SCHERMA

Niente russi in Polonia. Braccio di ferro nel mondo del fioretto

Varsavia esige la firma di una lettera in cui gli atleti si distanziano dalla guerra per disputare le qualificazioni ai Giochi. ‘Rischierebbero la galera’

La reazione russa: ‘Condizioni inaccettabili’
(Keystone)
2 aprile 2023
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Continua a far discutere la riapertura del Cio agli atleti russi. E nella scherma, con la guerra sullo sfondo, è vero braccio di ferro: infatti Mosca dopo aver condannato le condizioni imposte dal Comitato olimpico internazionale ha deciso che boicotterà le qualificazioni olimpiche, in programma in Polonia dal 21 al 23 aprile. Niente russi alla kermesse, quindi, perché le condizioni poste da Varsavia sono state ritenute «inaccettabili»: il governo polacco aveva chiesto agli atleti interessati a partecipare alle qualificazioni di firmare una dichiarazione scritta nella quale affermano di non sostenere la guerra in Ucraina. Un caos che tiene in stand-by gli atleti e che fa interrogare anche i dirigenti del pianeta scherma. Non solo russi. «Il governo polacco ha posto condizioni molto difficili, per non dire impossibili, per i russi: una dichiarazione scritta contro la guerra potrebbe costare anni di galera a un cittadino russo, non soltanto a un atleta» dice ad esempio il presidente della Federscherma italiana Paolo Azzi da Plovdiv, in Bulgaria, dove sono in corso di svolgimento i Mondiali giovanili.

Per il momento almeno, la Federazione internazionale ha fatto proprie le raccomandazioni del Cio, secondo le quali gli atleti russi possono partecipare alle gare solo individualmente e non come squadre, a patto di non aver «supportato attivamente la guerra», né di essere sotto contratto con l’esercito russo oppure con le agenzie di sicurezza nazionale. Tuttavia, come sostiene Phil Andrews, presidente della federscherma statunitense, stando alle informazioni in possesso degli Americani tutti i principali schermidori russi sarebbero dei militari, e quindi sarebbero di fatto tutti da escludere secondo le norme decise Cio.

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