, con lo svedese che però non trova la porta. Ciò che, invece, riesce a fare benissimo poco dopo Rudolf Balcers, magistralmente servito da Malgin a conclusione di un contropiede da manuale, al 31’27’’ . Quella rete – come per incanto – risveglia dal letargo gli uomini di Craword, e la pressione dello Zurigo nei minuti successivi è asfissiante. Finché, al 33’10’’, il già citato Niklas Hansson va a colpire Sven Andrighetto con il proprio bastone proprio là dove non batte il sole: dopo aver visto e rivisto più volte a video la scena incriminata, gli arbitri spediscono anzitempo sotto la doccia il difensore dello Zugo, ma quella sanzione farà comunque discutere, siccome prima di centrare l’avversario tra le gambe Hansson colpisce il bastone di Andrighetto (e sarebbe oltretutto quello il suo vero obiettivo, a giudicare dalle immagini), mentre da regolamento una penalità di partita in una simile circostanza andrebbe assegnata solo nel caso in cui il colpo venisse inferto direttamente tra le gambe.

In ogni caso, sarà proprio in quei cinque minuti che lo Zurigo darà una svolta decisa alla serata, segnando addirittura tre volte in soli 3’19’’, portando lo ’score’ dall’1-1 al 4-1 grazie a un’invenzione di Denis Malgin e alla doppietta di un Derek Grant che dall’inizio di questi playoff è diventato semplicemente incontenibile.

Quanto all’altra semifinale, alla Bcf Arena di Friborgo a decidere tutto è stato il tocco di Bykov al 43’44’’ su tiro di Dufner, rete assegnata dagli arbitri nonostante il coach’s challenge chiamato dalla panchina del Losanna per un presunto fuorigioco di Sprunger che però, a conti fatti, effettivamente non c’era. Ad aprire le marcature erano stati in precedenza i vodesi grazie alla rete di Pilut, a cui aveva risposto Gunderson in powerplay.

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