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Roberto Kovac: ‘Il gruppo conta moltissimo’

Alla vigilia della sfida fra Svizzera ed Eire per l'accesso alle qualificazioni mondiali, il capitano fa il punto in casa rossocrociata

19 febbraio 2025
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È una missione che sa più di formalità che di altro quella che vedrà la Svizzera impegnata giovedì a Friborgo contro l’Irlanda, battuta di 23 punti a Dublino e unica contendente che potrebbe raggiungere gli elvetici in vetta al girone A delle prequalificazioni al Mondiale 2027. Già lontane Azerbaigian e Kosovo (che domenica ospiterà nell’ultimo incontro i rossocrociati), sarebbe insomma un harakiri colossale perdere in casa di oltre 23 punti conto l’Irlanda. Situazione difficile da immaginare, anche perché nelle tre sfide degli ultimi tre anni i ‘Verdi’ hanno subito altrettante sconfitte dalla Svizzera.

Ci saranno però diverse assenze per la squadra di Ilias Papatheodorou, ed è proprio con una delle più illustri che proviamo a leggere alcune situazioni attuali del nostro basket: ovvero Roberto Kovac, il capitano della Svizzera, che sta attraversando un grande momento personale. «Sì, da due anni non provavo queste sensazioni in campo, praticamente dal mio trasferimento a Friborgo. La scorsa stagione non sono mai stato bene, ho dovuto subire un intervento al ginocchio destro, poi a pagarne le conseguenze è stato quest’anno quello sinistro, sotto sforzo. Ma da fine gennaio sono finalmente tornato al top».

Tradotto, 27 punti contro i polacchi dell’Anwil Wloclawek in Eurocup (squadra che eliminò il Lugano un quarto di secolo fa nei sedicesimi di Coppa Korac) con qualificazione ai quarti di finale, e 29 punti sabato scorso a Losanna.

«Finalmente ho scacciato i dubbi, le incertezze, quel tarlo nella testa che ti dice ‘magari non tornerò quello di prima’».

Con la Nazionale, però, giovedì Kovac sarà presente soltanto in tribuna: «Il ginocchio sinistro aveva bisogno di una pausa, ho dovuto effettuare delle infiltrazioni. Ho in pratica riposato da domenica, e giovedì pomeriggio con l’Olympic riprenderò gli allenamenti. In realtà mancherà tutto il gruppo di Friborgo. Siamo un po’ tutti acciaccati. Natan Jurkovitz ha pure lui problemi a un ginocchio, Killian Martin si era infortunato alla caviglia a novembre ed è rientrato da poco, mentre Michel-Ofik Nzege non vuol più vestire rossocrociato come già hanno fatto in passato Arnaud Cotture e Jonathan Kazadi».

Scelte che possono far discutere, ovviamente, ma così recita il presente, e allora contro l’Irlanda toccherà al nucleo di giocatori del Ginevra creare il famoso gruppo: «Boris Mbala, Paul Gravet, Noé Anabir e Robert Zinn sono affiatati, in più ci sono Selim Fofana e Laurent Zoccoletti, insomma c’è profondità. Il gruppo è importante, lo vediamo anche noi a Friborgo quest’anno, dove ci siamo spinti lontani in Europa giocando contro squadre che hanno 14 professionisti. Non dimentichiamo che siamo la piccola Svizzera, anche se con l'Olympic, ad esempio, non partiremo battuti contro il Paok Salonicco nei quarti di Eurocup».

L’esempio viene dalla grande impresa della Nazionale femminile qualificatasi per Euro 2025. «Sono state fantastiche! Finalmente, vien voglia di dire per tutto il basket svizzero. Hanno saputo creare un gruppo affiatato, con una mentalità vincente. Negli ultimi 2 anni sia donne sia uomini hanno messo le giuste persone nei posti chiave. Con coach Papatheodorou anche noi abbiamo una dinamica differente. Soprattutto si va in campo con la voglia di vincere, di guardare in alto. Come in fondo facciamo anche a Friborgo».

Tra gli assenti ci sono altri nomi, come quello di Anthony Polite (operato al crociato di un ginocchio in agosto, tornerà la prossima estate) e, in prospettiva, quello della scelta numero 24 del draft 2024 Kyshawn George, stella emergente nella Nba a Washington. «Lo capisco, tra Svizzera e Canada ha scelto la foglia d’acero, una delle squadre più forti del pianeta, che ti dà accesso a Olimpiadi e Mondiali. Pure io sono in possesso di due passaporti, svizzero e croato: avessi avuto la stessa opzione, avrei fatto la stessa scelta. Ma con molta onestà, non ho mai avuto il livello per competere per una maglia con la Croazia e sono orgoglioso e felice di rappresentare la Svizzera, che amo».

Chi potrà essere orgoglioso di vestire rossocrociato per la prima volta è il figlio d’arte Nicolò Isotta, i cui genitori Stefano e ‘Tata’ hanno dato tanto al basket cantonale. Stefano era un mago con la palla in mano a Massagno, mentre Cinzia ha sfornato per anni vagonate di giovani talenti. Ora è il turno del figlio, che in Italia milita in Serie B nella Crifo Wines Ruvo di Puglia. 26 partite giocate (21' di media), con 11 punti, 3,5 rimbalzi e 1,7 assist a partita.

«Nicolò potrebbe fare il suo debutto giovedì oppure domenica in Kosovo. Vedremo. C’è molta curiosità, perché non lo conosciamo molto bene come giocatore, anche se due anni or sono venne in ritiro estivo con noi in Grecia. Sarà un’opportunità per valutarlo in campo, sempre se sarà inserito tra i 12 a referto». Parole del capitano prima di una sfida che si spera essere una semplice formalità per accedere al prossimo turno.