CALCIO

Il Covid-19 non ferma Svizzera-Croazia

Xherdan Shaqiri è positivo e non ci sarà, ma i rossocrociati scenderanno regolarmente in campo a San Gallo (20.45) per un amichevole dai molti risvolti sportivi

(Con Shaqiri bloccato dal Covid, la leadership peserà ancora sulle spalle di Xhaka)
7 ottobre 2020
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Doveva essere il giorno del suo grande ritorno, ma aspetterà. Xherdan Shaqiri avrebbe dovuto essere l'attrazione principale dell'amichevole Svizzera-Croazia in programma mercoledì a San Gallo con inizio alle 20.45, ma dagli esami effettuati all’inizio dello stage è risultato positivo al coronavirus ed è stato messo in isolamento. Tutto era stato pianificato per celebrare un giocatore che mancava dalla Selezione maggiore da sedici mesi, vale a dire dalla semifinale di Nations League persa contro il Portogallo. Xherdan Shaqiri si sarebbe infatti dovuto presentare ai media questa mattina alla tradizionale conferenza stampa della vigilia. A inizio giornata, la federazione svizzera (Asf) aveva addirittura diffuso un'intervista al giocatore del Liverpool, nella quale il fantasista spiegava la sua decisione di restare ad Anfield: «I media hanno scritto molto. Ho un contratto a lungo termine con il Liverpool – aveva detto Shaqiri, che non figura più nei piani di Klopp (75’ in Coppa di Lega contro il Lincoln City è tutto ciò che al giocatore elvetico è stato concesso in questa stagione) –. Mi sento davvero bene. Abbiamo una squadra molto buona e in futuro voglio sistemarmi e aiutarli quando avrò la possibilità giocare».

Di cose da discutere con il playmaker rossocrociato ce ne sarebbero state molte. Il suo stato di forma fisica, la sua situazione in seno al club della Mersey, i suoi troppi infortuni; e poi la nazionale svizzera, che sta progredendo da più di un anno malgrado la sua assenza. ma si è frapposto un solo ostacolo: il test di Covid-19, effettuato lunedì e obbligatorio a ogni inizio di stage. Per tutti i giocatori e i membri dello staff tecnico il tampone ha dato esito negativo. per tutti, tranne che per lui. Tutto quanto era legato al ritorno del basilese in rossocrociato è stato azzerato nel giro di pochi minuti con un comunicato dell'Asf. 

Come richiesto dalla procedura, Shaqiri, per altro asintomatico, è immediatamente stato posto in isolamento. Il problema è che il giocatore ha avuto modo di partecipare, lunedì a fine giornata, a una sessione di allenamento. Potrebbe aver trasmesso il virus ai suoi compagni di squadra e allo staff di allenatori? «Il protocollo Uefa per il ritorno alle competizioni è stato rigorosamente rispettato – ha sottolineato Martin Maleck, il medico della Nazionale –. Tutti gli altri test sono stati negativi, quindi la squadra può allenarsi normalmente e la partita può andare in scena come previsto». 

Le autorità sangallesi hanno comunicato nel pomeriggio che la partita potrà aver luogo normalmente. Un piccolo punto interrogativo rimane comunque, perché, come ha sottolineato Martin Maleck, «se qualche membro del team o del personale dovesse presentare sintomi clinici» la situazione potrebbe mutare. A  livello politico le autorità hanno dato il loro beneplacito, ma hanno dovuto attivare la cellula del medico cantonale di San Gallo per rintracciare eventuali contatti di Shaqiri. 

Amichevole sì, ma da vincere

In queste ore a tener banco è stato il Covid-19, ma la sfida contro i croati ha valenze significative anche sotto il profilo del calcio giocato. L'assenza di Shaqiri non sconvolge gli automatismi che la squadra svizzera ha sviluppato nell'ultimo anno e che si è presa la libertà di rafforzare lo scorso settembre in Ucraina (sconfitta per 2-1) e contro la Germania (1-1 a Basilea). La Nazionale si è abituata a esplorare profili di gioco che prescindono dalla presenza del suo leader tecnico. 

E contro la Croazia sarà possibile evolvere senza grande pressione, in quanto la sfida, a differenza delle prossime due trasferte valide per la Nations League (sabato in Spagna e martedì prossimo in Germania), sarà solo amichevole. «Dobbiamo vedere le cose nella giusta prospettiva –, ha affermato Valdimir Petkovic –. Si tratta di una partita importante, ma il mio compito è anche di pianificare con il giusto anticipo in previsione degli impegni futuri». Il tecnico si dovrà destreggiare tra sei possibili cambi, giocatori che presentano livelli diversi di forma fisica e altri due incontri in meno di una settimana. «Alcuni ragazzi avranno la loro occasione», ha aggiunto.

Forse Jonas Omlin, Becir Omeragic, Simon Sohm o Jordan Lotomba potranno festeggiare la loro prima selezione. Petkovic, però, non intende sottovalutare un avversario del valore della Croazia: «Dobbiamo guardare anche più avanti, ma ciò non significa che non abbiamo ambizioni per questa partita. Vogliamo vincere». Nelle intenzioni le sfide di ottobre dovrebbero essere la naturale continuazione delle partite di settembre, convincenti sotto l’aspetto del gioco e dell’approccio, anche se i risultati avevano fatto difetto. Naturalmente, Xherdan Shaqiri avrebbe potuto rappresentare il fattore X, la differenza tra una buona partita e una vittoria, e non sarebbe stato un fattore troppo importante in questi giorni. La sua classe non sarebbe certo stata di troppo, ma per il momento è senza di lui che la Svizzera è costretta a proseguire il suo cammino di avvicinamento a Euro 21.

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