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La febbre del sabato sera. ‘Troviamo soluzioni, non problemi’

Il Lugano va in pausa su una nota stonata dopo dieci partite con i migliori della classe e un Kaski sempre in cerca d’identità. ‘Ci stiamo lavorando’

‘Se penso che Oliwer abbia qualità? Non solo lo penso, ne sono sicuro’
(Ti-Press/Crinari)
11 dicembre 2022
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Lo sguardo fisso nel vuoto, in uno spogliatoio in cui non si sente volare una mosca. Dopo un sabato-senza, semplicemente: senza fortuna prima di tutto (pensando anche solo a come arrivano i primi due gol del ‘Rappi’), senza reti, senza punti e senza soddisfazioni. Ma soprattutto, senza riuscire a trovare il modo di attaccare con continuità un terzo difensivo di un avversario organizzato al punto da far sembrare addirittura facile difendersi con calma olimpica. Roba da far venir la febbre. «La verità è che non siamo riusciti a tenere a lungo il disco in zona offensiva: hanno un ottimo sistema di gioco loro, lo sapevamo, ma noi alla fine non abbiamo fatto abbastanza – sono le prime parole di un inconsolabile Luca Fazzini –. Cos’è mancato? La presenza fisica davanti alla porta: Nyffeler praticamente ha potuto veder partire tutti i tiri, e loro ci sono stati superiori anche sul piano del sacrificio, perché hanno bloccato più tiri di noi. Poi, senz’altro c’è qualche episodio anche un po’ sfortunato, ma il problema a mio avviso è che non siamo mai riusciti a cambiare ritmo, credo sia evidente».

Se c’è un ritmo che è cambiato, invece, è senz’altro quello delle vittorie: sei successi nelle precedenti otto uscite, oltretutto con due settimane d’impegni consecutivi in trasferta, per un Lugano che però, nonostante abbia il vento in poppa di questi ultimi tempi, si ritrova pur sempre undicesimo. «Con la classifica che abbiamo, di sicuro non posso dire che adesso ci sia più respiro... Non vorremmo essere dove siamo ora, e penso che meritiamo di occupare altre posizioni di classifica: siamo consapevoli di avere le qualità per riuscirci, e dopo aver vinto venerdì a Porrentruy, con un weekend da sei punti saremmo riusciti a fare un passo in più in classifica, invece... Al rientro dalla pausa dovremo riprendere vincendo una serie di partite consecutivamente, vincerne una e poi perdere quella dopo non ci porterà di sicuro dove vorremmo essere alla fine della regular season».

‘Mai dubitato delle qualità di Kaski’

Eppure, guardando alla classifica basata sulle ultime dieci partite, soltanto lo Zurigo ha vinto più del Lugano, che ha lo stesso ruolino di marcia del capolista Ginevra, del Bienne e dello stesso Rapperswil. «Se guardo all’ultima serie d’incontri direi che possiamo essere soddisfatti sia a livello di risultati, sia a livello di prestazioni – dice il coach bianconero Luca Gianinazzi –. Infatti, da un mese a questa parte abbiamo parlato tanto di costanza, e nelle prestazioni l’abbiamo avuta. La cosa importante sarà ripartire da dove siamo arrivati e continuare a crescere, e penso che abbiamo ancora tanto margine per poterlo fare».

Costanza che, però, nell’occasione è venuta un po’ meno. «Indubbiamente, e per più motivi, non possiamo essere soddisfatti di quanto abbiamo fatto contro il Rapperswil. Pur non essendo stata senz’altro la nostra miglior partita, non posso però dire che sia stata così male come prestazione: ho visto di peggio, da quando alleno questa squadra (sorride, ndr). In ogni caso pensare di giocare 52 partite allo stesso livello è utopico. È una cosa umana, vale per chiunque: non ci si può sempre sentire allo stesso modo. Ci sono giorni in cui quando uno va a lavorare si sente meglio mentre altre volte si sente peggio, e uno spogliatoio è una bilancia di 25 persone: ognuna ha la propria energia, il proprio momento, e quando quella bilancia va in negativo il risultato lo si vede nelle partite, ogni tanto succede».

Tuttavia ci sono giocatori per cui quel momento non vuol proprio saperne di arrivare, e il pensiero – naturalmente – non può non andare all’enigmatico Oliwer Kaski... «Se penso che abbia le qualità? Non solo lo penso, ne sono sicuro – risponde, deciso, Gianinazzi –. Lo dimostra la sua carriera, lo dice tutto ciò che ha fatto fino adesso: mai, neppure per un istante, da quando sono arrivato ho messo in dubbio il fatto che sia un giocatore forte. Chiaramente nessuno di noi si aspettava che a dicembre uno come lui fosse ancora all’asciutto di reti: del resto non è per questo che è stato preso, e lo sa pure lui, e si mette anche fin troppa pressione per questo. Ma la domanda vera è: come fare in modo che Oliwer Kaski possa rendere al meglio delle sue qualità? Ce lo stiamo chiedendo tutti i giorni assieme, e stiamo lavorando per andare verso quella direzione. E credo che sia questa la giusta attitudine: bisogna trovare soluzioni, non problemi. Di problemi, facilmente ne posso trovare a dozzine ogni giorno».

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