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L'estate internazionale di Filippo Colombo

Dopo le Olimpiadi e prima dei Mondiali di fine mese, il biker ticinese pronto all'Europeo di Novi Sad: ‘Non nascondo l'ambizione di ben figurare’

11 agosto 2021
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Sono trascorsi poco più di quindici giorni da quando Filippo Colombo si è tolto l’enorme soddisfazione di rappresentare la Svizzera nella prova di cross-country dei Giochi olimpici di Tokyo. Ma in questa estate densa di avvenimenti, è già tempo di voltare pagina e focalizzare l’attenzione su altri obiettivi: da qui alla fine del mese andranno in scena gli Europei e i Mondiali, senza dimenticare l’appuntamento di Coppa del mondo di Lenzerheide a inizio settembre. Saranno settimane dense di impegni che il biker di Bironico affronterà con il bagaglio di esperienza riportato a casa dal Giappone. L’avventura olimpica è stata riposta nel cassetto delle pratiche evase, ma l’importanza dell'evento merita comunque un debriefing che Colombo ha avuto modo di effettuare subito dopo il suo rientro in Svizzera… «I giorni trascorsi in Giappone li porterò sempre dentro e sono sicuro che quell’esperienza mi verrà utile in futuro. Per quel che concerne la mia prestazione, non nascondo che un pizzico di rammarico rimane: stavo piuttosto bene dal profilo fisico, ma ho “cannato” completamente la partenza, cosa che mi ha penalizzato. Detto ciò, non mi mangio il fegato, sono conscio del fatto che al massimo avrei potuto ambire all’ottavo posto e al diploma olimpico. D’altra parte, quando a maggio ero caduto, dalla mia testa era svanita immediatamente l’idea delle Olimpiadi e mi ero subito focalizzato sulla necessità di tornare competitivo per i Mondiali e per la Coppa del mondo di Lenzerheide. Poi, la situazione è mutata, ho avuto la possibilità di andare a Tokyo, ma comunque gli obiettivi di fine stagione sono rimasti ben fissi nella mia mente».

D’altronde, alla luce di quanto successo in primavera, il 12.mo posto ai Giochi è tutto grasso colato… «Si è trattato di un vero regalo che ho cercato di onorare al massimo delle mie possibilità, vivendo nel contempo l’esperienza nel modo più coinvolgente possibile. Penso di aver raggiunto appieno entrambi gli obiettivi».

Con la ciliegina sulla torta di aver potuto assistere al trionfo delle ragazze… «È l’unico evento al quale sono riuscito a presenziare ed è stato stupendo. Abbiamo trascorso la nostra permanenza in Giappone tutti assieme, creando un ambiente davvero fantastico. Alla gara delle ragazze era presente pure il capo delegazione di Swiss Olympic, Ralph Stöckli, così come il direttore di Swiss Cycling, Thomas Peter ed entrambi erano comprensibilmente al settimo cielo».

Una sola gara vista e pochissimi contatti con altri atleti: è stato lo scotto da pagare alla distanza tra la capitale nipponica e Izu, sede delle gare di mtb e ciclismo su pista… «Nino Schurter mi ha detto che nelle quattro Olimpiadi disputate non è mai riuscito a vedere il Villaggio olimpico... Il nostro è uno sport che poco si concilia con la sede principale di un’Olimpiade, di norma situata nel centro di una grande città. La disciplina che pratichiamo ci costringe spesso ad andare a cercare zone periferiche. Mi è capitato di incontrare i ciclisti della pista, giunti sul posto quando noi stavamo partendo, ma per il resto i volti erano quelli dei soliti noti, quelli con i quali ci incontriamo a tutte le gare di Coppa del mondo».

‘Percorso urbano, fuori dal comune’

Ma torniamo in Europa, più precisamente a Novi Sad, dove da domani a domenica andranno in scena i campionati europei, quelli che lo scorso ottobre erano stati organizzati al Monte Ceneri. Un percorso assolutamente inedito… «È una novità al cento per cento, per me si tratta pure della prima volta in assoluto in Serbia. Ieri abbiamo visionato il percorso, questa mattina lo abbiamo testato. È un tracciato completamente urbano, tutto costruito attorno alla fortificazione in riva al Danubio. Ci sono scalinate da affrontare in discesa, salite corte e con poco dislivello, per un percorso molto veloce e fisicamente esigente. In un certo senso, può ricordare quello della Swiss Cup di Lugano. Credo che gli organizzatori abbiano messo l’accento soprattutto sull’aspetto scenografico, a scapito delle reali esigenze di una gara di mountain bike. Diciamo che quando si pensa al cross-country non è certo un tracciato come quello di Novi Sad che viene alla mente. Non siamo nemmeno abituati a correre in simili situazioni, a maggior ragione dopo che a Tokyo tutto era stato costruito per mettere la mtb al centro dell’attenzione. Qui a Novi Sad, per contro, mi sembra che il focus sia stato posto sulla scenografia. Di certo ne nascerà una corsa molto dura e super veloce. Alla fine, il titolo andrà a un biker in perfette condizioni fisiche».

Lo scorso anno, tra i boschi di casa Colombo era stato vittima di un sasso galeotto che gli aveva causato una foratura. C’è una rivincita da cogliere… «Non nascondo di avere qualche ambizione per un piazzamento ai vertici. È difficile capire il mio grado di forma, ma penso sia una buona occasione per provarci. Anche perché diversi atleti presenti a Tokyo hanno deciso di rinunciare all’Europeo per prepararsi in vista dei Mondiali. La concorrenza, dunque, è meno rinomata, per cui spero di poter essere tra i protagonisti».

Con l’assenza di Nino Schurter (campione continentale in carica) e Mathias Flückiger, l’unico olimpionico in campo maschile rimane Filippo Colombo (tra le ragazze sono rimaste a casa Jolanda Neff e Sina Frei, mentre prenderà il via Linda Indergand). Come dire che il ticinese porterà i galloni da capitano… «È vero, arrivo dai Giochi, ma in squadra vi sono ragazzi con molta esperienza alle spalle, a partire da Lars Forster (già campione europeo) e Thomas Litscher. Di certo non mi sento superiore a loro e comunque la mountain bike rimane uno sport individuale, per cui non credo si possa parlare di “capitani”».

Resta il fatto che Colombo ha integrato il ritiro della Nazionale con un label da olimpionico che non tutti possono vantare… «L’accoglienza non è stata molto diversa dal solito, per quanto è vero che ho ricevuto parecchi complimenti – cosa che mi ha ovviamente fatto piacere –, mentre alcuni ragazzi delle categorie giovanili erano curiosi di avere qualche dettaglio supplementare in merito alla trasferta in Giappone».

A Novi Sad, Colombo si concentrerà sulla prova élite di domenica. Per lui niente Team Relay… «È stata una scelta personale. Ho preferito concentrarmi sulla gara principale, approfittando degli ultimi giorni per affinare la preparazione tramite allenamenti mirati. D’altra parte, la staffetta prevede soltanto un giro a testa, per cui dal profilo prettamente fisico non rappresenta un impegno sufficiente».

L’attenzione è tutta focalizzata sugli Europei, ma il 28 agosto si avvicina e con esso i Mondiali in Val di Sole… «Lunedì voleremo su Zurigo e da lì ci trasferiremo direttamente in Engadina per una settimana di allenamenti. Martedì 24 sarà già in programma la prima prova mondiale, con le qualifiche per la short-track. Sarà una settimana piuttosto impegnativa, ma per ora concentriamoci su Novi Sad e sull’Europeo».

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