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Lugano, un successo cristallino: ‘Avremmo potuto segnare di più’

La vittoria bianconera nel derby non fa una grinza. L'Ambrì intanto s'interroga sul momento delicato. ‘La prestazione era ‘ok’, ma ora non è sufficiente

Il 2-0 di Granlund che dà una svolta definitiva alla partita
(Ti-Press/Golay)

Chissà cosa pensa il Mago di Umeå, al secolo John Slettvoll, mentre guarda con inevitabile attenzione al 252esimo derby della storia. In una Cornèr Arena che per l’occasione si veste a festa e che alla fine saluta un successo scontato, alla luce di quanto si vede sul ghiaccio in quei 60’. Tra un Ambrì che scende in pista con una difesa tenuta assieme con lo scotch, dopo che alle assenze di Heed e Fohrler all’ultimo s’aggiunge quella di Zaccheo Dotti, e un Lugano attivo e determinato da quando mette piede in pista. Tanto che nei primi 5, 6 minuti per i biancoblù le cose vanno troppo in fretta, e la primissima ghiotta occasione bianconera arriva già dopo un minutino, quando Eggenberger s’avventura dietro la porta per chiudere un check originando un’inferiorità numerica sulla ripartenza, ma per fortuna dei leventinesi Granlund è meno bravo di piede che col bastone. Sull’altro fronte ci vorranno 9’ prima di assistere al primo vero tentativo offensivo ospite, e a quel punto il Lugano è sull’1-0, per effetto del gol di Carr in powerplay, al terzo.

In realtà, durante tutto il confronto i ragazzi di Cereda riescono a crearsi una mezza dozzina di vere chance, la metà delle quali però frutto di altrettanti tentativi in shorthand di Formenton: se da una parte il dato è eloquente, dall’altra non si può dimenticare che a due riprese il canadese arriva effettivamente a sfidare a duello Schlegel, ma in entrambi i casi esce sconfitto nell’uno contro uno (e in generale non è la prima volta che gli succede). Tuttavia non è colpa di Formenton – che, oltretutto, assieme a Dauphin è il leventinese più in vista – se il Lugano confeziona un successo a dir poco limpido: al di là del numero di effettive opportunità per segnare (la statistica degli expected gol racconta di un significativo 8 a 2), Joly e compagni si dimostrano migliori in tutto. Tranne per qualche passaggio a vuoto nella seconda parte del primo tempo e per un breve periodo nel secondo, i bianconeri giocano con autorità e ritmo, dimostrando di trovare sempre soluzioni interessanti quando si ritrovano col puck sul bastone. Pur se a volte eccedono persino nel far lavorare l’immaginazione.

In generale, dal 2-0 di Granlund al 23’46’’ in poi – con il finlandese che brucia sul tempo Eggenberger, mentre davanti a Juvonen Wüthrich non è dove dovrebbe essere – l’Ambrì non dà veramente mai l’impressione di poter cambiare il corso delle cose, e quando Cormier e Zanetti rubano il tempo a Pastori e Terraneo per il 3-0 al 31’31’’, quand’è appena passata metà partita già si può intuire come finiranno le cose. «Siamo entrati in pista con la giusta mentalità, la seconda rete a inizio secondo terzo ci ha dato sicurezza e la consapevolezza che eravamo sulla strada giusta – dice Luca Fazzini –. Avremmo potuto segnare anche di più, ma va bene così: le sensazioni erano quelle giuste, sicuramente è stato diverso rispetto all’ultimo derby perso alla Gottardo Arena: stavolta abbiamo subito potuto imporre il nostro gioco e l’Ambrì ha sofferto molto il nostro forechecking. Volevamo portare a casa il successo e, con merito, ci siamo riusciti». Sotto gli occhi di una pista entusiasta, per il trionfo e per il ritorno di Slettvoll. «Ci ha parlato prima del match. Mia madre era la sua prima fan, certo che però io sono un po’ giovane...».

La chiave, per il Lugano, è stata la solidità messa in pista. «Sono molto contento di quello che tutti noi abbiamo portato sul ghiaccio – dice Samuel Guerra –. A livello difensivo, il risultato lo dimostra, siamo stati puliti e disciplinati, senza concedere all’Ambrì molti spazi. Ma il 5-0 dimostra pure la nostra capacità offensiva. Da un paio di partite siamo molto disciplinati, il momento positivo continua e vogliamo andare avanti così a lungo».

Sul fronte biancoblù, invece, la delusione è più che palpabile. «Penso sia stata una delle sconfitte più brutte della mia carriera e anche una delle mie peggiori prestazioni – dice il difensore Michael Pastori, al termine di quello che è il suo primo derby di campionato –. Sapevamo che il Lugano avrebbe iniziato forte, mentre noi non siamo mai riusciti a fare il nostro gioco. Dopo il primo derby amichevole ero già molto emozionato, certo che giocarne uno vero è tutt’altra cosa: ero contento quando ho saputo che l’avrei giocato, ma ora sono deluso di quanto ho dato».

All’apparenza più tranquillo, invece, è Luca Cereda. «Sappiamo di essere un po’ leggeri a livello di lineup in questo momento, e in simili frangenti bisogna giocare semplice e per i compagni: dobbiamo lottare di più e meglio, e con lo Zugo possiamo sicuramente fare un passo avanti – spiega il coach biancoblù –. Direi che lo sforzo dei ragazzi è stato ‘ok’: nessuno si è tirato indietro, ma in questo momento non è sufficiente, dobbiamo avere la mentalità di fare la giocata molto semplice. I tanti gol subiti fanno parte del gioco, due di questi sono arrivati in inferiorità numerica, e noi a nostra volta avremmo potuto segnare almeno due volte in shorthand».

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