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Team Ticino U21, qualità in attesa del mestiere

I giovani rossoblù guidano il gruppo 4 di Seconda Interregionale. Moresi: ‘Ma la filosofia non cambia: puntiamo sulla formazione’

@FlavioMonticelli
20 ottobre 2020
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Cautela, circospezione, per quanto confortate dalla qualità dello staff tecnico allestito, garanzia di ottimo lavoro in prospettiva, benché non sinonimo di risultati immediati. Sono questi i concetti esibiti dal Team Ticino in sede di varo della stagione di Seconda Interregionale, la prima per il partenariato con la gestione anche della giovanissima Under 21 capolista del gruppo 4. Capolista, sì, con 19 punti frutto di sei vittorie, un pareggio e due sconfitte. «Alla cautela del direttore Immersi mi ero subito allineato anch'io - spiega Ludovico Moresi, tecnico della U21 rossoblù -. La nostra è una squadra davvero giovanissima, con un'età media poco superiore ai 18 anni. Schieriamo solo un 2000 e un paio di 2001. Ma in campo scendono anche dei 2003. Siamo stati bravi sul campo, ma c'è ancora molto lavoro da fare per quanto riguarda tutta la struttura del Team Ticino. Partire con dei risultati positivi aiuta, ma le difficoltà legate alla pandemia ci sono state e continuano a incidere. Non sui risultati, ma sul modo di lavorare. Le prime squadre hanno incontrato molto difficoltà nell'allestimento delle rispettive rose. Chiasso in primis, ma anche il Lugano. Molti dei nostri ragazzi, di conseguenza, non hanno potuto lavorare in modo ottimale, in quanto hanno dovuto presenziare ad alcuni allenamenti della loro società di riferimento, altri li hanno svolti con noi. Sono ostacoli sul percorso dovuti alla situazione attuale. Si pensava che potessero incidere molto di più anche sui nostri risultati, ma fortunatamente non è così. Siamo poco più che una U18, il rischio di accusare il colpo e partire male era reale. Siamo primi, di certo non mi posso lamentare. L'aspetto positivo di queste difficoltà tutto sommato assorbite bene sono i margini di miglioramento che considero molto ampi, proprio alla luce di quanto stiamo attraversando. Sia per quello che riguarda la struttura, sia per il rendimento stesso e la crescita dei ragazzi».

Manca un po' di malizia

Sette partite consentono già di farsi un'idea abbastanza precisa della categoria, la Seconda Interregionale, nella quale la U21 è chiamata a disimpegnarsi. «Molto onestamente mi aspettavo maggiori difficoltà pensando all'età, all'inesperienza, alla mancanza di malizia, alla differenza di prestanza, in termini di centimetri e chili. La differenza con le avversarie c'è, e si vede. Temevo che la pagassimo di più. Siamo stati bravi a compensare questo gap con quelle che sono le nostre qualità, l'intensità, la corsa, il gioco, le qualità tecniche dei nostri giocatori.  Siamo riusciti a sopperire bene ai limiti che abbiamo, ma non si può certo dire che non si noti la differenza con le altre squadre, al momento di scendere in campo. Delle 14 reti incassate, una decina l'abbiamo subita su palla ferma. In quell'ambito contano molto la malizia, la furbizia, saper arrivare primi sul pallone, speculare in area di rigore, anche i chili... Paghiamo la mancanza di esperienza, di mestiere. Li dobbiamo ancora acquisire. Alla luce di queste difficoltà, non mi aspettavo che potessimo portare a casa tutti questi punti. Le prestazioni sono sempre state all’altezza, a eccezione di un paio di uscite. A Perlen eravamo reduci da una settimana tribolata. Contro il Taverne abbiamo pagato dazio alla mancanza di esperienza, soffrendo la partita tipica della categoria in cui siamo. Ci hanno bombardato con palloni lunghi. Fisico, mestiere e malizia in questo ambito possono fare la differenza. In tutti gli altri incontri, però, abbiamo fatto delle belle prestazioni, sotto vari punti di vista».

