CALCIO

Parte da Yverdon l'ultimo tour de force bianconero del 2023

Per il Lugano 7 partite da qui al 17 dicembre tra Super League e Conference. Con un'infermeria piena e un Townsend in meno (esonerato in settimana)

In agosto a Cornaredo era finita 6-1. A Yverdon la musica sarà diversa
24 novembre 2023
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Bottani, Aliseda, Grgic, Valenzuela, Marques, Osigwe e Vladi; questo il “bollettino sanitario” degli infortunati comunicato dall’Fc Lugano. Fino all’ultimo si è sperato che l’attaccante Vladi – si era allenato regolarmente per tutta la settimana con la squadra – potesse essere della partita, ma non lo si vuole rischiare. La compagine luganese si appresta ad affrontare un altro periodo di fuoco, con sette partite in programma da qui al 17 dicembre. Cinque di campionato e le due ultime di Conference League.

«Un bel tour de force, ma lo affrontiamo con la consapevolezza di dare tutto ciò che abbiamo – afferma Mattia Croci Torti durante l’incontro settimanale con la stampa –. Per fortuna, non c’è la Coppa Svizzera, questa la ritroveremo nel febbraio del 2024. Dobbiamo pensare a fare più punti in Super League e cercare di fare un'impresa giovedì sera in Norvegia. In questi giorni di pausa per la Nazionale, abbiamo fatto il possibile per ritrovare tutte le energie positive, per poterle metterle in campo a partire dall’impegno che ci attende con l’Yverdon. Queste due settimane ci hanno fatto bene, adesso non c’è più tempo di guardare cosa è successo. Non dobbiamo porci limiti, ma andare avanti con atteggiamento positivo. Dobbiamo fare punti, non ci giriamo intorno. Ho chiesto a tutti la massima concentrazione. L’Yverdon? È una buona squadra, che ha individualmente giocatori in grado di fare la differenza, lo hanno dimostrato con il Losanna nell’ultima partita e anche a Basilea avevano fatto un primo tempo di alta qualità. Dovremo soffrire, questo è il messaggio che ho lasciato ai miei uomini in questi giorni d’allenamento; niente ci verrà regalato, questa vittoria ce la dovremo sudare. Tutti sapete che amo il rischio e quindi non ho assolutamente paura di rischiare anche in futuro. Non faremo barricate, io rischio sempre. La pressione aumenta, ma ce la giochiamo alla pari con tutti. Due vittorie, con l’ Yverdon e il Bodö/Glimt, potrebbero girarci la stagione. Ci proviamo, tutti devono essere convinti della forza della squadra. Tutti hanno molta fame, l’attitudine non mancherà. Chiaro, gli infortuni sono tanti, ma di questa situazione ne parleremo dopo l’ultima partita di dicembre, a bocce ferme. Adesso non dobbiamo cercare né scuse, né alibi. Questa squadra può fare bene e tutti gli uomini a disposizione godono della mia incondizionata fiducia. Abbiamo recuperato, anche a livello mentale, giocatori come Durrer e Nkama. Non lamentiamoci troppo, diamo fiducia a chi c’è. Sugli infortunati, non tutto è andato come volevamo, non ci giriamo intorno: guarderemo, analizzeremo e cercheremo di capire come fare meglio per evitare che tutto ciò si possa ripetere da gennaio via».

Sulle panchine sarà un bel derby: di fronte due allenatori ticinesi, Mattia Croci-Torti da una parte, Alessandro Mangiarratti dall’altra. Nella vita sono ottimi amici. Croci-Torti su Mangiarratti: «Ci sentiamo per telefono quasi tutte le settimane. Per me lui è una persona importante, giocavamo insieme a Zurigo. Quando ho rotto i crociati del ginocchio lui mi ha accolto a casa sua, poi nella vita quando ho avuto bisogno c'è sempre stato. Gli sarò grato per tutta la vita e lo ringrazio per l’affetto che sempre mi ha dato. Sono cose che rimangono per sempre. A Zurigo ero andato con grandi ambizioni che sono svanite da un momento all'altro. Sono contento per questa nuova opportunità concessagli, se lo merita. L’amicizia non ci sarà durante la partita, ma una volta finita, tutto tornerà come sempre. È una bella sensazione sapere che due allenatori ticinesi si affrontano in Super League».

Non si può non affrontare la questione Nicholas Townsend, braccio destro del mister, esonerato in settimana dalla sua funzione... «La società giustamente ha deciso di non commentare questo tema, trattasi di una scelta aziendale. Posso parlare a livello umano, chiaro per me personalmente è un dispiacere. Nicholas è persona che ci ha dato tantissimo. Lo ringrazio, era un personaggio che cercava il bene comune. In panchina sicuramente mi mancherà. I giocatori hanno avuto un confronto con lui, nel quale ho preferito non esserci. È un avvenimento che dobbiamo saper gestire, come molti altri. La vita ci mette sempre davanti a difficoltà e sfide diverse. Questa è una nuova, sia per il gruppo, sia per me. Tutti devono reagire».

Il ritorno di Doumbia? «Era preventivato che potesse succedere. Noi sapevamo che lui andava a Chicago per cercare di rinforzare i Chicago Fire, ma sapevamo pure che si trattava di un prestito. La novità è invece che Haile-Selassie è stato confermato è rimarrà negli Usa. Siamo tutti contenti di poter riabbracciare Doumbia. Da settimana prossima dovrebbe già allenarsi con noi, per farsi trovare al meglio nel mese di gennaio. In campo ci mancava la sua positività, la stessa che aveva anche nello spogliatoio. Ha dato tanto a tanti. Una persona che mi portava benessere e buonumore. Nello spogliatoio uno come lui è sempre ben accetto, poi in campo è molto duttile».

Per finire due parole su Mahou, giocatore sempre molto atteso dall’allenatore del Lugano. «Riaverlo al 100% per me è una cosa fantastica. È stato fermo a lungo, quindi ha una grandissima voglia di giocare. Può fare la differenza e non dimentichiamo che non lo potrò schierare in Europa, per cui il suo apporto in campionato sarà molto importante».

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