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Ecco l’Ajla 2.0, ‘più paziente e flessibile’

Tra circa un mese il rientro di Del Ponte alle competizioni, dopo l’infortunio alla tibia: ‘Sono migliorata molto nella resistenza e nella forza’.

La staffetta 4x100 di Athletissima tra gli eventi già fissati
(Keystone)
27 aprile 2023
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Con l’esplosione della primavera l’atletica torna a fare capolino all’esterno, sebbene al mattino a Berna – dove Swiss Athletics lancia ufficialmente la stagione outdoor – le temperature non siano certamente quelle ideali per svolgere dell’attività fisica all’esterno in maglietta e pantaloncini. Dovrebbe però esserlo a Doha dove, il prossimo cinque maggio, verrà lanciata la stagione di Diamond League, che passerà poi da Losanna per Athletissima il 30 giugno e da Zurigo per la Weltklasse il 31 agosto, prima di congedarsi a Eugene con le finali. A rifare capolino è anche la ticinese Ajla Del Ponte, sulla strada del ritorno dopo l’operazione alla tibia resasi necessaria lo scorso dicembre a causa di una tripla frattura da stress.

Ajla, prima di tutto come ti senti?

Il corpo sa cosa deve fare, il sistema nervoso non è ancora prontissimo – esordisce la ventiseienne valmaggese –, ma sto bene. Sono contenta di essere tornata ad allenarmi normalmente, dopo sei mesi lunghi per certi versi, ma trascorsi rapidamente per altri. L’idea originale era di rientrare in tempo per i campionati svizzeri, ma spero di poter rientrare già a fine maggio poi strutturerò l’estate a blocchi con tre competizioni e due settimane di lavoro. In questo momento però nella mia testa le gare sono ancora piuttosto distanti, al momento in cui arriveranno spero che le emozioni positive prevarranno sulla paura. Le prime competizioni fungeranno però anche da ulteriori allenamenti di velocità. Era la mia prima operazione e non conoscevo il processo seguente, corpo e mente devono essere ascoltati assieme.

La pausa però è stata comunque piuttosto lunga, su cosa hai potuto e dovuto lavorare?

Inizialmente non potevo mettere peso sulla gamba, quindi prima dell’operazione non ho potuto fare nulla in sala pesi, ma mi sono adattata, ho lavorato tanto sulla bicicletta, con allenamenti a circuito e allenamenti alternativi, per cui la condizione fisica è ottima. Dopo l’operazione ho ripreso piano piano a correre e a lavorare con le gambe. La riabilitazione mi ha aiutato per migliorare la resistenza e la forza, quindi sicuramente la base è buona. Ho dovuto imparare anche a essere più paziente, ora sono più flessibile anche nella vita di tutti i giorni. Ho trascorso tanto tempo in Olanda, mi sono mancati il sole, si nota la differenza quando si rimane tutto l’inverno in Europa rispetto per esempio al Sudafrica, e le compagne d’allenamento.

Questo periodo ti è però anche servito per dedicarti ad altro, come a progetti di sostenibilità ambientale, non a caso per i viaggi prediligi il treno all’aereo. Di che si tratta?

Il mio interesse per l’ecologia è iniziato nel 2018 a Losanna con la mia coinquilina, guardando come potevamo migliorare come individui, quindi mi sono informata e poi ho ampliato l’orizzonte, prima in famiglia dando qualche consiglio ai miei genitori, quindi grazie alla piattaforma dell’atletica e della Weltklasse di Zurigo. In questi mesi ho avuto anche tanto tempo per lavorare a dei progetti di sostenibilità anche con la federazione internazionale World Athletics.

Nel frattempo però le tue compagne e i tuoi compagni hanno continuato a gareggiare, ottenendo ottimi risultati indoor. Da parte tua c’era felicità o magari un pizzico di invidia per loro?

