Sci di fondo

Per Alessandro Vanzetti è una questione di famiglia, in fondo

Il 18enne di Olivone dello Sci Club Simano ha seguito la scia tracciata dai suoi famigliari e oggi è l’unico atleta di TiSki nel settore nordico

17 aprile 2021
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Per Alessandro Vanzetti, lo sci di fondo è una questione di famiglia. Il 18enne studente di seconda Liceo a Bellinzona è infatti il terzo rappresentante della generazione del casato Vanzetti: il nonno si chiama Marino ed è il gran patron di Campra del cui Centro nordico è stato ideatore, progettista e divulgatore incontrastato. E ancora oggi è presidente dello Sci Club Simano. Poi ci sono mamma Claudia e papà Nicola, che in gioventù è pure stato un buon fondista e che attualmente a Campra è il direttore tecnico dell’intera logistica e soprattutto preparatore e tracciatore delle piste. Alessandro dal canto suo non ha perso tempo e sin da ragazzino ha seguito la scia disegnata dai suoi famigliari, dilettandosi con lo sci di fondo.

«Mi è piaciuto subito questo sport e così a 12 anni ho iniziato a partecipare ai concorsi regionali proposti nell’ambito della Federazione Sci Svizzera Italiana e alle varie competizioni in programma a Bedretto, San Bernardino, Prato Leventina e Campra – ci racconta il ragazzo di Olivone, che abbiamo incontrato nel lunedì di Pasquetta proprio al Centro nordico al termine dell’ultima "sgambata" di 15 km assieme agli amici Dano Maestrani e Tauf Khamitov –. Nelle mie categorie andavo bene e quindi riuscivo a impormi regolarmente prevalendo anche nei campionati regionali. Nella mia piccola bacheca di casa conservo gelosamente tante medaglie d’oro».

Promosso quest’anno nella categoria U18, l’atleta dello Sci Club Simano è rimasto l’unico elemento della squadra di fondo di Ti-Ski in una stagione 2020/2021 inevitabilmente condizionata dalla delicata situazione sanitaria... «Purtroppo questa pandemia ha mandato all’aria tutti i calendari e in sostanza sono stati annullati i principali concorsi. La situazione non mi ha aiutato nell’allenarmi, anche per il fatto che non c’erano impegni agonistici. Non soltanto il mio Sci Club è toccato dal coronavirus, anche quello del Molinera, che vanta un numeroso parco di giovani atleti, così come alcuni ragazzi di Bedretto e Rodi Fiesso a loro volta sono stati molto condizionati. Di conseguenza il settore nordico di Ti-Ski è in sostanza rimasto al palo».

Stagione in crescendo e la prima (sfortunata) volta tra i ‘grandi’

A fine dicembre 2020 Vanzetti ha partecipato proprio sulle piste di casa alle prove della sua categoria valide per la Coppa Svizzera, prima di affrontare i suoi primi Campionati svizzeri assoluti nei quali si è confrontato con l’élite nazionale... «Ho gareggiato il 29 dicembre nella 10 km con partenze individuali e il giorno dopo nella prova in massa sulla distanza di 15 km. Le ho terminate entrambe ma gli scarsi allenamenti mi hanno sicuramente penalizzato e onestamente devo ammettere che la classifica non mi ha soddisfatto. Poi in vista dei Campionati svizzeri di gennaio e marzo a Sedrun ho intensificato la preparazione soprattutto dal lato fisico e sulle corte distanze ho potuto difendermi egregiamente, ma è chiaro che di fronte ai grandi specialisti appartenenti a Club come l’Alpina di St. Moritz, dell’Am Bachtel, di Davos o di Samaden c’è poco da fare. Nella seconda parte della rassegna nazionale sono inoltre stato oggetto di una grande sfortuna, già nel prologo cronometrato dello sprint sono incappato in un avversario che non mi ha concesso di superarlo e così ho mancato la qualifica per la finale tra i primi trenta per due soli secondi. Nella maratona del giorno seguente con partenza in massa sulla distanza di 20 km sono stato con i migliori sino a metà per poi ritrovarmi con un gruppetto di una decina di atleti. Avrei sicuramente concluso la difficile prova fra il quindicesimo e il ventesimo rango su oltre un centinaio di partecipanti, ma a meno di due chilometri dal traguardo mi si è rotto un bastoncino in un tratto dove non era presente nessuno per avere il cambio e quindi sono stato costretto al ritiro».

Un vero peccato visto anche il livello molto alto dei concorrenti con cui Vanzetti si è confrontato tra gli U18... «Ho gareggiato con giovani che a mio giudizio faranno tanta strada e che potranno essere i degni successori di Dario Cologna. In questo senso penso a Nicola Wigger di Am Bachtel, Niclas Steiger di Samedan, Ursin Nufer di St. Moritz e Cèdric Steiner di Davos. Poi mentre stavo facendo il riscaldamento qualche momento prima del mio start ho seguito la maratona femminile e anche qui ci sono ragazze fortissime. Butto là alcuni nomi come Siri Wigger vincitrice di tutti i titoli nazionali o delle gemelle Marina e Nadia Kälin, come pure Anja Meier. Fondiste tutte da podio e quindi da seguire con attenzione».

E dai quali imparare qualcosa, così come molto il giovane ticinese ha appreso dalla sua prima partecipazione alla rassegna nazionale... «Ho notato la grande professionalità e l’immensa attenzione che alcuni sci club hanno a sostegno dei rispettivi movimenti giovanili. Dispongono di skimen esclusivamente addetti alla preparazione dei materiali, alle varie sciolinature, al controllo delle temperature e dei sistemi di velocità. Poi fra gli atleti anche provenienti da località discoste c’è rispetto e amicizia. Insomma è stato molto bello».

Un’esperienza importante anche in chiave futura... «Ora mi concederò un po’ di riposo e soprattutto mi concentrerò sugli studi. Nel corso dell’estate poi riprenderò la preparazione fisica che proseguirà in autunno d’intesa con il mio allenatore Alex Sahkomenko. Poi la speranza è di veder cadere una volta per tutte le restrizioni sanitarie. Mi piacerebbe poter tornare a correre a Bedretto, San Bernardino, Prato Leventina e qui a Campra, presenziare a qualche concorso interregionale valido per la Swiss Cup, ritrovare tanti atleti e soprattutto fare sport all’insegna della cordialità e dell’amicizia».

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