Calcio

La seconda chance di Tosetti

Grazie al successo sul Lucerna di martedì, il ticinese del Thun per la seconda volta raggiunge l'ultimo atto della Coppa Svizzera

Keystone
27 aprile 2019
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Ci sarà anche un po' di Ticino nella finale di Coppa Svizzera. Il prossimo 19 maggio, allo Stade de Suisse ci sarà anche Matteo Tosetti e i suo Thun, grazie all’1-0 di martedì contro il Lucerna. Per lui la seconda finale della carriera e, soprattutto, il ritorno in campo dopo un infortunio che lo ha costretto in tribuna per gli ultimi due mesi... «Una grande soddisfazione. Si vede che la Swissporarena mi porta bene, è la seconda volta che vinco una semifinale di Coppa a Lucerna. Siamo pronti ad andare a Berna e giocarcela contro il Basilea. Tra l’altro, siccome la partita si disputerà nella Capitale, avremo dalla nostra il supporto del pubblico».
Sul piano personale c’è da vendicare quell’1-0 di tre anni fa proprio contro lo Zurigo... «Era stata una finale strana, con i tigurini già retrocessi e un ambiente quasi surreale all’interno del Letzigrund. Noi avevamo la partita in pugno, ma non eravamo stati capaci di buttarla dentro, finendo per essere puniti da un gol stupido ed evitabile. Il cammino del Thun assomiglia parecchio a quello di quel Lugano, con diversi turni superati tra mille difficoltà e il primo avversario di Super League affrontato soltanto in semifinale (in entrambi i casi il Lucerna, ndr). Adesso, però, occorre che il finale cambi, in modo da regalare a Thun quello che sarebbe il primo trofeo per la città».
Martedì i bernesi non hanno destato una grande impressione, al di là della vittoria... «Non è stata una delle nostre migliori prestazioni, ma siamo reduci da un periodo nel quale fatichiamo a trovare i tre punti e ciò non aumenta di certo la nostra autostima. Abbiamo giocato con troppa fretta, perdendo i palloni subito dopo averli riconquistati. Un atteggiamento che ci ha mandati in difficoltà contro un avversario che l’ha messa sul fisico e sulle palle lunghe. Il Lucerna ha controllato il gioco, ma alla fine la zampata vincente l’abbiamo trovata noi. In Coppa è concesso essere bruttini perché conta solo il passaggio al turno successivo, ma in campionato abbiamo capito che se continuiamo di questo passo rischiamo di trasformare una possibile grande stagione in una stagione mediocre».
Terzo a Natale a -2 dal Basilea e a +11 dall’ottava (Gc), nel 2019 il Thun ha conquistato solo 12 punti e ne ha persi 14 sui renani e 7 sullo Xamax... «Ho sempre pensato che quel terzo posto ci avesse dato fin troppa fiducia. Eravamo una squadra storicamente abituata a lottare per la salvezza e di colpo ci siamo ritrovati lì nel ruolo di sorpresa della stagione, a distanze apparentemente siderali dalla retrocessione: un cambio di paradigma che ci ha portati a tirare i remi in barca, in un certo senso ci ha imborghesiti. La parabola di questi mesi l’ho vissuta da fuori, in quanto mi trovavo in Ticino per rimettermi da un infortunio, ma guardando le partite ho notato che invece di compiere quel metro in più, che tante soddisfazioni ci aveva regalato, facevamo un metro in meno, con la conseguente perdita di parecchi punti. Adesso ci ritroviamo in una situazione nella quale dovremo lottare ancora molto – e con tanti scontri diretti all’orizzonte – per assicurarci quel terzo posto fino a pochi mesi fa apparentemente blindato».
Oggi il Thun sarà di nuovo in trasferta a Lucerna... «E dovremo fare attenzione alla loro voglia di rivincita. In questi mesi abbiamo senz’altro pagato anche gli infortuni, il mio come quello di Hediger. La nostra rosa non può permettersi troppi cambiamenti, la panchina è corta e i giovani arrivati quest’anno hanno bisogno di tempo per integrarsi».
La finale di Coppa potrebbe sottrarre preziose energie mentali al campionato... «È una situazione alla quale a Thun non si è abituati. In rosa siamo pochissimi ad aver già disputato una finale. Per ora l’appuntamento rimane piuttosto lontano, ma più si avvicinerà, più dovranno essere bravi gli uomini di esperienza nel gestire lo spogliatoio. I tifosi, ovviamente, sono in delirio, mai avrebbero potuto sognare una stagione così. Terzo posto in campionato e finale in Coppa: fosse stata paventata loro, lo scorso luglio, una simile prospettiva, prima sarebbero scoppiati in una sonora risata, poi avrebbero firmato con il sangue...».

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