
Keith Tkachuk è ai Mondiali in veste di scout per i St. Louis Blues e soprattutto in qualità di padre. Suo figlio Matthew è in effetti una delle colonne portanti degli Usa. Diventerà forse anche più bravo del padre? Non è una missione evidente, i numeri di Tkachuk senior sono spaventosi. 1290 partite in Nhl e oltre 1100 punti per lui con le maglie di Winnipeg, Arizona, St. Louis e Atlanta. Nel 2010 ha appeso i pattini al chiodo, ma l’hockey è ovviamente ancora parte integrante della sua vita. Il colosso americano ha parole di elogio per il nostro paese. “È la prima volta che mi reco in Svizzera, è grandioso essere qui. La vostra nazione è il posto più bello del mondo che il sottoscritto abbia mai visitato”.
L’ex stella di Nhl è entusiasta anche del livello proposto a questa rassegna mondiale. “Il gioco sfoderato è fantastico, sono presenti giocatori semplicemente fenomenali. Vederli in azione è divertimento puro. Sono passato pure io da queste categorie, ma posso tranquillamente affermare che questa generazione è molto più avanti rispetto a noi”.
Doverosa la classica domanda inerente al figlio. Diventerà più forte del papà? Tkachuk ride di gusto, in fondo si aspettava di essere interpellato a tal proposito. “Matthew sta facendo un grande lavoro. Quando lui gioca e io sono in tribuna a osservarlo non lo vedo come mio figlio, ma come qualsiasi altro ragazzo. Riesco a fare questa scissione tra famiglia e lavoro. È doveroso al fine di essere professionali. Quello che riescono a fare questi giovani alla loro età è incredibile. E intendo sotto tutti gli aspetti: fisico, tecnico e tattico. Il gioco è molto più veloce rispetto a 25 anni fa. Sono veramente più bravi della mia generazione. Fanno cose che io a 18 anni sognavo e non lo dico tanto per dire, dovete credermi. Ciò vale per tutti i giovani, non solo per mio figlio. Noi americani in particolare portiamo avanti un ottimo lavoro di formazione a livello giovanile”.
Tkachuk ha parole di elogio anche per i nostri adolescenti. “Lo ammetto, sono sorpreso di vedere la Svizzera giocare a questo livello. O per meglio dire, non mi aspettavo di vederli giocare in questo modo. Dopo averli osservati, posso assolutamente dire di non essere più sorpreso. Avete tantissimi talenti. Contro la Finlandia in semifinale sono stati sfortunati. I padroni di casa meriterebbero una medaglia”.
La finale, sfida a senso unico? “Non arriverei fino a questo punto, ogni partita va prima sempre giocata. Chiaramente gli Usa sono favoriti e durante tutto l’arco del torneo hanno dimostrato di essere la squadra più forte, ma una partita secca ha sempre la sua storia. La formazione finlandese sarà un osso duro e bisogna sempre rispettare qualsiasi avversario”.