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I punti e il sacrificio. ‘Senza protezione avrei perso i denti’

Con le unghie il Lugano strappa il successo allo Zugo in una serata in cui, come Müller, bisognava anche saper soffrire. ‘Mai arretrati di un centimetro’

Troy Josephs indica la via, gli altri la seguono
(Ti-Press/Crinari)
23 dicembre 2022
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Lugano – Con il cuore in mano. E nell’altra il bastone. In un finale infuocato, per un Lugano che dopo aver già dovuto stringere i denti per buona parte del tempo (le statistiche ufficiali degli ultimi 20 minuti parlano di 3 tiri contro 14), dal 57’59’’ in poi è costretto a soffrire sul serio, quando Genoni ritorna in panchina per fare spazio a un attaccante supplementare. Sofferenza che tocca il suo apice negli ultimi trenta secondi, quando i ragazzi di Luca Gianinazzi si ritrovano sul ghiaccio addirittura in quattro, dopo un aggancio di Alatalo a O’Neill nell’angolo. Ed è proprio in quel momento, mentre la Cornèr Arena trattiene il fiato, che Granlund estrae un’altra magia dal cilindro, centrando la porta vuota con un lancio da cinquanta metri, mentre la pista balza in piedi.

Magari non sarà sempre vero che le vittorie sofferte sono le più belle, ma senz’altro questa per i bianconeri è fondamentale, guardando alla striscia dei risultati ancor prima che alla classifica (infatti i bianconeri sui diretti avversari hanno pur sempre due partite da recuperare), siccome erano pur sempre reduci da quattro sconfitte nelle ultime sei partite. «Sono contento soprattutto per lo spirito che abbiamo messo sul ghiaccio: abbiamo lottato tutti insieme, senza mai mollare un centimetro – dice un soddisfatto Gianinazzi –. Oggi siamo stati bravi a stringere i denti fino all’ultimo secondo. Il gap da recuperare in classifica è ancora grande, ma siamo sulla strada giusta per risalire la china. Già stasera a Kloten ci aspetta un altro osso duro, un incontro difficile, e come già l’ultima volta che li abbiamo incontrati l’attitudine sarà determinante».

In qualche modo, tra i tanti, il caso di Marco Müller può essere citato a esempio in una serata in cui, oltre al redivivo Niklas Schlegel (a proposito: dopo una partita del genere, siamo così sicuri che non toccherà a lui anche stasera a Kloten?), si celebra il ritorno al gol di Fazzini e il gran lavoro della quarta linea, con Troy Josephs che – pur se in powerplay – viene ricompensato dalla gioia del gol. La partita di Müller, dicevamo, sembra segnata già al 3’10", quando il numero 10 si becca in faccia un puck scagliato dallo svedese Djoos e che (fors’anche sporcato da Herzog) finisce sul volto del solettese dopo essere carambolato addosso all’altro Müller, Mirco... «È stata dura giocare dopo aver preso il disco in piena faccia – dice, visibilmente dolorante, il Müller attaccante –. Ho il labbro molto gonfio, per fortuna avevo la protezione in bocca altrimenti avrei perso molti denti... In tutti casi dal dentista ci dovrò andare per fare un controllo». Poi, Marco Müller parla della partita. «È stato molto importante vincerla, soprattutto se si guarda alla classifica. Una vittoria che gratifica molto: siamo riusciti a fare il nostro gioco per 60 minuti, ecco la mia chiave di lettura di questo incontro. Sul ghiaccio eravamo tutti connessi, lo spirito vincente era dentro di noi. E stasera sappiamo che c’è un’altra partita da sei punti, contro il Kloten che a sua volta lotta per avere una classifica migliore».

L’annotazione

Che l’esempio sia benaugurante

Prima o poi doveva succedere. E quando succede è il ventiseiesimo minuto di Lugano-Zugo, nel bel mezzo di quello che sarà addirittura il secondo powerplay sfruttato su due: esattamente un mese dopo (era il 22 novembre, la sera di Lugano-Langnau) Luca Fazzini ritrova la via del gol. Alla sua maniera, con un gran polsino ‘al volo’. Dopo averci già provato poco prima da posizione più o meno simile, ma senza fortuna. Il bomber di Arzo, che quest’anno più che mai fatica a trovare la via della rete, il suo gol – ed è solo il sesto da inizio stagione – lo festeggia in maniera misurata, abbracciando i quattro compagni tra cui quel Brett Connolly che gli ha appena servito un assist da leccarsi i baffi. Fazzini, tra l’altro, di quei cinque gol tre li aveva realizzati in appena quattro partite a cavallo della prima pausa dedicata alle Nazionali, nel periodo che andava dal 5 al 22 novembre. Curiosamente, è la stessa cosa capitata a Mark Arcobello, che dei suoi cinque gol totalizzati fin qui, tre li aveva segnati nello spazio di quattro partite fra il 1° e il 16 novembre. Il problema, però, è che da quel 16 novembre sul ghiaccio della Vaudoise Arena di Losanna, il centro statunitense della prima linea non ha segnato un gol che sia uno. Ora che ci è riuscito anche il ‘Fazz’, toccherà a lui sbloccarsi.

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