Calcio

La Nati e la corsa (a ostacoli) verso l'Euro

A una ventina di giorni dall'esordio contro il Galles Petkovic e Tami hanno fatto il punto sull'avvicinamento a una rassegna che sarà diversa dalle altre

21 maggio 2021
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Due giorni fa le convocazioni per il campo di allenamento di Bad Ragaz che si aprirà mercoledì, oggi la prima conferenza stampa (rigorosamente virtuale) in chiave Europei di Vladimir Petkovic e Pier Tami, che in mattinata avevano portato a Palazzo federale al presidente della confederazione Guy Parmelin bandiera e maglia rossocrociate. Sì, quando mancano esattamente 22 giorni all’esordio della nazionale svizzera alla rassegna continentale previsto sabato 12 giugno a Baku contro il Galles – il giorno prima a Roma il match d’apertura tra Italia e Turchia, le altre due avversarie degli elvetici nel girone A –, la missione Euro 2020 della Svizzera sta ormai entrando nel vivo e l’attesa cresce di giorno in giorno.

«Siamo ormai vicini all’inizio della nostra avventura, speriamo che tutti arrivino al ritrovo di mercoledì senza nuovi infortuni – le prime parole di un Vladimir Petkovic che con le sue convocazioni non ha riservato particolari sorprese, anche se tra i 29 nomi (che dovranno diventare 26 entro il primo giugno) spicca la presenza dei giovanissimi Omeragic (classe 2002), Ndoye (2000) e Zeqiri (1999), questi ultimi due alla prima chiamata con la selezione maggiore –. L’ho sempre fatto nei campi di allenamento prima dei grandi appuntamenti, è un’occasione per questi ragazzi di fare esperienza e per noi di vedere come si comportano con il nostro gruppo, in particolare in chiave futura. Ricordo ad esempio che prima degli Europei in Francia nel 2016 avevo convocato Zakaria ed Elvedi ed era stata un’esperienza molto positiva per tutti, anche perché questi giovani hanno una gran voglia di fare bene e portano una bella energia nel gruppo, a prescindere dalla loro partecipazione alla fase finale. Ho scelto ad esempio di includere Zeqiri al posto di Itten in quanto quest’ultimo lo conosco già bene e volevo cogliere l’occasione per osservare Zeqiri più da vicino. Un discorso che vale anche per Ndoye, è un’occasione per dargli un’occhiata e per far assaporare loro la nazionale maggiore. Questo non significa però che non avranno le loro chance di guadagnarsi subito un posto all’Europeo, anzi, sono tutti sono osservazione e porteremo con noi chi se lo meriterà e chi starà meglio sia fisicamente sia mentalmente. Naturalmente ho già in testa una possibile lista definitiva così come una formazione ideale da schierare, ma spero che da qui al 31 giugno (il giorno prima del termine di consegna della rosa definitiva all’Uefa) e alla prima partita, i giocatori mi creino qualche dubbio in positivo nella testa con le loro prestazioni».

‘Vogliamo battere anche l’italia, obiettivo minimo gli ottavi’

Non ha invece dubbi l’ex tecnico del Bellinzona sul percorso che si aspetta dalla sua squadra nell’Europeo che si svolgerà in 11 città diverse, con la finale in programma domenica 11 luglio a Londra… «Sarà molto importante vincere la prima partita contro il Galles, per cui inizialmente tutte le nostre energie e la nostra concentrazione saranno focalizzate su quella sfida, sarebbe senza dubbio una delusione se non dovessimo qualificarci per gli ottavi di finale, anche perché abbiamo certamente i mezzi per piazzarci ai primi due posti del girone. Rispettiamo qualsiasi avversario, ma passato abbiamo già dimostrato che possiamo fare il nostro gioco e puntare alla vittoria a prescindere da chi ci troviamo di fronte».

Compresa l’Italia, che Xhaka e compagni affronteranno nel loro secondo impegno mercoledì 16 giugno in uno stadio che l’ex tecnico della Lazio (tra luglio 2012 e gennaio 2014, con tanto di conquista di una Coppa Italia) conosce bene… «Per me sarà bellissimo tornare a Roma e all’Olimpico, a maggior ragione per affrontare una squadra fortissima come l’Italia, favorita non solo del nostro girone ma anche tra le candidate alla vittoria dell’Europeo. È una squadra cresciuta molto negli ultimi anni, composta da tante ottime individualità ma anche con una sua identità ben precisa e una bella coesione tra “vecchietti” e giovani che però hanno già fatto tanta esperienza nei club. Il rinvio di un anno della manifestazione in questo senso è stato utile, ma lo è stato anche per noi e arriveremo a Roma per vincere anche contro l’Italia».

Tra pandemia e spostamenti, sfide anche fuori dal campo

Dover effettuare lo spostamento Baku-Roma-Baku (per l’ultima partita del girone il 20 giugno con la Turchia) nel giro di sei giorni è solo una delle difficoltà accresciute a livello logistico che la Nati dovrà affrontare per questo Europeo itinerante, la cui programmazione è stata resa ancor più difficoltosa dalla pandemia di Covid… «Effettivamente è una situazione particolare, tanto che l’Uefa ha modificato i regolamenti permettendo oltre all’allargamento della rosa anche la possibilità di chiamare nuovi giocatori in caso di infortuni gravi o malattia – spiega Pierluigi Tami, direttore delle squadre nazionali in seno all’Asf –. Dal canto nostro abbiamo rafforzato l’apparato medico, con noi ci saranno sempre due dottori di cui uno esclusivamente per il Covid, oltre a cinque fisioterapisti e osteopati. Durante il torneo – che affronteremo in una sorta di bolla di 54 persone (di cui 26 giocatori), senza nel limite del possibile contatti diretti con l’esterno – in un mese effettueremo un tampone Pcr ogni 4 giorni (11 in totale) e anche un test sierologico. Per quel che riguarda la vaccinazione, staff e accompagnatori saranno vaccinati, mentre per i giocatori non c’è l’obbligo ma una raccomandazione. Per ora siamo circa al 50 per cento di elementi vaccinati».

Una situazione che pesa anche dal punto di vista finanziario su tutte le parti in causa… «A livello di budget rispetto ad altre edizioni i costi si sono notevolmente alzati, anche a causa della doppia organizzazione tra Baku e Roma che oltretutto ci sfavorisce rispetto alle nostre avversarie, visto che Turchia e Galles giocheranno almeno due partite di fila nello stesso posto, mentre l’Italia evidentemente rimarrà sempre a Roma. Come detto abbiamo poi un gruppo di persone allargato rispetto al solito e l’Uefa ci ha comunicato che verserà alle partecipanti meno (circa il 30 per cento) di quanto previsto un anno fa. Di conseguenza anche i premi partita per i nostri giocatori – che in futuro non saranno più legati ai singoli match o ai punti conquistati bensì al raggiungimento di determinati obiettivi –, subiranno una riduzione tra il 25 e il 50 per cento rispetto ad esempio a quanto pattuito agli ultimi Europei in Francia. Purtroppo, questa pandemia ha colpito tutti e a più livelli».

Sì, la missione Euro 2020 della Svizzera è iniziata già da un po’ e gli avversari da battere non sono solo in campo.

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