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‘Siamo riusciti a contenere il loro attacco’

Con un Joly in stato di grazia e a un ottimo Schlegel il Lugano espugna Berna. Zanetti: ‘La prima linea ha fatto la differenza’

Il fondamentale 2-0 del canadese
(Keystone)
20 gennaio 2024
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Berna – Ancora una volta a fare la differenza a livello contabile per il Lugano è la prima linea, sul ghiaccio in occasione di tutte e tre le reti necessarie per avere la meglio sul Berna. Ma con i vari rientri, l’ultimo in ordine di tempo di Carr, e gli innesti in corso d’opera, soprattutto quelli di Kempe e Aleksi Peltonen, i bianconeri hanno acquisito una maggiore profondità, che contro gli Orsi, a loro volta tutt’altro che al completo, ha fatto la differenza. Fino alla doppietta al 37’ di Joly, infatti l’unica grossa occasione per il Berna se la crea Luoto in shorthand, segno di una grande disciplina difensiva di tutte e quattro le linee. E non è un caso che anche nel terzo periodo, durante il quale i padroni di casa spingono a caccia della rimonta, le reti cadono con Carr e Quenneville (nella circostanza decisamente ingenuo) sulla panca dei penalizzati. «Soprattutto alla fine il Berna ha spinto tanto, ma siamo riusciti a contenerlo, anche grazie a un ottimo Schlegel – osserva giustamente Marco Zanetti – e devo dire che il ritorno di Carr ci ha fatto molto bene, non solo a livello di gioco, ma anche a livello emotivo. La prima linea ci ha aiutato molto, forse le altre possono fare di più, ma complessivamente abbiamo offerto una buona prestazione, sia in difesa, sia in attacco. Conquistare questi tre punti qui a Berna è stato importante, riuscirci stasera in casa lo sarà ancora di più».

Nell’economia della sfida è stato importante il 2-0 di Joly in un momento di sofferenza, così come il 3-1 di Wolf… «Il doppio vantaggio ci ha aiutato molto e la terza rete è stata una grossa ipoteca sulla vittoria».

La seconda linea con Kempe, Morini e Fazzini è forse quella che ha bisogno di più tempo per trovare le misure giuste, ma l’impressione è che con i vari rientri non guadagniate solo in ‘capitale umano’, ma anche in quell’entusiasmo che si riflette nelle tre vittorie consecutive: «Devo fare i complimenti a tutta la squadra, per come abbiamo giocato in maniera decisa e ordinata. Queste qualità ci hanno garantito i tre punti. C’è entusiasmo, gli infortunati stanno lavorando duramente per tornare e si è visto con Carr. Subire tutti quegli infortuni gravi è stato tosto, ma ha permesso agli altri di fare uno step in più. Io ci sto provando, mi sta mancando il gol, ma la velocità riesco sempre a metterla e l’importante è lavorare bene».

In difesa invece tutte e tre le coppie impiegate da Gianinazzi hanno fatto il loro lavoro, da citare i due ferri colpiti da LaLeggia, comunque compensati da quello di Moser subito dopo il 2-0 e Scherwey nel finale di gara di strenua resistenza, con oltre cinque minuti giocati dal Berna con sei uomini di movimento.

Tant’è che al termine del terzo turno il Lugano si trova in sesta posizione, con 61 punti e la possibilità di sorpassare proprio gli avversari diretti, stasera nella rivincita in casa… «Sicuramente dovremo evitare alcune penalità che ci possono costare la partita, ma anche in uscita dalla zona difensiva dobbiamo migliorare la semplicità delle giocate. Sicuramente affrontare due volte la stessa squadra permette di studiarsi meglio, inoltre contro il Berna messo bene in classifica c’erano punti pesanti in palio, anche perché non manca più così tanto alla fine della regular season».

L’annotazione

2’14” di sacrificio ricompensato

Normalmente durante una partita di hockey il cambio di un giocatore dura tra i quaranta e i cinquanta secondi, ma in particolare nel periodo centrale, quando la panchina di riposo è lontana dal proprio terzo difensivo, non è raro vedere cambi ben oltre il minuto di una squadra schiacciata in difesa, mentre gli avversari ne approfittano per mettere forze fresche. Spesso queste situazioni conducono o a un gol subito o a una penalità. Invece nel finale di periodo centrale la prima linea del Lugano, non solo rimane sul ghiaccio per 2’14”, ma riesce pure ad andare a segno con Joly, che non solo ha la velocità per approfittare del disco perso sulla linea blu da Kindschi per fuggire in solitaria, ma ha pure la lucidità per fare secco Reideborn con una finta secca. Davvero notevole.

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