hockey

‘Vogliamo migliorare i risultati, ma siamo preoccupati’

I Ticino Rockets puntano ai playoff, nonostante le problematiche finanziarie dovute all’insuccesso della nuova lega. Mottis ‘è stata una doccia fredda’

Obiettivo fare un passo avanti
(Ti-Press/Crinari)
13 settembre 2022
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Davide Mottis, presidente dei Ticino Rockets, pronti a inaugurare la loro settima stagione, ha vissuto un’estate movimentata: «Durante l’ultima stagione ci siamo impegnati, abbiamo investito parecchie energie e risorse economiche per adeguarci agli standard minimi. Sportivamente abbiamo avuto le nostre difficoltà, sebbene l’obiettivo dei preplayoff sia stato mancato di un solo punto. Ci siamo impegnati per costruire una squadra con un nocciolo duro importante, composto da giocatori d’esperienza, ticinesi o che conoscono la realtà ticinese. Sapevamo anche che ci sarebbero state delle difficoltà finanziarie, infatti sapevamo che questa creazione, da noi subita, della nuova Swiss League separata avrebbe comportato una riduzione delle entrate. I ricavi dei diritti televisivi, per fare una cifra, sarebbero dovuti essere di 387’000 franchi, a marzo ci era già stato comunicato che sarebbero stati ridotti a 200’000, mentre a giugno è arrivata la doccia fredda, con i ricavi praticamente azzerati e la centralizzazione di marketing e sponsoring che non ha portato a oggi nessun risultato. Ci aspetta una nuova lotta e non posso nascondere che abbiamo una grande preoccupazione per quello che verrà, non si vedono infatti passi avanti, se non forse un contributo di solidarietà che arriverà dalla National League, ma stiamo parlando di importi quasi irrisori rispetto a quanto ricevevamo dall’organizzazione lega in passato. È un motivo di preoccupazione non solo per noi, ma per tutti i club, addirittura il Langenthal, tra i fautori dell’indipendenza, ha annunciato che potrebbe pensare di ritirare la squadra. Nelle discussioni tra club che abbiamo avuto nelle ultime settimane abbiamo espresso chiaramente l’opinione che questo modello non può reggere per la Swiss League, che non può avere certe ambizioni, a tutti i livelli, mentre forse bisognerebbe andare verso una lega che sia piattaforma di formazione per far crescere i ragazzi o dare una possibilità di rilancio ad altri giocatori. Ci sarà una piattaforma streaming sulla quale saranno visibili tutte le partite e che sarà gratuita per i nostri abbonati, stiamo valutando tutte le misure per contenere questa perdita iniziale di quasi 400’000 franchi, mi piace però sottolineare come anche quest’anno abbiamo ricevuto la licenza incondizionatamente, a dimostrazione della serietà del nostro lavoro».

Il compito del Cda è allora quello di sormontare queste difficoltà, per permettere alla squadra di vivere una stagione serena: «Farebbe molto piacere avere un sostegno molto più importante in pista, per questo abbiamo costruito una squadra che abbia le migliori premesse possibili per fare un buon risultato. Da un punto di vista strutturale abbiamo 17 salariati (tra amministrazione e settore agonistico), mentre in totale i collaboratori sono 76, la scorsa stagione si è chiusa con un piccolo utile di 488 franchi, per la nuova abbiamo un aumento del budget a circa 1’440’000 franchi, oltre a un aumento del sostegno dei nostri partner, con il Lugano che torna ad aiutarci a livello economico, mettendo a disposizione uno straniero, oltre a quattro giocatori svizzeri. L’Ambrì metterà a disposizione sei giocatori, oltre a un contributo economico e il Davos quattro e un sostegno finanziario, infine c’è la collaborazione con i Gdt, con i quali stiamo discutendo la forma del loro sostegno. Faremo di tutto per formare al meglio i nostri giovani, ma anche per migliorare il risultato sportivo, lasciandoci alle spalle almeno due squadre e qualificarci ai playoff».

