Calcio

Fc Chiasso: 'Prima di decidere occorrono scenari precisi'

Il d.g. Nicola Bignotti si gode la salvezza della squadra e sull'eventuale fine della stagione precisa: 'Sbagliato scegliere senza conoscere le conseguenze'

7 maggio 2020
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E fanno 10! Tante sono le salvezze consecutive messe una sopra l'altra dal Chiasso. L'ultima, quella di questa stagione non ancora andata agli archivi, non l'ha decretata il campo, bensì la decisione dell'Asf di considerare "bianchi" i campionati dalla Promotion League a scendere. E l'assenza di promozioni dalla terza categoria del calcio svizzero ha fatto la felicità dei rossoblù, ritrovatisi improvvisamente nell'impossibilità di essere retrocessi, nonostante una classifica che al momento dello stop al campionato li vedeva all'ultimo posto con sette punti di ritardo sullo Sciaffusa. Ma tant'è, se nel calcio a contare sono in primo luogo i risultati ottenuti al momento di tirare le somme, dalle parti del Riva IV è inevitabile che sia spuntato più di un sorriso. Come conferma il direttore generale Nicola Bignotti... «A dire il vero non ci aspettavamo che l'Asf prendesse una simile decisione. Ovviamente l'abbiamo accolta di buon grado, in quanto per noi significa l'ennesima salvezza e la presenza in Challenge League anche nella prossima stagione».

'Una stagione a metà'

Quella attuale, di stagione, è però lungi dall'essere giunta al capolinea, visto che mancano 13 partite ed è tutt'altro che scontata la possibilità di tornare in campo per mettere la parola fine a un campionato che fine sembra non voler avere. Ciò nonostante, dato per acquisito l'obiettivo della salvezza, si può forse iniziare a stilare un bilancio di un 2019-20 piuttosto tribolato... «È difficile tirare le somme di una stagione svolta soltanto a metà. Si dice che i calcoli si fanno sempre alla fine, ma qui fine non c'è stata, almeno per il momento. Non abbiamo nessuna certezza in merito alla ripresa dell'attività e se anche dovessimo tornare in campo, a livello sportivo il campionato rimarrebbe ingiudicabile, in quanto ci troveremmo a giocare in condizioni sportive del tutto particolari, senza più obiettivi concreti da perseguire. Certo, rimarrebbe l'orgoglio e la voglia di vincere tutte le partite, ma parlare adesso di bilanci mi sembra un esercizio sterile e fuori luogo. Non avremmo voluto salvarci in questo modo, avremmo preferito poterlo fare sul campo, ma è andata così, ne prendiamo atto e cerchiamo di guardare avanti».

Guardare avanti rappresenta un atteggiamento positivo, ma senza certezze su quelli che saranno gli sviluppi della stagione a venire, programmare il futuro diventa esercizio da cartomante più che da dirigente di società... «È assolutamente difficile, tanto è vero che stiamo vivendo alla giornata, in attesa di capire quelle che saranno le mosse e le decisioni della Swiss Football League (Sfl). Soltanto con le idee più chiare ci sarà possibile intraprendere i prossimi passi in vista della nuova stagione».

'Super League a 12: un'occasione persa'

Non ve ne restate però in panciolle in attesa degli eventi... «Assolutamente no. Al momento stiamo pianificando la ripresa degli allenamenti (possibile a partire da lunedì 11 maggio, ndr), legata a doppio filo all'applicazione dei un rigido protocollo sanitario. Siamo pronti per riprendere gli allenamenti, accogliendo i nostri giocatori e tutti i membri dello staff nella più assoluta sicurezza. Si tratta inoltre di prendere contatto con i ragazzi per organizzare il loro rientro a Chiasso. Molti dei nostri sono svizzeri, altri abitano nelle zone di confine, per cui non ci sarebbero grossi problemi. Per coloro i quali arrivano da più lontano, penso ad esempio al Sudamerica, sarebbe assurdo farli giungere in Ticino entro lunedì e nel giro di pochi giorni essere costretti a rimandarli a casa perché la Sfl ha deciso per la sospensione della stagione. Con loro siamo in stretto contatto e valutiamo di giorno in giorno quelle che sono le novità».

A livello di Lega, occorre capire cosa bisogna fare delle ultime 13 giornate: portarle a termine o metterci una pietra sopra? «Secondo me sarebbe sbagliato prendere delle decisioni e poi subirne le conseguenze. Sarebbe meglio avere ben chiari gli scenari conseguenti alle varie possibilità sul tavolo e poi prendere la decisione migliore. Se la volontà fosse quella di chiudere "baracca e burattini", quali sarebbero le conseguenze sportive? Chi sarebbe campione? Chi retrocesso? Bisognerebbe andare verso una Super League a 12 squadre? E a livello finanziario quali sarebbero le conseguenze di una ripresa? Prendere una decisione e poi ritrovarsi a litigare sulle sue ripercussioni innescherebbe un meccanismo complesso. Sarebbe dunque giusto mettere sul tavolo gli scenari possibili e in un secondo tempo procedere a un voto da parte delle società».

L'ipotesi di portare la Super League a 12 squadre è però stata bocciata un paio di settimane fa... «È stata persa una grossa occasione. Si sarebbe potuto anticipare la riforma di una stagione e avremmo subito risolto la situazione. Non voglio entrare in dinamiche politiche, ma posso dire che anche fuori dai confini elvetici la scelta è stata definita poco comprensibile».

A questo punto, però, tornare a chiedere 12 squadre già a partire dalla prossima stagione appare difficile... «Sul tavolo c'è la proposta del Sion che prevede 12 squadre in Super e 8 in Challenge League per la prossima stagione. Una soluzione d'emergenza sulla quale si potrebbe votare a breve giro di posta, con la semplice convocazione di un'assemblea straordinaria. Diverso il discorso se si volesse giungere a una riforma più profonda che non tocchi soltanto la Sfl. In quel caso verrebbero chiamate in causa anche la Promotion League e a cascata le leghe inferiori e comporterebbe la necessità di trovare un consenso a livello delle diverse camere dell'Asf, ciò che sarebbe oggettivamente più complicato».

Il problema è che non sembra esistere un terreno d'intesa a livello di Sfl tra società che auspicano l'interruzione della stagione e altre che desidererebbero, soprattutto per motivi finanziari, riprendere a giocare. In attesa delle consegne del Conisglio federale e, a seguire, della Swiss Football League, non rimane che restare ad aspettare, sospesi nel limbo di una stagione che non vuole saperne di trovare pace.

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