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Il sollievo di Cereda. ‘Ho detto ai ragazzi di non panicare’

Nel terzo derby l‘Ambrì ritrova il successo. ‘Lo dovevamo ai nostri tifosi’. Mentre il Lugano vuol correggere il tiro. ’Dischi profondi e più precisi’

La gioia di McMillan, dopo il pareggio che ha rilanciato l’Ambrì (Ti-Press/Golay)
16 ottobre 2021
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Ambrì – Stavolta nei corridoi che portano allo spogliatoio dell’Ambrì ci sono sì delle grida, ma sono grida di gioia. «Dovevamo vincere. Lo dovevamo ai nostri tifosi, dopo otto derby persi di fila – dice, entusiasta, il difensore biancoblù Tobias Fohrler –. Quando il Lugano ha sbloccato il risultato, e per me quello è stato un gol fortunato, noi non ci siamo lasciati andare. Anzi, siamo tornati subito in pista con la voglia di spingere ancora di più. Sapevamo che a cinque contro cinque, grazie al nostro buon forechecking, avevamo noi il pallino del gioco».

Forechecking che ha messo in difficoltà il Lugano in fase di costruzione. «Siamo andati a cercarli, eravamo molto vicini a loro nel momento della partenza dell’azione e questo li ha indubbiamente disturbati. Abbiamo anche finito bene la partita, e stasera contro il Berna vogliamo riprendere esattamente dal punto in cui abbiamo lasciato nel derby».

Se c’è stato un momento decisivo, per Inti Pestoni quello è stato l’istante in cui il Lugano ha segnato il primo gol. «La loro rete è stata come una sveglia per noi – commenta il topscorer biancoblù –. Abbiamo spinto, non abbiamo concesso molto al Lugano e siamo stati in generale molto attenti. A parte forse nel secondo tempo, in cui siamo troppo fermi, e abbiamo troppo creato poco».

Stavolta, anche Luca Cereda può dirsi contento. «È stata una bella battaglia – commenta il coach dell’Ambrì –. Dopo il secondo tempo siamo stati bravi, e abbiamo avuto la prontezza di rispondere subito al loro gol. Sappiamo qual è la loro tattica contro di noi, cioè quella di spezza il ritmo: e quando McSorley ha chiamato il timeout nel finale, alla squadra io ho detto che non era il momento di panicare, ma che invece bisognava continuare a lavorare nello stesso modo di prima. Il Berna? Mi aspetto che sarà un’altra battaglia. So che c’è poco tempo ma dobbiamo ricaricare le batterie ed essere pronti a soffrire».

’Non vinci molte partite, se non segni a cinque contro cinque’

C’è invece delusione, e non potrebbe essere altrimenti, sul fronte bianconero. Ma se Chris McSorley è deluso, lo è soltanto per il risultato. «Non, invece, per gli sforzi che la squadra ha fatto – commenta, a caldo, il tecnico canadese del Lugano –. Questa era la sera dell’Ambrì, che credo che abbia vinto con merito, perché noi non siamo stati in grado di capitalizzare le occasioni che abbiamo avuto a cinque contro cinque, e se non ci riesci, be’, non puoi vincere molte partite. Non solo: loro a cinque contro cinque hanno creato anche di più».

Segnando il gol partita nel cosiddetto ‘money time’. Con Michael Fora che è riuscito ancora a tirare, dopo aver già messo il puck sulla porta, infilandosi tra tre giocatori bianconeri. «Capisco che spesso ci si focalizza sul gol decisivo, perché, appunto, è quello che ha segnato le sorti della partita, ed è indubbiamente vero che avremmo dovuto proteggere meglio il nostro portiere – spiega il difensore Alessandro Chiesa –. Però, in generale mi dico che sull’arco di tutti i sessanta minuti avremmo dovuto mettere maggiormente pressione sulla loro porta. Quindi mi dico che l’Ambrì in generale ha lavorato meglio di noi davanti alle due porte».

In una partita cominciata al piccolo trotto e che si è animata cammin facendo, fino a offrire emozioni vere nel finale. «Il punto è che non siamo entrati subito in partita, e all’inizio abbiamo faticato – commenta, invece, Elia Riva –. Poi, sì, è vero, c’erano dei dischi che non arrivavano, oppure altri che dovevano andare profondi e invece non andavano».

E quando i dischi non arrivano, poi è difficile costruire gioco. «La verità è che sappiamo cosa dobbiamo fare, e avremmo dovuto metterlo in pratica sin dall’inizio – conclude il numero 37 –. Ed è vero che stiamo giocando tantissimo, ma non dev’essere una scusa: dobbiamo soffermarci su questo aspetto e lo faremo già per stasera, quando ci aspetta una nuova sfida».

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