Basket

‘Con Massagno frattura insanabile’

Roberto Kovac, appena sbarcato a Friborgo, parla della nazionale e spiega i motivi del suo divorzio con la Spinelli

Chiusa la parentesi agonistica con la nazionale, le squadre torneranno in campo sabato: la novità maggiore è l’arrivo a Friborgo di Roberto Kovac dopo la rescissione del contratto con Massagno di un mese fa per motivi disciplinari. L’Olympic si ritrova un altro nazionale in squadra per riconfermarsi campione e per la Finale di Coppa, prossimo trofeo in palio proprio a Friborgo. Prima di parlare della sua nuova squadra, facciamo il punto sulle due gare perse contro Croazia e Polonia. «Secondo me, per lunghi tratti abbiamo giocato alla pari con le due più quotate avversarie. Siamo stati in partita oltre 30 minuti in entrambe le sfide, anche se poi alla fine siamo crollati».

I motivi di questo calo, considerando che entrambe le avversarie non avevano tutti i migliori a disposizione? «Sicuramente l’aspetto fisico ha avuto la sua importanza. Non siamo abituati in campionato a giocare su certi ritmi per 40 minuti, mentre loro hanno giocatori che evolvono in campionati molto performanti. E di fisico mettiamoci anche i centimetri, che a noi sono mancati».

Le assenze di Dubas e M. Mladjan sono un fattore evidente in questo ambito. «Certamente loro due sono pedine d’esperienza, oltre che di qualità. Inoltre, e non è un’accusa, noi abbiamo giocatori con poca esperienza a livello internazionale, per cui il gap è notevole».

Malgrado tutto, ottimista per il futuro? «Credo che, al completo, potremo fare altri passi avanti. Il gruppo ha entusiasmo e quindi i prossimi impegni ci diranno dove possiamo arrivare».

Veniamo al tuo passaggio all’Olympic. «Ero rimasto a piedi con Massagno, era importante trovare una squadra che mi permettesse di restare in attività e di guadagnare, perché ho anche una famiglia da mantenere. Fra le varie offerte, la migliore era quella di Friborgo, e quindi ho accettato».

Con Massagno una rottura insanabile, vista oggi a mente fredda? «Direi proprio di sì. Già ad agosto non eravamo in sintonia al 100%, ma l’imminente nascita di un erede mi ha fatto scegliere di continuare in Ticino. Poi, nei mesi, le discordanze sono aumentate, anche perché ho esigenze che altri magari non hanno, come certi metodi di allenamento. E così siamo arrivati a dividerci».

Massagno sarà l’avversario principe in questo finale di stagione? «Non cerco rivincite con nessuno, ma darò il massimo, come ho sempre fatto in tutti i club. Sarà poi il campo a decidere, ma sarà sempre una squadra a vincere o a perdere, non Roberto Kovac. Il mio compito è aiutare la squadra dando tutto».

E, giocando con altri 5 compagni di nazionale, nessun problema a inserirsi... «Speriamo».

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