La classifica? Forse più avanti

Gli obiettivi stagionali non mutano, però, di fronte alla bontà dei risultati. La filosofia alla base del progetto resta improntato sulla formazione. «Al momento non guardo la classifica, non ancora. Se riusciremo a mantenerci in questa posizione anche più avanti, allora la guarderò, verso la fine del campionato, a cinque o sei giornate dalla fine. Adesso si tratta di portare avanti il lavoro con i giovani che si stanno affacciando alle prime squadre. Il mantra della nostra squadra del resto è chiaro: solo lavorando bene e facendo bene con la U21 i ragazzi si guadagneranno la possibilità di essere presi in considerazione o di rientrare nei piani di una prima squadra, sia esso il Chiasso, il Bellinzona o addirittura il Lugano. I ragazzi sanno che si passa da qui».

A giudicare dall’avvio di stagione sembrano averlo recepito, questo messaggio. «In tal senso, siamo riusciti a svolgere un buon lavoro. Merito dello staff allestito per volere del direttore Massimo Immersi e di Cao Ortelli, una scelta pagante. Poter contare su un tecnico del valore e dell’esperienza di Dario Rota è un enorme valore aggiunto. È molto più di un assistente. È impagabile quanto riesce a trasmettere ai ragazzi, ai quali spiega bene come si scende in campo, come si superano certe situazioni. A livello pratico, l’allenamento lo gestisco e lo conduco io Dario cura in maniera specifica la fase difensiva è molto. Inoltre, è molto prezioso negli interventi a livello di motivazione e nelle molteplici situazioni che si vengono a creare in allenamento. Ha sempre una parola pronta, una spiegazione. Rafforza sempre molto quello che dico io. Parliamo la stessa lingua, abbiamo la stessa mentalità. Ce la trasciniamo dai tempi del Lugano. È un feeling ancora attualissimo, per nulla datato. Del resto, non è un caso se lavoriamo assieme. È stato voluto. Cao, benché assorbito dagli impegni con le compagini Footeco, appena può è in campo con noi. Vorrebbe esserlo di più, a me piacerebbe che lo fosse di più, ma per una questione di tempo non è possibile. A livello organizzativo è impeccabile ed è sempre prodigo di consigli in un ambito, quella dalla U21, che conosce molto bene e che presenza sempre nuove situazioni da gestire».

Tecnica e concetti di basa

La Under 21 è l’anticamera del calcio professionistico, quantomeno di quello degli adulti, ma l’accento resta posto sulla formazione. «Lavoriamo molto su tutti i fronti della disciplina. siamo impostati come una prima squadra professionistica, ma su alcuni aspetti, quali la tecnica e i concetti tattici di base, lavoriamo forse pure di più. Trascuriamo un po’ le situazioni di palle ferme, benché fondamentali nel calcio moderno. Non abbiamo ancora segnato un gol, così (sui 19 realizzati, ndr), e qualche rete l’abbiamo incassata, ma a noi interessa di più la formazione del ragazzo. Continuiamo a insistere sui principi fondamentali del calcio, introducendo i dettagli tattici e la tecnica di ruolo».

Grande attenzione va prestata anche alla situazione sanitaria, sempre molto delicata. «Ci auguriamo che il nostro campionato possa continuare a svolgersi regolarmente almeno per un mese ancora, fino alla sosta invernale. Poi non se ne parlerà più fino a marzo. Le partite le abbiamo disputate tutte, ma qualche rinvio c’è stato. Sul campo lavoriamo normalmente, ma siamo molto vigili per quanto attiene il distanziamento, gli spazi, e il protocollo al quale i giocatori devono sottostare. Mi spiego: i ragazzi che verranno dal Chiasso, cito a esempio Lucio Soldini, dovranno venire in trasferta con mezzi propri, si cambieranno in uno spogliatoio diverso dai compagni, con i quali potrà condividere solo il campo, perché si allenano con la squadra di Challenge League. Facciamo tutto quanto ci è possibile, nel rispetto delle norme sanitarie vigenti».

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