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Il triathlon va controcorrente: porte aperte alle donne trans

Dopo il no del rugby britannico, elaborato un concetto che si rifà in parte a quello già adottato dall’Uci, frutto di un anno di consultazioni

C’è posto anche per le donne transgender nelle gare femminili. A determinate condizioni, però.
(Keystone)
3 agosto 2022
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Pochi giorni dopo la decisione del mondo del rugby britannico di escludere le donne trans dalle competizioni femminili, la Federazione internazionale di triathlon decide di andare controcorrente permettendo anche ai transgender donne, quindi nate uomo, di partecipare alle gare destinate alle ragazze. A determinate condizioni, però. «Per partecipare alle prove di triathlon destinate alle categorie élite e dilettanti, un’atleta transgender deve dimostrare che la concentrazione di testosterone nel sangue sia stata inferiore a 2,5 nanomoli per litro da almeno due anni» si legge nella decisione adottata da World Triathlon, che in sostanza ha ripreso il concetto adottato dall’Unione ciclistica internazionale un mese e mezzo fa. Ma non è tutto: dovranno pure essere trascorsi almeno 48 mesi dall’ultima partecipazione dell’atleta stessa a qualsivoglia competizione sportiva riservata agli uomini.

I due criteri sono il risultato di un anno di consultazioni fra diversi comitati di tipo etico, giuridico e sportivo, e sono stati elaborati dopo aver sentito il parere degli esperti del settore e anche di membri della comunità transgender, precisa la Federazione internazionale di triathlon in una nota.

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