Hockey

Il rigore tedesco spegne i rossocrociati in bianco e nero

Anche stavolta il sogno della Nazionale si spegne sulla soglia delle semifinali, contro una Germania che ottiene ciò che voleva giocando nel modo che ama

In sintesi:
  • Storia di un film già visto: a Riga finisce eattamente come due anni fa
  • Una nuova delusione che riaccenderà le polemiche, soprattutto attorno alla posizione di Patrick Fischer
Ancora niente da fare
(Keystone)
25 maggio 2023
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Ciao Riga, si torna a casa. Di nuovo, alle porte del weekend decisivo. In un giovedì amarissimo, al termine di un quarto di finale che si trasforma in un incubo, per gli uomini di Patrick Fischer che cominciano l'incontro con le migliori delle intenzioni, ma dopo essersi creati immediatamente un occasione con Kevin Fiala, e il sangallese dei Los Angeles Kings invece di tirare fa il dribbling di troppo; sono i tedeschi a segnare per primi, dopo appena sei minuti, quando un innocuo appoggio da lontano di Maximilian Kastner coglie davvero impreparato un Robert Mayer schierato un po’ a sorpresa al posto di Genoni, con il portiere del Ginevra Servette che la combina davvero grossa, lasciandosi sfuggire il disco alle spalle. E quando, poco dopo, le telecamere inquadrano Leonardo Genoni, la faccia del trentacinquenne portiere dello Zugo dice più di mille parole.

La reazione rossocrociata è affidata a Michael Fora, con il ticinese che mette un disco velenoso sulla porta, ma la deviazione davanti a Niederberger finisce alta. I tedeschi, invece, quando arrivano davanti a Mayer sono quasi sempre pericolosi, e all’ 11’35’” Marti è costretto a illustrarsi in un crosscheck davanti alla porta per evitare guai ben peggiori. Ironia della sorte, quei due minuti con l’uomo in meno sono la cosa più bella mostrata dai rossocrociati nel primo quarto d’ora di gioco. Scampato il pericolo, per la terza volta (soltanto) del confronto gli elvetici riescono a fare gioco nel terzo offensivo, e Fiala si rende nuovamente pericoloso davanti all’attento Niederberger, con i suoi compagni che sono altrettanto bravi nel blindare la zona centrale del terzo. Non che non ci provino, ma i rossocrociati non riescono ad attaccare la porta, e soprattutto non hanno la possibilità di dare continuità alla loro azione.

Ciò che, invece, non succede – e per fortuna – in avvio di periodo centrale, dopo una furbata di Kevin Fiala che, senza essere visto dagli arbitri, spara via il bastone dalle mani del difensore dei Detroit Red Wings, mentre intanto il puck circola nel settore difensivo germanico, finché Jonas Siegenthaler trova il tiro giusto per bucare Mathias Niederberger. Affidandosi alle sue stelle Nhl (nel giorno in cui, però, sul ghiaccio non c’è l'ammalato Denis Malgin), la Nazionale è molto più incisiva nella sua manovra. Tuttavia, al 24'53” un involontario bastone alto di Ambühl ai danni di Kastner costa una pericolosa doppia penalità minore all'attaccante del Davos, oltretutto contro la squadra che ha il miglior powerplay di tutto il Mondiale: dopo aver cancellato i primi due di quei quattro minuti consecutivi a 4 contro 5 grazie a un boxplay davvero esemplare, gli elvetici fanno lo stesso anche nella seconda parte della penalità, con Mayer che in tutti i quattro minuti deve far fronte ad appena due tiri. Il problema, semmai, è che poco dopo un altro grigionese, Enzo Corvi, e per lo stesso motivo di Ambühl, finisce a sua volta in panchina per due minuti, e l'ottima gestione del disco in disimpegno da parte di Gaëtan Haas costa al capitano del Bienne una bruttissima botta al volto contro la balaustra, e al difensore dei Detroit Red Wings il ritorno anticipato sotto la doccia. Dopo 45 secondi a 4 contro 4, i rossocrociati si ritrovano così in pista per 4'15” con l'uomo in più, in cui la formazione di Harold Kreis a sua volta tiene il ghiaccio con grande personalità. A quattro minuti dalla pausa, infine, si torna a giocare a 5 contro 5, e dopo un'opportunità fallita da Glauser, alla prima vera occasione i tedeschi tornano in vantaggio, con l'attaccante dei Buffalo Sabres che prende in controtempo Mayer per il punto del 2-1 al 37'51”. Una nuova infrazione tedesca, sul conto di Szuber, al 38'14”, permette agli svizzeri di chiudere la seconda frazione in powerplay. Ma invece del gol del pareggio, arriva addirittura il terzo gol avversario, in shorthand, a firma Nico Sturm: oltre al danno anche la beffa, insomma.

Così, al ritorno in pista i rossocrociati sono a venti minuti dall'eliminazione. E debbono inventarsi qualcosa, contro una Germania che oltre che molto solida a quel punto ha il morale alle stelle, e che grazie al doppio vantaggio si trovano nella condizione di giocare il gioco che tanto le piace. La Svizzera prova a spingere, fa girare il disco, ma non riesce a crearsi occasioni, confrontata con un catenaccio tedesco che non ha certo bisogno di essere presentato. E quando arrivano le occasioni, quelle davvero ghiotte, come quella sul conto di Janis Moser al nono, gli uomini di Fischer non riescono a concretizzare. Mentre il cronometro corre veloce, e Patrick Fischer si mette a rimodellare le linee per riunire gli uomini più ispirati. Intanto, al suo primo tentativo, in pratica, la Germania colpisce un clamoroso palo interno con Mayer battuto... Per il resto, invece, niente da fare: si torna a casa. Dopo un giovedì in bianco e nero che riaccenderà i dibattiti e farà divampare nuove polemiche, soprattutto attorno alla figura dello stesso coach rossocrociato.

Svizzera - Germania (0-1 1-2 0-0) 1-3
Reti: 6'25” Kastner (Wissmann, Jonas Müller) 0-1. 20'47” Siegenthaler (Fiala, Kukan) 1-1. 37'51” Peterka (Kahun, Gawanke) 1-2. 38'27” Sturm (Stachowiak, Jonas Müller/esp. Szuber!) 1-3.
Svizzera: Mayer; Kukan, Siegenthaler; Glauser, Moser; Loeffel, Marti; Fora; Bertschy, Richard, Herzog; Riat, Hischier, Fiala; Ambühl, Corvi, Niederreiter; Simion, Haas, Miranda, Senteler.
Germania: Niederberger; Seider, Moritz Müller; Wissmann, Jonas Müller; Gawanke, Szuber; Wagner; Ehl, Sturm, Soramies; Peterka, Kahun, Tiffels; Noebels, Kastner, Fischbuch; Schütz, Stachowiak, Tuomie; Varejcka.
Arbitri: Ansons (Let), Björk (Sve); Hautamäki (Fin), Zunde (Let).
Note: Arena Riga, 2'896 spettatori. Penalità: 4 x 2’ contro la Svizzera; 2 x 2’ + 1 x 5’ e penalità disciplinare di partita (Seider, al 31'01”) contro la Germania. Tiri in porta: 29-23 (12-10, 9-9, 8-4). Svizzera senza Malgin (ammalato), Geisser e Van Pottelberghe (in soprannumero). Al 57'20” timeout chiesto dalla Svizzera, che gioca senza portiere dal 56'27” e fino al termine. Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Jonas Siegenthaler e Maximilian Kastner.

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