Il dirigente del Bayern Monaco dà la colpa ai giocatori stessi: ‘Vogliono sempre più soldi, e noi da qualche parte il denaro dobbiamo pur trovarlo’
Dichiarazioni certo non banali quelle rilasciate a Sport-Bild da Karl-Heinz Rummenigge, ex attaccante della Nazionale tedesca occidentale e ormai da decenni dirigente del Bayern Monaco. In particolar modo, interessante è ciò che il settantenne con un passato anche al Servette ha detto riguardo al nuovo Mondiale per club.
«La nuova formula è qualcosa di provvidenziale e miracoloso», ha spiegato l'ex Bayern e Inter, «anche perché, per la prima volta, la Fifa ha scelto di sacrificare una competizione per Nazionali – la Confederation Cup – a favore di un torneo per club. La vecchia formula era noiosa, la squadra europea era praticamente certa di alzare il trofeo, i tifosi non vivevano alcuna emozione. Avevo espressamente chiesto a Gianni Infantino di apportare un cambiamento a quella competizione».
Strutturata ormai con ben 32 squadre partecipanti, l'edizione 2025 della Coppa del mondo per squadre di club si svolgerà negli Stati Uniti la prossima estate (il 13 luglio la finale) a conclusione di una stagione giudicata interminabile un po' da tutti. «I giocatori dovrebbero comunque smettere di lamentarsi», fa notare Rummenigge, vincitore di due Palloni d'oro (1980 e 1981). «Ogni volta che si discute un contratto, i giocatori non fanno altro che chiedere sempre più soldi. Ma il denaro da qualche parte deve pur provenire. In Germania, siamo riusciti a ottenere il 2% in più dai contratti televisivi, ed è già qualcosa di straordinario, ma i giocatori vorrebbero guadagnare ancora di più. E così, i soldi vanno cercati da nuove fonti, come ad esempio il nuovo Mondiale per club. È insomma una specie di trappola che i calciatori hanno teso a sé stessi».