CICLISMO

Sanzionato Alaphilippe, beffato Hirschi, beato Roglic

Alla Liegi vince lo sloveno che beffa il francese troppo sicuro del successo. Il campione del mondo retrocesso per aver ostacolato l'elvetico, alla fine secondo

4 ottobre 2020
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Clamoroso finale alla Liegi - Bastogne - Liegi. Sul traguardo della Doyenne, il campione del mondo Julien Alaphilippe alza le braccia al cielo convinto di aver vinto, ma il colpo di reni finale di Primoz Roglic gli strozza in gola l'urlo di gioia. Peccato che pochi metri prima, all'inizio della volata, lo stesso Alaphilippe, con un brusco scarto a sinistra, avesse costretto Marc Hirschi a bloccarsi, proprio quando sembrava che il bernese fosse sul punto di uscire in sorpasso. Un gesto che è costato al transalpino una penalità e la retrocessione al quinto posto in classifica. Una sanzione che, però, non ripaga il rossocrociato che deve accontentarsi di un secondo posto oltremodo amaro. Sì, perché ancora una volta Hirschi è stato protagonista e dopo la vittoria di mercoledì alla Freccia vallona è andato a un non niente dal suo primo successo in un Monumento. Alla fine ha trovato posto, per la terza gara consecutiva, su uno dei gradini del podio, a ulteriore dimostrazione delle sue qualità tecniche e fisiche, ma un pizzico di amaro in bocca non può certo mancargli. «Non ho visto le immagini televisive – ha commentato Hirschi –. Ero attaccato alla ruota di Julian, ho voluto lanciare il mio sprint e lui si è spostato sulla sinistra quando eravamo molto molto vicini. Purtroppo è andata così, in uno sprint sono cose che possono succedere. La giuria ha analizzato le immagini e ha preso una decisione: loro sono gli esperti, per cui la loro decisione è certamente quella più corretta».

In una Liegi corsa sotto un cielo plumbeo, con qualche goccia di pioggia e con temperature piuttosto basse, la gara si è decisa sull'ultima delle undici côte in programma, la Roche-aux-Faucons. Ad aprire il gas è stato Alaphilippe, al quale ha risposto soltanto Hirschi. In un secondo tempo sono rientrati anche Woods, Pogacar, Roglic e Kwiatkowski. Nel falsopiano susseguente alla salita, è stato l'elvetico a provare l'allungo, portandosi a ruota il campione del mondo. I due non hanno però potuto tagliar fuori Pogacar e Roglic. Negli ultimi 10 km il quartetto ha collaborato per mantenere un vantaggio di una ventina di secondi nei confronti di un gruppetto trainato da Mathieu van der Poel. All'interno dell'ultimo chilometro i quattro hanno iniziato a studiarsi, ciò che ha favorito il ritorno dell'altro sloveno Matej Mohoric,  il primo a lanciare la volata. Poi, come detto, l'irregolarità di Alaphilippe che ha tagliato fuori Hirschi e la beffa finale con la vittoria di Roglic. Peccato, perché dalla Roche-aux-Faucons in avanti il più forte era sembrato essere proprio il rossocrociato che ha così perso un'occasione enorme per scrivere il suo nome nell'albo d'oro di quella che viene considerata come la classica più dura e difficile dal calendario.

Gli svizzeri si erano già messi in evidenza prima dello scatto di Hirschi. Michael Schär e Gino Mäder si sono infatti intrufolati nella fuga di giornata, formata da otto corridori. I due elvetici hanno in seguito lasciato la compagnia degli altri fuggitivi e poco prima degli ultimi 50 km Schär si è sbarazzato anche del connazionale, anche se la sua azione si è esaurita non molto dopo. In luce pure Michael Albasini che con la Liegi 2020 ha messo la parola fine alla carriera agonistica e che dal 2021 diventerà il selezionatore della Nazionale rossocrociata. Il turgoviese (40 anni il 20 dicembre), secondo nella Doyenne 2016, ha attaccato a 27 km dalla conclusione, ma la sua azione si è esaurita quattro chilometri più tardi.

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