Hockey

Marco Rossi, sacrifici tanti ma ben ripagati

Dall'Austria a Zurigo andata e ritorno tutti i giorni, per un sogno chiamato Nhl. Vicino alla realizzazione grazie ai Minnesota Wild

11 novembre 2020
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Draftato in nona posizione in occasione dell’ultima sessione (virtuale, a causa del Covid) dai Minnesota Wild, Marco Rossi ha uno spiccato spirito agonistico, e un futuro ancora da scrivere che sembra però promettere bene. Nel momento in cui ha udito il suo nome fatto dal general manager Bill Guerin, l’austriaco in forza agli Zsc Lions ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Lo stesso sospiro tirato anche da papà Michael. È noto che il sostegno dei genitori è fondamentale per la carriera ad alti livelli dei figli, ma Michael Rossi la parola “sacrifici” se l’è tatuata a caratteri cubitali sulla pelle. Ex giocatore del Feldkirch, il club al quale è affezionato, Michael ha fatto di tutto affinché suo figlio potesse beneficiare di condizioni di lavoro e di sviluppo migliori delle sue. Quando ha realizzato che i settori giovanili dei club della regione del Vorarlberg non erano in grado di contribuire ai progressi del figlio, ha oltrepassato il Reno trasferendosi a Widnau, nel canton San Gallo. Poi, nel 2014, si è spostato a Zurigo, con Marco solo 13enne.

Migliaia di chilometri in auto

Piuttosto che lasciare il figlio a una famiglia affidataria, papà Michael si è fatto carico di migliaia di chilometri in auto, fungendo da autista per il figlio, cinque o sei volte alla settimana, un’ora e mezza di strada due volte al giorno, andata e ritorno. Inoltre, ha pianificato tutto affinché Marco potesse alimentarsi correttamente subito dopo gli allenamenti. Una volta tornati a casa, a lui toccavano le faccende di casa, a Marco il compito di lavare gli indumenti.

Le conseguenze di tali sacrifici non sono state banali: dormiva poco, ha perso due impieghi e la vita di famiglia ne ha risentito, anche se tutti (ha anche due figlie) si sono sempre detti che fosse giusto che Marco potesse andare a Zurigo. «È stata una follia piuttosto estrema», ha ricordato ripensando a quelle peripezie.

Il piacere di giocare vale più dei gol

Qualcuno potrebbe vedere in Michael Rossi un padre spinto da un’ambizione malsana, il quale tenta di trasferire il proprio sogno sul figlio, ma non è così. MIchael non ha mai dato un’eccessiva importanza ai gol e agli assisti del figlio. Il suo intento era piuttosto quello di trasmettergli la gioia e il piacere del gioco. «In qualità di genitore - ha spiegato - non bisogna esercitare alcuna pressione sui figli. Deve arrivare tutto da loro. Marco è stato sempre piuttosto difficile da domare, in quanto animato da una grandissima motivazione»,

«Sono uno sportivo che adora la competizione - interviene Marco -, voglio essere sempre il migliore. Ecco perché la Nhl è diventato presto un mio obiettivo». Nonostante l’asticella l’abbia fissata in alto, il giocatore degli Zsc Lions non ha mai voluto guardare troppo lontano. I sacrifici fatti, le ore passate in auto a ripassare le lezioni, l’hanno aiutato a crescere e a forgiare un mentale d’acciaio. «In allenamento mi pongo sempre la questione di cosa io possa ancora migliorare».

Ne è valsa la pena

È queste etica del lavoro che ha convinto papà Michael che valesse la pena fare tanti sacrifici per il figlio. Un figlio che era difficile da tenere a freno e che ha forzato la famiglia a correre dei rischi. «Con il senno di poi, posso dire che abbiamo fatto la scelta giusta», commenta il papà.

Se il presente è ancora a Zurigo, il futuro di Marco Rossi è nel  Minnesota. Dopo due stagioni a Ottawa nella Ohl, l’ultima delle quali segnata da 120 punti in 56 partite, l’austriaco con licenza svizzera sembra promesso a una carriera brillante, anche se i suoi 176 centimetri gli richiederanno uno sforzo supplementare, al centro di un terzetto d’attacco di National Hockey League. Proprio come Nico Hischier, ammira Pavel Datsyuk e si ispira al russo, ex stella dei Detroit Red Wings, per il gioco difensivo. Per imporsi oltre Atlantico, Marco Rossi riconosce di dover migliorare la velocità d’esecuzione. L’ha già fatto, con l’aiuto di un allenatore privato. Secondo papà Michael, l’unico ostacolo lungo la crescita del ragazzo potrebbe essere la natura di cattivo perdente.

Fortunatamente, quando si trasferirà nel Minnesota, potrà vivere con Thomas Vanek, il miglior giocatore austriaco della storia, forte di 1098 partite in Nhl, campionato che, stando alle ultime indiscrezioni, dovrebbe partire nelle prime settimane del 2021.

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