Squadra completa, fin dall’inizio

Il direttore sportivo Sébastien Reuille approfondisce quest’ultima questione: «Il nostro scopo è sempre quello di sviluppare i ragazzi, affinché possano giocare in National League, ma abbiamo anche l’obiettivo del raggiungimento dei playoff, a mio parere realistico e importante per i giovani, è importante per loro lavorare guardando avanti e vincere è un punto centrale nella loro crescita e aumentare la fiducia nei loro mezzi. Anche la comunicazione con i club che stanno sopra funziona bene. Inoltre con lo staff tecnico vogliamo continuare il buon lavoro svolto negli ultimi due anni, anche se non sempre è stato facile. Quest’anno abbiamo già iniziato ad agosto con una squadra quasi completa, con tanti elementi già a disposizione di Éric Landry e Mike McNamara l’anno scorso e che quindi si sono già adattati al gioco degli adulti. Inoltre con i numerosi infortuni capitati, i nostri giocatori hanno totalizzato complessivamente 254 presenze in A nella scorsa stagione».

In questo momento i rivieraschi stipendiano otto giocatori (tutti svizzeri, visto che l’onere dello straniero è stato assunto dal Lugano), che potrebbero diventare nove: «Abbiamo aumentato il numero dei giocatori svizzeri direttamente sotto contratto, che attualmente sono Ongaro, Fontana, Moor, Bionda, Lauper, Margairaz, Gaeta e Karaffa».

Anche l’allenatore Éric Landry è contento di quanto visto finora: «Abbiamo iniziato subito il campo d’allenamento con un buon ritmo e anche se i nostri giocatori provengono da club diversi, dobbiamo giocare da squadra. Ci sono diversi ragazzi al loro primo anno che sono arrivati con un carattere, una velocità e una grinta che mi hanno ben impressionato. La stabilità è anche importante e abbiamo un buon gruppo di giocatori fissi dei Rockets, sappiamo inoltre che da un giorno all’altro possiamo ritrovarci con tre giocatori in meno, richiamati in National League».

Lauper: ‘Mi piace vedere i giovani crescere’

Adrien Lauper è il più esperto della rosa: «Sono sempre il più giovane della squadra – scherza il 35enne –, mi piace molto vedere crescere i giovani, credo fermamente nel progetto dei Rockets e sono felice che anche il Lugano abbia riaumentato il suo contributo, è bello vedere degli ex Rockets giocare in National League, vuol dire che il progetto funziona e che tutti devono ancora dare tutto».

Quest’anno la Swiss League prevede dieci squadre al via: «Per noi l’obiettivo sono i playoff, poco cambia se c’è il Basilea e non più lo Zugo Academy, e faremo di tutto per centrarlo. L’anno scorso abbiamo perso due partite di fila fondamentali contro il Winterthur che ci avevano fatto male, ma eravamo comunque a un punto dai preplayoff, sono orgoglioso di come ha giocato la squadra l’anno scorso e sono convinto che quest’anno potremo fare un passo in avanti, visto che siamo più giocatori sotto contratto e saremo sempre almeno in quindici sul ghiaccio».

C’è però anche chi è tornato nei rossoblù dopo aver accumulato esperienza nella massima lega: «Anche Éric ha sottolineato la difficoltà del passare dal giocare tra ragazzi al mondo degli adulti, ma ho visto i vari Ugazzi, Rubanyk e altri fare uno scalino in avanti e ciò migliora anche la qualità degli allenamenti».

Lo stesso Lauper ha finito la stagione in prestito al Friborgo: «È stato bellissimo, volevo vedere la nuova pista ed è stato molto bello rivedere i miei amici di Friborgo. Anche se non ho giocato tanto, ho dato il massimo ogni giorno con il sorriso e alla fine è andata bene e tutti sono stati contenti di me».

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