Un'irresistibile discesa del numero 7 a meno di 3 minuti dalla fine dà la svolta decisiva a una partita che sembrava destinata ad avere un finale rovente
Dopo la sconfitta del venerdì, all'esordio contro il Bienne, il Lugano di sabato si mette in tasca tre merita punti. Al termine di una trasferta in quel di Friborgo, contro un avversario che per l’occasione indossa una maglia dorata per un’iniziativa di tipo benefico ed è costretto a giocare senza Dufner (oltre che Mottet e Bykov) vittima di un infortunio la sera prima, mentre il Lugano scende in pista con i medesimi effettivi di venerdì, eccezion fatta per Schlegel, preferito tra i pali a Koskinen.
Il primo momento interessante arriva al terzo minuto, quando Seiler si fa buttar fuori per sgambetto, ma i bianconeri, nonostante gli sforzi, non riescono a sfruttare l’occasione. In generale sono i ticinesi a destare l’impressione migliore in avvio di confronto, ma i primi a segnare, contro l’andamento del gioco, sono i padroni di casa: è il 9’46’’, quando Walser riesce a sporcare imparabilmente una conclusione di Diaz, lasciando di stucco il povero Schlegel. Schlegel che poi al tredicesimo è costretto a doversi superare, e ci riesce brillantemente, sul tentativo di DiDomenico ritrovatosi tutto solo sulla destra. Al quindicesimo nuova situazione favorevole per i bianconeri, sul ghiaccio con un uomo in più dopo un aggancio fischiato a Marchon: in quei due minuti i ticinesi riescono però a creare una sola vera occasione, con il servizio di Carr per Fazzini che, però, non riesce a concludere. A sua volta, è il Friborgo a beneficiare di una superiorità numerica per un colpo di bastone di Alatalo, con il Lugano che supera indenne la minaccia, in un primo tempo in cui sono Thürkauf e compagni danno un’impressione migliore, ma come la sera prima contro il Bienne non riescono a pungere.
Così, in avvio di periodo centrale i ragazzi di Gianinazzi si buttano subito all'attacco nel tentativo di rimediare, e i vari Verboon, Morini, Arcobello e LaLeggia ci provano, un po‘ da vicino e un po’ da lontano. Finché, al quarto minto esatto, Carr colpisce una clamorosa traversa, in un'azione già segnata da una penalità inflitta a Streule, che ne combina un po‘ di tutti i colori nel tentativo di frenare l'impeto di LaLeggia. Sprunger protesta, ma gli arbitri non hanno scelta: 5 minuti più penalità di partita, mentre il Lugano che ha l'occasionissima per rientrare in partita. E a Calvin Thürkauf bastano appena otto secondi per segnare quello che è il primo gol bianconero della stagione, ma soprattutto il punto del pareggio. E non finisce lì: due minuti più tardi Carr e Arcobello dialogano sulla sinistra della porta friborghese e l'americano trova uno ‘slap’ angolato che non lascia scampo al giovane Bryan Rüegger, preferito per l'occasione al titolare Reto Berra. In un epilogo di secondo tempo veloce e con poche interruzioni i ticinesi avranno ancora un'occasione per giocare a 5 contro 4, ma nonostante un paio di interessanti tentativi non riescono a sfruttare l'infrazione fischiata a DiDomenico.
Reduce da un secondo tempo giocato davvero bene – come dimostrano i 4 tiri a 25 (!) segnalati dalle statistiche –, il Lugano rimette piede in pista con l'intenzione di continuare a spingere, ma il primo pericolo è per Schlegel, con Sprunger che cerca di sorprenderlo ma deve fare i conti con il gambale del ventinovenne portiere. E Schlegel sarà poi costretto a fare gli straordinari un paio di minuti dopo, quando De la Rose sorprende i cinque bianconeri in pista per una nuova situazione di superiorità numerica, presentandosi tutto solo nel terzo difensivo avversario. De la Rose che ci riprova qualche minuto più tardi, dopo un tiro dalla lunga distanza di Marchon, per un Friborgo che si fa sempre più insistente, mentre il Lugano farebbe meglio a fare attenzione. E invece alla fine la squadra di Dubé trova il modo di rientrare, con DiDomenico che pesca il liberissimo Borgman, il quale ha tutto il tempo per armare il tiro e battere imparabilmente il portiere ospite. A quel punto, quando il famoso "momentum" sembra passato decisamente sul fronte friborghese, dal nulla irrompe Daniel Carr con una discesa degna del miglior slalomista: il trentunenne dell'Alberta eredita il puck nella propria metà pista, e dopo aver passato in rassegna tutti gli avversari che gli si parano davanti, batte l'incolpevole Rüegger con un backhand leggermente anticipato: è il gol che dà una svolta alla partita, al 57'12’‘, in una Bcf Arena ammutolita. E nemmeno un minuto dopo il Friborgo s'illustra con una nuova infrazione (stavolta per aver mandato sul ghiaccio sei giocatori di movimento), offrendo a Markus Granlund l'opportunità per segnare la quarta rete, prima del definitivo 5-2 di Thürkauf nella porta sguarnita.
Friborgo - Lugano (1-0 0-2 1-3) 2-5
Reti: 9’46’’ Walser (Diaz, Borgman) 1-0. 24'17’‘ Thürkauf (Granlund, LaLeggia/esp. Streule) 1-1. 26'47’‘ Arcobello (Carr/esp. Streule) 1-2. 53'56’‘ Borgman (DiDomenico, De la Rose) 2-2. 57'12’‘ Carr 2-3. 58'33’‘ Granlund (Arcobello, Ruotsalainen/esp. Binias per la panchina) 2-4. 59'38’‘ Thürkauf (Carr, Mirco Müller/a porta vuota) 2-5
Friborgo: Rüegger; Jecker, Gudnerson; Borgman, Diaz; Streule, Sutter; Seiler; DiDomenico, De la Rose, Bertschy; Jörg, Walser, Gauch; Marchon, Wallmark, Sörensen; Binias, Schmid, Sprunger.
Lugano: Schlegel; Mirco Müller, LaLeggia; Alatalo, Peltonen; Guerra, Andersson; Hausheer; Carr, Thürkauf, Zanetti; Morini, Arcobello, Walker; Granlund, Ruotsalainen, Verboon; Canonica, Marco Müller, Fazzini.
Arbitri: Stolc (Slc), Hürlimann; Wolf, Huguet.
Note: 9'009 spettatori (tutto esaurito). Penalità : 6 x 2’ + 1 x 5’ e penalità di partita (Streule, al 24'09‘’) contro il Friborgo; 2 x contro il Lugano. Tiri: 26-43 (8-10, 4-25, 14-8). Lugano senza Joly, Wolf (infortunati), Fatton, Gerber, Patry (in soprannumero), Cjunskis, Snellman (con gli juniores élite); Friborgo senza Mottet, Dufner e Bykov (tutti infortunati). Pali: 24'00‘’ Carr (traversa), 32'56‘’ De la Rose, 59'03‘’ Carr (a porta vuota). Friborgo senza portiere dal 58'45‘’ fino al 59'38‘’. Premiati a fine partita, quali migliori in pista, Christophe Bertschy e Markus Granlund.