Il Lugano spinge, ci prova, ci crede ma alla fine deve arrendersi, in un weekend senza punti. Anche a causa di un altro gol subito in superiorità numerica
Va a finire che per il Lugano il sabato è simile al venerdì. Ed è un vero peccato che vada a finire in quel modo, perché esattamente come la sera prima contro lo Zugo, Arcobello e compagni partono subito con la marcia avanti inserita. Anzi, di più: per i bianconeri miglior avvio non potrebbe esserci, visto che nei primi due minuti il puck praticamente non esce dal terzo difensivo dei padroni di casa, con Sandro Aeschlimann che si ritrova immediatamente sotto pressione, e in un paio di occasioni (come quella capitata a Walker) al ventisettenne portiere grigionese sarà senz‘altro venuto qualche brivido. Il primo pericolo per Fatton, invece, arriva al quinto minuto. Quando un cambio a dir poco azzardato dei bianconeri spalanca un‘autostrada davanti a Barandun, il quale pur non essendo un attaccante, dal suo punto di vista, vista la situazione avrebbe senz‘altro potuto fare di meglio. E cosa si può fare quando c’è un po’ di spazio a disposizione lo dimostra il Lugano, al 5’43’’: il generosissimo Morini recupera un disco d’oro in attacco, e la triangolazione di prima intenzione con Fazzini e Arcobello si trasforma nella più limpida delle occasioni. Che, appunto, uno dalle qualità dell’americano neppure impegnandosi riuscirebbe a fallire.
Un vantaggio a dir poco meritato, quello dei bianconeri, che a quel punto hanno già tirato undici volte nello specchio della porta del Davos. A cui, però, basta davvero poco per crearsi un’opportunità : gran lancio di Egli (Dominik), e una quarantina di metri più avanti Ambühl si fa trovare oltre i difensori bianconeri, ma Fatton gli chiude la porta in faccia. Fatton che, però, dopo essere stato assistito da Loeffel qualche istante prima (con il difensore numero 58 che riesce ad anticipare il liberissimo Canova), al 12’12’’ nulla può sul centro di Rasmussen ribadito in porta al volo da Rasmussen. Di clamoroso, però, c’è il modo in cui quell’azione nasce: con i bianconeri che a quel punto si trovano in superiorità numerica per un passaggio con la mano fischiato a Chris Egli all’11’59’’, ma dopo una penalità differita sul conto degli stessi bianconeri subito dopo l’ingaggio, improvvisamente i cinque bianconeri in pista si fermano, al contrario di Bromé che rincorre il puck nell’angolo alla sinistra di Fatton, prima di servire al centro il liberissimo Rasmussen, che firma il pareggio al 12’12’’. Da lì in poi, è il Davos a fare la partita, e a un minuto dalla sirena Knak ha sul bastone il puck del 2-1, ma dopo aver scartato Fatton non riesce a centrare la porta.
All’inizio di periodo centrale, nonostante una penalità inflitta a Loeffel sul finire del primo tempo, il Lugano ritrova la verve d’inizio confronto. Poi, 24‘50’’ sono i bianconeri a poter beneficiare di una superiorità numerica, nell’occasione per un bastone alto fischiato a Nygren: anche in quell’occasione, tuttavia, gli uomini di McSorley rischiano di farsi infilare in shorthand, quando Ambühl se ne va tutto solo a sfidare il portiere neocastellano del Lugano, disturbato però all’ultimo dal rientro di Loeffel. Il gol del 2-1 alla fine, però, il Davos lo trova comunque: al 29’40’’, in mischia, con Raphael Prassl, che è il più lesto a tuffarsi su un disco pericolosamente ballonzolante davanti a Fatton. Al 34’, poi, i grigionesi potrebbero beneficiare di 1’17’’ a 5 contro 3: quando Thürkauf si trova già sulla panchina dei cattivi per un colpo di bastone, ai bianconeri viene fischiata una seconda infrazione per ostruzione: in quell’occasione, però, Stransky non si dimostra particolarmente furbo, e si fa spedir fuori a sua volta dopo aver fatto volare per aria il bastone di Josephs una decina di secondi dopo.
Anche in avvio di terzo tempo sono i ticinesi i più pericolosi: prima Carr manca una ghiotta occasione da due passi, poi Walker d‘istinto tocca sulla traversa a portiere battuto. Ai bianconeri basta però solo distrarsi un attimo e il Davos si fa minaccioso. Come al 42’49’’, quando Chris Egli trova un varco in mezzo e Samuel Guerra gli sbarra la strada in qualche modo, beccandosi due minuti per aggancio. Superato il momento delicato, Fazzini e compagni si rimettono a spingere. I tiri ci sono, le occasioni pure, ma gli uomini di Wohlwend chiudono ogni varco. A differenza del Lugano, che si fa infilare ancora una volta in shorthand: disco perso da Alatalo a centropista, Boedker non riesce a intervenire, e sull‘allungo di Prassl si fionda il solito Ambühl, il quale (curiosamente) arma uno slap da due passi e fa secco il povero Fatton al 52’59’’. E la partita, in pratica, si chiude lì.
Davos - Lugano (1-1 1-0 1-0) 3-1
Reti: 5’43’’ Arcobello (Morini, Fazzini) 0-1. 12’12’’ Rasmussen (Bromé/esp. Chris Egli, penalità differita contro il Lugano) 1-1. 29’40’’ Prassl 2-1. 52’59’’ Ambühl (Prassl) 3-1.
Davos: Aeschlimann; Nygren, Heynen; Dominik Egli, Wellinger; Barandun, Zgraggen; Chris Egli, Corvi, Ambühl; Stransky, Rasmussen, Bromé; Schmutz, Prassl, Frehner; Wieser, Canova, Knak; Simic.
Lugano: Fatton; Müller, Loeffel; Alatalo, Guerra; Wolf, Chiesa; Morini, Arcobello, Fazzini; Josephs, Thürkauf, Carr; Bertaggia, Herburger, Boedker; Stoffel, Walker, Traber; Vedova.
Arbitri: Stricker, Dipietro; Fuchs, Wolf.
Note: 5’236 spettatori. Penalità : 4 x 2’ contro entrambe le squadre. Tiri in porta: 33-42 (13-19, 14-12, 6-11). Davos senza Nussbaumer (infortunato), Stoop (ammalato), Jung (squalificato) e Pospisil (straniero in soprannumero); Lugano privo di Herren, Schlegel, Fadani (infortunati), Riva (ammalato), Irving (straniero in soprannumero). Al 21’34’’ traversa colpita da Walker. Al 58’17’’ timeout chiesto dal Lugano, che gioca senza portiere dal 58’27’’ e fino al termine. Premiati a fine partita, quali migliori in pista, Denis Rasmussen e Thibault Fatton.