CALCIO

Contro il Winterthur, una partita da non sbagliare

Mattia Croci-Torti: ‘Per noi è come una finale, potrebbe avvicinarci in modo decisivo all'Europa’. Squalificati Doumbia, Valenzuela e Steffen

12 maggio 2023
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«Con tutto il rispetto dovuto a Basilea e Young Boys, per noi la partita che conta davvero è questa, quella contro il Winterthur. Una vittoria ci lancerebbe in modo forse decisivo verso l’Europa. Nessuno di noi può permettersi un calo di tensione, abbiamo già pagato pegno quando siamo andati alla Schützenwiese. È un avversario che può contare su giocatori di buona qualità, capaci di fare male in contropiede. Proprio per questo motivo sarebbe stato meglio se le squalifiche di Doumbia, Steffen e Valenzuela (che si aggiungono agli infortuni di Mai, Hajdari e De Queiroz, ndr) fossero arrivate in un altro momento. Avremo tempo più in là di pensare a renani e bernesi, adesso ci aspetta una vera finale e fino a domenica pomeriggio non mi stancherò di ribadire quanto l’impegno contro i Leoni sia per noi un crocevia importantissimo della stagione».

Mattia Croci-Torti non vuole correre il rischio di un calo di tensione della sua squadra, reduce da un filotto di tre vittorie e altrettanti pareggi nelle ultime sei gare. Un ruolino di marcia che potrebbe far pensare a un Lugano già al top della condizione, un po’ troppo presto nell’ottica della finale di Coppa Svizzera in programma il 4 giugno… «Non direi. Siamo al rush finale e dobbiamo essere pronti e consapevoli della nostra forza. Lo abbiamo fatto nel secondo tempo di Lucerna, quando saremmo potuti affondare e invece siamo rimasti sul pezzo, senza farci assalire dall’ansia o dal nervosismo. Dobbiamo prendere partita dopo partita, proprio come facevamo quando la vittoria faticava ad arrivare. Il nostro primo obiettivo è quello legato alla chiusura del discorso Europa. E ribadisco che in quest’ottica la sfida con il Winterthur è troppo importante. Sappiamo quale sia la loro posizione di classifica e quanti siano i punti che ci separano, per cui non ci possiamo nascondere: dobbiamo assolutamente vincere, non c’è altro risultato accettabile. È una sfida che non possiamo sbagliare, per questo un po’ di pressione la percepiamo. Tuttavia, l’avversario non va sottovalutato, costituirà uno scoglio complesso da superare».

Gli zurighesi sono reduci dall’importantissimo successo colto a Sion… «Sanno che per raggiungere la salvezza devono chiudere ogni spazio dietro, tenere il baricentro basso e sfruttare le capacità di giocatori quali Di Giusto, Ramizi o Burkhart, tutti bravi nelle ripartenze. Ma la verità è che Ardaiz ha dato un tono di vivacità supplementare in fase offensiva: agevola le transizioni con le sue corse in profondità, non si ferma mai, è un generoso. Mi aspetto una squadra che non verrà a fare la partita, ma che quando ripartirà lo farà in maniera letale».

Ragion per cui, il Lugano dovrà mostrare pazienza… «Più che pazienza, direi che dovremo essere cattivi negli ultimi venti metri: tirare, dribblare, provocare situazioni, entrare in area per creare superiorità numerica. Non possiamo permetterci di essere leziosi come settimana scorsa o molli come a Winterthur. Ripeto: dobbiamo osare, rischiare più del solito negli ultimi trenta metri. Solo provocando determinate situazioni potremo uscire dal campo con i tre punti».

Il Lugano è in lotta per il secondo posto in Super League e in finale di Coppa Svizzera. Nella conferenza stampa di mercoledì, Martin Blaser ha ribadito che, al momento, la società non è ancora pronta per la corsa al titolo, la distanza che la separa da Young Boys e Basilea rimane troppo grande… «Siamo tutti consapevoli che bernesi e renani sono ancora un gradino sopra di noi. Tuttavia, lo scorso anno lo Zurigo è riuscito ad approfittare di un blackout delle due favorite e noi dobbiamo sperare che in futuro possa capitare la stessa cosa. Basterebbe, ad esempio, che entrambe andassero avanti in Europa, perché nella nostra realtà chi è impegnato con regolarità in settimana, in campionato è destinato a perdere punti. Al momento non possiamo competere con squadre che portano allo stadio ogni volta 20-30’000 spettatori, ma nella vita occorre sempre farsi trovare pronti».

Il discorso legato al peso delle competizioni continentali vale per Young Boys e Basilea, ma a maggior ragione per un Lugano ormai a un passo dalla qualificazione… «Dovremo essere bravi a ripetere il percorso fatto nelle gestioni precedenti, senza però crollare in campionato. Perché quando siamo stati impegnati nei gironi europei abbiamo sistematicamente pagato in Super League, anche se alla fine siamo comunque riusciti a ottenere la salvezza».

Il Basilea, che in classifica accusa cinque punti di ritardo sul Lugano, in Europa è andato a vincere a Firenze ed è a un passo dalla finale di Conference League. Detta così, sembra quasi che l’anno prossimo i bianconeri potrebbero ritrovarsi nella stessa posizione dei renani… «Il Basilea è una squadra che possiede il Dna europeo e che si esalta in questo tipo di partite. A Firenze si è limitato a difendersi e a sfruttare le ripartenze. E lo ha fatto molto bene. Ma il campionato è altra cosa, occorre cambiare il chip. Da noi una squadra come il Basilea deve giocare in modo diverso, dominare l’avversario e quando sei impegnato al giovedì non è facile tornare in campo alla domenica con un’attitudine diversa. Sono contento di vedere che una nostra squadra ottiene simili risultati a livello continentale e lo sono a maggior ragione se penso alle energie che sprecherà giovedì prossimo e che, probabilmente, le mancheranno tre giorni più tardi contro di noi. Se dovessimo andare in Europa, proveremmo a imitarli, ma si tratta di un processo lungo: al momento ci manca il Dna europeo, sarebbe bello acquisirlo e un giorno arrivare là dove sono adesso i rossoblù».

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