Sapevo che non avrei potuto svolgere la stagione indoor, essendomi operata il 7 dicembre, per me la cosa era abbastanza chiara, quindi non mi sono fatta chissà che idee di poter correre. Sicuramente ero contenta per gli altri, il bello dell’atletica è anche poter seguire gare interessanti come semplice tifosa, ma io ho accettato la mia situazione e visto che ognuno ha la sua particolare, è impossibile confrontarle, le condizioni cambiano sempre e gli infortuni fanno parte dello sport.

Tempo per godersi la stagione agonistica ne rimane però in abbondanza, anche in Ticino visto che Bellinzona, oltre al tradizionale Galà dei Castelli del 4 settembre, ospiterà anche i Campionati svizzeri il 29 e 30 luglio.

Finalmente! In origine erano previsti nel 2020, per me è molto bello averli in casa, spero anche che il pubblico sia entusiasta quanto lo sono io, perché potrà venire a vedere delle belle gare e possono riempire un po’ il Comunale. Per me, come per tutti, fine luglio è ancora distante, ma sarà sicuramente un bel momento della stagione.


Ti-Press/Golay
‘Sono entusiasta di avere i Campionati svizzeri in casa’

Anche il nuovo direttore generale di Swiss Athletics Markus Lehmann non vede l’ora dei ‘Nazionali’ in Ticino: «A Bellinzona ci aspettiamo un grande campionato, sicuramente è un posto importante per noi, con il Galà dei Castelli c’è già un evento importante il che può aiutarci».

Qual è invece la situazione della federazione svizzera? Lo spiegano, oltre a Lehmann, il responsabile dello sport d’élite (e già atleta olimpionico) Philipp Bandi e la responsabile della formazione Karin Schnüriger: «I talenti nei quadri future sono triplicati negli ultimi otto anni, l’ultima stagione, tra i Mondiali di Eugene e gli Europei di Monaco, è stato molto ricca di successi e pure in questa si è partiti bene, con gli Europei in sala di Istanbul. Continuare così non è scontato (il riferimento è in particolare ai Mondiali di Budapest della seconda metà di agosto, ndr), ma vogliamo confermare i risultati e fare sì che i giovani si abituino a concorrere per le medaglie. Inoltre gli atleti iniziano a guardare ai limiti per le Olimpiadi di Parigi dell’anno prossimo. Poi vogliamo professionalizzarci e migliorare la raccolta di mezzi economici, sempre rimanendo attenti alla base, per esempio premiando anche i volontari, oltre ad atleti e allenatori».

GLI OSTACOLISTI

‘Il dopo-medaglie? Diverso ma bello’

Tra gli atleti che hanno contribuito agli ottimi recenti risultati emergono due ostacolisti, Ditaji Kambundji, bronzo europeo outdoor sui 100 metri e in sala sui 60 m, e Jason Joseph, campione continentale indoor sui 60. Le attese su di loro sono di conseguenza piuttosto alte: «Ho potuto approfittare di buone condizioni nel campo di allenamento a Belek, ancora un paio di settimane di preparazione e poi si partirà nella stagione all’esterno – spiega la 20enne bernese, sorella della sprinter Mujinga –. Qualche volta prevedo anche di correre i 100 piani. In sala ho fatto grossi passi avanti a livello tecnico. A Budapest spero di arrivare in finale. Dopo la medaglia di Istanbul ho notato un ambiente diverso quando mi sono ritrovata a correre in Svizzera».

Il 24enne basilese aggiunge: «Sentirmi chiamare ‘campione europeo’ è veramente bello, ma adesso è il passato, bisogna guardare avanti, outdoor devo ancora impormi del tutto. Mi sono allenato molto, ma ho l’impressione di non essere ancora del tutto pronto, la mia stagione inizierà a Zofingen, poi voglio correre il più possibile per fare l’abitudine agli ostacoli. In allenamento il focus non è più molto sullo sprint, quanto sulla tecnica».

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