Hockey

Ad Ambrì si fanno i conti. 'Ma mancano alcuni dettagli'

In chiusura ufficiale di stagione è tempo di guardare al futuro. Mona: 'Le decisioni che prenderanno i club si ripercuoteranno sulle scelte strategiche'

Ti-Press/Golay
25 aprile 2020
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«In questo momento tutte le società stanno andando in modalità emergenza, e questo vale anche per noi. È un momento in cui si cerca di chiudere i conti limitando i danni, pianificando la prossima tenendo in debita considerazione tutti gli scenari immaginabili». A dirlo è il direttore generale dell’Ambrì Piotta Nicola Mona, che a pochi giorni dalla fine ufficiale della stagione, il 30 aprile, fa il punto alla situazione in casa biancoblù. «È vero che alla chiusura dell’anno contabile manca ancora qualche giorno, ma i contorni del quadro che ci troviamo di fronte sono per gran parte già definiti».

E che tonalità hanno? «Per un’analisi un po’ più approfondita è indispensabile scindere in due parti la stagione: il pre-coronavirus e il post. Nel primo, a grandi linee i conti ricalcavano quelle che erano le nostre previsioni di budget. È ovvio che all’appello mancano quelle partite, e sono diverse, che avremmo dovuto giocare nel post-season e quella che abbiamo giocato a porte chiuse. In concreto, per la valutazione del dopo-coronavirus non tutti i dettagli del quadro sono ancora noti. Soprattutto perché ancora non sappiamo se e quanto ci verrà riconosciuto e corrisposto in termini di lavoro ridotto, in particolare per il mese di aprile: la domanda dobbiamo inoltrarla dopo la fine del mese, tenendo conto delle ore lavorative perse, e occorrerà attendere la decisione delle autorità preposte».

La buona notizia arriva dai diritti televisivi: nonostante la cancellazione della stagione, le società potranno contare sull’intero contributo per il campionato 2019/20: «Ognuno ha percepito integralmente la sua parte: nessun club ha lamentato ammanchi sui versamenti. Questo perché non è previsto un rimborso retroattivo nel contratto stipulato con il partner Upc/MySports. Non è tuttavia escluso, e anzi è presumibile, che si potranno essere rivendicazioni sulla cifra che ci verrà corrisposta la prossima stagione».

Lo stop delle attività sportive non ha comunque fermato il mercato, con un Ambrì che negli scorsi giorni, tra conferme e arrivi, è stato particolarmente attivo. «Sì, abbiamo composto gran parte del puzzle biancoblù per la stagione 2020/21. Mancano in pratica solo i tasselli rappresentati dagli stranieri: a tempo debito forniremo ulteriori dettagli relativi a queste posizioni. Anche perché prima di decidere come procedere è indispensabile che venga fatta un po’ di chiarezza su quella che sarà la prossima stagione».

Già, perché negli scorsi giorni voci e ipotesi su quello che potrebbe essere lo scenario dei prossimi campionati, si sono susseguite: dall'aumento a 14 squadre in A dal 2022, chiesto dai club di Swiss League, fino alla definitiva chiusura del campionato. «Sono tutte decisioni che indubbiamente si ripercuoteranno, direttamente o indirettamente, sulle scelte strategiche dei singoli club. A cominciare dal budget con cui intenderanno operare per costruire la propria rosa. Non è escluso, qualora dovesse effettivamente essere abrogata la retrocessione, che qualche club decida di giocare con soli tre o due stranieri (il Bienne, ad esempio, aveva già ventilato tale scenario, ndr), soprattutto nel caso fossimo costretti ad accorciare la stagione o a iniziare a porte chiuse. Anche perché a quel punto, non essendoci un problema di sopravvivenza, sarebbe più una questione di pianificazione a medio termine. È comunque un passo che deve essere soppesato bene prima di farlo, soprattutto perché in gioco c’è anche l’appetibilità del prodotto. Dal profilo puramente personale, ad ogni buon conto non penso che l'hockey andrà incontro a una perdita di attrattività qualora in Lega dovessimo propendere per abolire la retrocessione».

Quali scadenze vi siete dati per discutere questa eventualità? «Ora come ora la tabella di marcia non ha scadenze fisse: siamo regolarmente in contatto e affrontiamo di volta in volta le questioni più impellenti in videoconferenza. Poi, non appena le condizioni lo permetteranno, in Lega verrà convocata un’assemblea con la presenza fisica dei delegati dei club, e in quell’occasione discuteremo concretamente di questi aspetti».

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